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Stranger Things 3: The Game, la recensione

Stranger Things 3: The Game ripercorre gli eventi dell'ultima stagione della serie Netflix in un mix di pixel art e gameplay in stile retrò: ecco la recensione

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   14/07/2019
Stranger Things 3: The Game
Stranger Things 3: The Game
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Stranger Things 3: The Game rappresenta un curioso esperimento, del resto si tratta di un tie-in in stile retrò per una serie ambientata negli anni '80. Come illustrato in questa recensione, gli sviluppatori hanno fatto in modo di ricreare le atmosfere degli action adventure di una volta, strapieni di fetch quest, backtracking e caricamenti per ogni singolo scenario, cercando anche di riproporre quel modo di realizzare trasposizioni videoludiche che spesso ha portato alla nascita di titoli non propriamente brillanti. Tale evenienza è stata solo in parte scongiurata in questo caso specifico, se non altro per via della consapevolezza di un progetto nato con in mente proprio quel tipo di meccaniche e quel tipo di struttura: elementi senz'altro sorpassati, che fanno tanto retrogaming e che immancabilmente scatenano le emozioni dei nostalgici di un periodo che ha accompagnato la nostra infanzia. Un tentativo piuttosto ardito quello di BonusXP, insomma, che si perde fra la piacevolezza di alcuni passaggi, l'interessante interpretazione action di determinate situazioni e i non trascurabili limiti di un'esperienza imprigionata nel passato.

Trama e personaggi

Cominciamo subito col dire che se non avete ancora visto la terza stagione di Stranger Things dovreste evitare di cimentarvi con Stranger Things 3: The Game, visto che il gioco ripercorre in maniera piuttosto fedele e serrata gli eventi della serie, prendendosi per forza di cose delle libertà nel piazzare nemici all'interno degli scenari al fine di movimentare un po' una formula altrimenti davvero troppo banale. Senza voler anticipare troppo, nella fase introduttiva assistiamo agli esperimenti di una equipe russa che sta provando ad aprire la solita porta verso il Sottosopra, dopodiché si procede a ritrovare i protagonisti di sempre, partendo da Mike e Lucas.

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Armati rispettivamente di una mazza da baseball e di una fionda con sistema di puntamento automatico, i ragazzini si recano nel nuovo centro commerciale di Hawkins per guardare un film, ma gli serve l'aiuto del buon vecchio Steve per sfruttare una piccola scorciatoia ed entrare gratis in sala. La prima missione serve a introdurci alle meccaniche di gioco, in verità piuttosto semplici e basate sulla collaborazione fra due differenti personaggi, uno dei quali controllato dall'intelligenza artificiale oppure da un secondo utente in modalità cooperativa. Nel corso della storia è possibile sbloccare tutte le figure chiave dello show, ognuna dotata di modalità di attacco e mosse speciali differenti, queste ultime regolate da un indicatore posto sopra la barra dell'energia vitale.

Stranger Things 3 The Game 7

Ad esempio Undici può scatenare una potente onda d'urto che coinvolge anche interi gruppi di nemici, Lucas può lanciare un petardo che infligge gravi danni ai bersagli, Hopper può caricare a testa bassa l'avversario di turno, e così via. Inizialmente ci sono zone a cui non è possibile accedere se non utilizzando il giusto personaggio, un po' come nei giochi della serie LEGO, ma conoscendo la trama del telefilm si procede piuttosto speditamente. Ciò solleva una perplessità non da poco, tuttavia: giocare con Stranger Things 3: The Game senza aver prima assistito all'ultima stagione vi rovina senz'altro la visione, ma fare il contrario depotenzia il pur modesto comparto narrativo del gioco e finanche alcuni dei suoi puzzle, portandovi a procedere molto speditamente e a completare l'avventura nel giro di otto ore, qualora si ignori la gran parte delle missioni secondarie.

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Obiettivi Xbox One

Sono 31 gli Obiettivi disponibili in Stranger Things 3: The Game. Molti di essi si ottengono semplicemente progredendo nella campagna e completandone i livelli, oppure sbloccando i vari personaggi disponibili, mentre altri sono legati all'ottenimento di oggetti particolari, come ad esempio gli gnomi da giardino disseminati all'interno degli stage.

Gameplay e struttura

A proposito di puzzle, alternarsi al comando dei personaggi e ordinare alla controparte di seguirci o fermarsi rappresenta uno degli elementi principali per la risoluzione degli enigmi ambientali, che coinvolgono interruttori di vario tipo, oggetti da spostare, pedane da premere ed eventualmente note da memorizzare. Il problema è quando lo stesso completamento delle missioni dipende dal ritrovamento di oggetti collocati in zone diverse della mappa, il che significa fare lunghe passeggiate per recuperare il necessario e non dimenticarsi di individuare un banco di lavoro per poter poi assemblare ciò che ci serve. Anche le ambientazioni hanno una connotazione retrò: si tratta di alcuni scenari visti negli episodi di Stranger Things, caratterizzati però da dimensioni discretamente contenute che, una volta varcate, ci portano automaticamente a visualizzare una world map da cui selezionare la destinazione successiva.

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Quantomeno la possibilità di selezionare l'incarico mette in evidenza le mete da raggiungere di volta in volta, e di concerto con un caricamento del checkpoint più vicino dopo un game over si traduce in un approccio fortunatamente poco punitivo nei confronti di errori e fallimenti. La sostanza del gameplay, tuttavia, è scarsa: in pratica i combattimenti (contro i topi, contro i russi, contro alcuni boss abbastanza coriacei), al netto di tutti i loro limiti, hanno il delicato compito di movimentare quest altrimenti davvero banali, che prevedono semplicemente di spostarsi da un punto all'altro, raccogliere o acquistare degli oggetti e quindi portarli dove necessario per progredire nella storia.

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Alcuni piccoli aspetti strategici, ad esempio la differenziazione fra i personaggi per quanto concerne gli attacchi standard e speciali, arricchiscono di un minimo di spessore l'esperienza, che naturalmente risulta più divertente se giocata in cooperativa con un amico, feature però disponibile solo in locale. A conti fatti, insomma, il miracolo non è riuscito ai ragazzi di BonusXP, e così Stranger Things 3: The Game vivacchia ma non colpisce, propone qualcosa di buono ma soffre anche di difetti importanti legati alla natura stessa della produzione. Non aiuta un comparto tecnico che fa un uso discreto della pixel art, ma ricicla abbondantemente gli asset per riempire i livelli e vanta una colonna sonora elettronica accattivante ma per forza di cose ripetitiva.

Conclusioni

Versione testata Xbox One
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
6.5
Lettori (9)
6.7
Il tuo voto

Stranger Things 3: The Game è un curioso omaggio a un mondo che non esiste più, un tie-in di stampo tradizionale che prova a tradurre in azione gli eventi della terza stagione della serie Netflix ma soffre per via dei limiti di un'impostazione fin troppo cocciutamente retrò. I numerosi personaggi vengono gestiti bene, con attacchi e special differenti, e la risoluzione degli enigmi ambientali porta a usare spesso la testa per individuare questa o quella combinazione. Tuttavia il succo del gameplay si riduce a poche, semplici meccaniche e a una struttura piuttosto banale, che dispensa senz'altro alcuni piacevoli momenti ma anche un bel po' di ingenuità difficili da mandare giù.

PRO

  • Tanti personaggi diversi
  • Alcuni momenti interessanti
  • Retrò fin nell'anima...

CONTRO

  • ...ed è questo il suo problema
  • Gameplay molto limitato
  • Tecnicamente ci aspettavamo di più