Versione testata: Xbox 360
La chiave della vittoria sta tutta nel corretto posizionamento delle proprie unità. Questo insieme ai vari stratagemmi atti a coprire le proprie mosse, o scoprire quelle del nemico, è quello che si impara dalle prime, lunghe ore passate a giocare con R.U.S.E., lo strategico in tempo reale di Ubisoft. Il codice di prova giunto in redazione ci ha permesso di testare la prima fase della campagna single player, dal prologo ambientato sul finire della guerra in Germania, sino alla risalita della penisola italiana, passando per gli scontri tra corazzati negli infuocati deserti nordafricani.
Perché la chiave della vittoria è il posizionamento delle unità, o meglio la scelta del campo di battaglia? L'impostazione di gioco è quella tipica di uno strategico in tempo reale, con tanto di risorse da accumulare per la costruzione di unità e mezzi, ma complice la possibilità di alzare moltissimo la visuale che nel punto più alto svela la vera natura del campo di battaglia, ovvero un gigantesco diorama particolareggiato a disposizione del generale nel proprio quartier generale, possiamo tenere sotto controllo tutta la zona interessata dagli scontri. E da lì dare ordini comodamente a interi gruppi di armate, grazie anche all'ingegnosa trasformazione delle truppe che diventano delle pedine come quelle della dama, più o meno grandi, più o meno alte, a sottolineare il raggruppamento di unità e il tipo, se leggere o pesanti.
Linea di tiro sgombra! Fuoco!
Ogni unità è dotata di un range di ingaggio, che non è semplicemente circolare intorno ad essa, ma si modifica seguendo l'orografia del terreno, disegnando di fatto in terra delle strane linee di tiro, che seguono sia la presenza delle montagne, sia quelle dei boschi, e più in generale di tutti gli ostacoli che non permettono di sparare. La conseguenza è che, di concerto con le caratteristiche peculiari dei propri assets, lo schieramento, più del semplice ammassamento di unità diventa fondamentale per giungere alla vittoria. Durante la difesa di un pugno di case in uno sperduto villaggio tunisino, è bastato coprire con i cannoni anticarro trainati da camion (lentissimi da spostare, il tempismo è quindi fondamentale per non trovarsi allo scoperto) le vie d'accesso al paese, obbligate vista la presenza di colline, veri e propri colli di bottiglia per l'assalto dei blindati italiani e tedeschi. Grazie alla maggiore gittata dei cannoni le ondate di carri, impossibilitate a sparare vista la distanza, sono state bloccate agilmente, e quando la fanteria nemica ha provato a mettere fuori gioco i controcarro, i nostri soldati, sfruttando le strade che donano un bonus alla velocità di spostamento hanno fatto a pezzi gli Afrika Korps sopravvissuti. Come è stato possibile capire in anticipo, tanto la composizione dello schieramento avversario, quanto le direttive d'attacco? In R.U.S.E. non c'è la famigerata fog of war, la nebbia che nasconde le zone inesplorate, salendo in alto con la visuale riusciamo a vedere dove si trova il nemico, o meglio vediamo i gruppi di pedine che rappresentano le unità, riusciamo a capire se sono pesanti o leggere, ma non sappiamo di che tipo.
Mandare allo sbaraglio un piccolo drappello di carri in una zona in cui viene segnalata la presenza di unità leggere può non essere una scelta saggia, se esse si rivelano come un gruppo di cannoni controcarro, così come non sapere se ci troviamo davanti carri da ricognizione, medi o pesanti equivale spesso e volentieri a morte certa. In nostro soccorso giungono quindi gli stratagemmi, in questo caso la decrittazione radio e la spia, che ci permettono di conoscere gli ordini nemici e cosa affronteremo più avanti. Avendo queste informazioni, assalti, difese a oltranza e ritirate strategiche diventano una sorta di partita a scacchi in cui impegnare mezzi e truppe al meglio delle loro possibilità. Bisogna insomma, alzando e abbassando la visuale, capire chi ingaggiare e con cosa, e se ancora siamo timorosi su chi attaccare, puntando il nemico ci viene data una sommaria informazione sull'esito dello scontro, con valori come "facile", "rischio" ed "equilibrio". Ci sarebbe molto ancora da dire sul come dispiegare i propri mezzi, ma in chiusura basta dire che il tutto si poggia su un sistema simile a quello della morra cinese, ogni unità ha la sua nemesi perfetta, la rigidità di questo tipo di approccio non permette errori (pena precipitosi sbandamenti delle truppe che rompono lo schieramento), per nostra fortuna i check point sono comunque ben posizionati.
Tutti a Roma!
Andando più avanti col titolo, sbarcati in Italia, abbiamo avuto un piccolo assaggio del sistema economico del gioco e di come, la semplice fanteria, impossibilitata del tutto ad attaccare i blindati in Africa possa essere efficace quanto un nutrito gruppo di Sherman Firefly. Non c'è Tiberium, nè minerali nè gas Vespene, ma semplici dollari, che aumentano costruendo dei depositi di rifornimenti che trasportano materiale alla caserma, anch'essa da mettere in piedi. Il tutto è automatizzato, i camion vanno e vengono piuttosto speditamente, spingendo il tasto Y si apre il menù costruzione e si decide chi reclutare. La prima missione sulla penisola, in cui ci è stato dato il compito di liberare alcuni paesi vicino Capua, ci ha visto utilizzare la ricognizione a bordo di Jeep, disarmata ma con una visuale davvero ampia e la fanteria questa volta armata di bazooka. I soldati posizionati all'interno dei boschi, o al sicuro nella piazza di un paese (godendo quindi di un bonus alla resistenza) sono stati protagonisti di alcuni attacchi di sorpresa ai blindati leggeri italiani giunti per conquistare la base, e quando invece i tedeschi sono calati da nord sulle nostre postazioni a bordo di possenti Panzer è bastato reclutare ulteriore fanteria (praticamente istantanea nella creazione, un pò meno nello spostamento sulle strade "non asfaltate") per prendere i carri tedeschi in un preciso fuoco incrociato spostando alla bisogna i soldati nella boscaglia. Interessante notare come le unità, se prese allo scoperto, o meglio se attaccano i carri senza effetto sorpresa dimezzano, per non dire peggio, la propria efficacia, ulteriore segno della precisa scelta degli sviluppatori nel rendere granitica la dottrina d'impiego. Concludiamo parlando del metodo di controllo, che in un titolo del genere è cruciale vista la mancanza di mouse e tastiera su console. E' tutto molto immediato da utilizzare, con il tasto A si seleziona una unità, mentre con il tasto X si selezionano tutte quelle simili a quella evidenziata. Quando però la visuale tattica, quella più ravvicinata, diventa di difficile comprensione per le molte truppe presenti e relativi tag sopra di essi è possibile premendo il grilletto destro tracciare un cerchio nel quale tutto il gruppo viene selezionato.
Ciò è particolarmente utile per raccogliere le unità sbandate o semplicemente dimenticate: alzando la visuale, il cerchio che apparentemente è troppo stretto quando abbiamo gli occhi vicini al terreno, diventa più che sufficiente per chiamare mezzi o truppe distanti anche centinaia di metri gli uni dagli altri. Veloce da padroneggiare insomma, fermo restando che nel mezzo della battaglia, fare su e giù con la telecamera richiede riflessi e colpo d'occhio, vista anche la fondamentale importanza delle linee di tiro. In definitiva questo assaggio con la campagna single player dello strategico Ubisoft ha restituito sensazioni decisamente positive. Pur rimanendo nel solco di meccaniche RTS collaudate, R.U.S.E. grazie al suo stile peculiare che mischia la frenesia di uno strategico in tempo reale con la dovuta lentezza di una mappa enorme che ci forza a prendere decisioni gravose, ci fa realmente capire cosa vuol dire tattica sul campo di battaglia. Molti potrebbero non apprezzare il ritmo a volte troppo blando e certi paletti di specializzazione che le unità impongono, ma vinta una battaglia la soddisfazione data da una pianificazione certosina dei movimenti risulta davvero appagante.
CERTEZZE
- Tattico e riflessivo
- Profondità del gameplay
- Il metodo di controllo è facile e immediato...
DUBBI
- ...ma può andare in crisi nelle battaglie più grandi
- Varietà delle missioni tutta da scoprire