La presentazione di Nintendo Switch 2 è ormai imminente e c'è una funzionalità in particolare che la casa giapponese non ha ancora annunciato ufficialmente, ma che moltissimi appassionati sperano di trovare sulla nuova console: la retrocompatibilità migliorativa, ovverosia la possibilità di far girare i giochi per l'attuale Nintendo Switch in una versione appunto migliorata.
Che funzioni in maniera automatica o necessiti di aggiornamenti specifici, una caratteristica del genere consentirebbe agli utenti di giocare o rigiocare i migliori titoli della precedente generazione approfittando di una risoluzione aumentata e di un frame rate raddoppiato o quantomeno stabilizzato, andando così a rilanciare prodotti straordinari, ma viziati da qualche limitazione tecnica di troppo.
In attesa di capire se i nostri desideri verranno esauditi, abbiamo stilato una lista con i dieci giochi che vorremmo vedere in retrocompatibilità migliorativa su Nintendo Switch 2. Ne abbiamo dimenticato qualcuno? Fatecelo sapere nei commenti.
The Legend of Zelda: Breath of the Wild
Impossibile non partire da The Legend of Zelda: Breath of the Wild, senza alcun dubbio uno dei migliori titoli per Nintendo Switch nonché uno dei migliori videogiochi di sempre. Pubblicato nel 2017 nell'ambito della line-up di lancio della console ibrida, Breath of the Wild puntava a ridefinire il concetto di open world grazie a meccaniche esplorative virtualmente illimitate, arricchite da una fisica ambientale dallo spessore sorprendente.
Al comando del coraggioso Link, incaricati di liberare il regno di Hyrule dalla minaccia di Ganon, nel gioco potevamo visitare le diverse regioni dello scenario e ammirare paesaggi estremamente suggestivi, passando dalle rigogliose pianure alle foreste più fitte, dalle vette innevate ai deserti infuocati, affrontando gli inevitabili nemici presenti lungo il cammino tramite un sistema di combattimento al contempo profondo e flessibile.
Abbiamo parlato di tutti questi meravigliosi aspetti nella nostra recensione di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, sottolineando però le limitazioni tecniche di un'esperienza forse anche troppo ambiziosa per l'hardware di Nintendo Switch, incapace di mantenere un frame rate stabile nelle situazioni più impegnative nonostante l'impiego di una risoluzione dinamica che scendeva fino ai 540p in modalità portatile.
Un'eventuale retrocompatibilità migliorativa su Nintendo Switch 2 consentirebbe al capolavoro prodotto da Eiji Aonuma di raggiungere i 4K grazie all'efficace upscaling garantito dalla tecnologia DLSS, nonché di portare sullo schermo un'azione sostanzialmente più fluida e reattiva, che attraverso un aggiornamento potrebbe spingersi fino ai 60 fps. Un sogno? Speriamo si avveri.
Pokémon Scarlatto e Violetto
Pur al netto delle tante critiche ricevute, Pokémon Scarlatto e Violetto hanno avuto l'importante merito di introdurre una vera struttura open world all'interno della serie firmata Game Freak, garantendo una maggiore libertà di esplorazione sullo sfondo di una regione inedita, Paldea, che approfittava di queste novità per immergerci nelle meraviglie di una location davvero affascinante.
Così, al comando di un giovane Allenatore, era possibile cimentarsi non solo con le meccaniche tradizionali della serie, ma anche con una struttura più corposa e sfaccettata, che ci vedeva visitare interessanti città, villaggi e ampie distese all'aperto, alla ricerca di nuovi Pokémon da catturare e da affrontare nell'ambito di spettacolari combattimenti, da soli o in cooperativa con gli amici.
Come abbiamo avuto modo di scrivere anche nella recensione di Pokémon Scarlatto e Violetto, questa evoluzione strutturale ha portato con sé alcuni problemi tecnici su Nintendo Switch fra bassa risoluzione, texture spesso sfocate, un fenomeno di popup molto marcato sui var personaggi e vistosi cali di frame rate che si verificavano durante le battaglie più movimentate, specie quelle che coinvolgevano i Pokémon di dimensioni maggiori.
È chiaro che su Nintendo Switch 2, in presenza di una retrocompatibilità migliorativa, il gioco potrebbe superare tutti questi ostacoli e mettere in risalto le sue qualità, approfittando dell'upscaling per spingere la risoluzione dinamica ed eliminando le incertezze che minano la fluidità dell'esperienza nelle fasi più concitate, oltre a caricare correttamente i diversi asset per una visualizzazione istantanea.
Xenoblade Chronicles 2
A pochi giorni dall'uscita di Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition, che ha ribadito l'enorme potenziale della serie action RPG sviluppata da Monolith Soft, ci è sembrato naturale includere nella nostra lista dei desideri anche Xenoblade Chronicles 2, il capitolo che ha fatto il proprio debutto su Nintendo Switch alla fine del 2017.
Il motivo di questa scelta è molto semplice: si tratta dell'episodio che probabilmente più di tutti soffriva per via delle limitazioni tecniche della console ibrida Nintendo, scendendo a pesanti compromessi non solo sul piano della risoluzione, che in alcuni momenti raggiungeva i 400p, ma anche per quanto concerne la qualità delle texture, il caricamento degli asset e il frame rate, che diventava molto scattoso nelle zone più affollate.
Si tratta di problemi che fortunatamente non hanno affossato l'esperienza, capace di conquistare gli appassionati grazie alla sua trama coinvolgente, ai personaggi ben caratterizzati e a un'ambientazione estremamente ampia e affascinante, che faceva spesso e volentieri da sfondo a frenetici scontri che si consumavano secondo le meccaniche di un sistema di combattimento solidissimo: abbiamo parlato di questo e altro nella nostra recensione di Xenoblade Chronicles 2.
Un'eventuale retrocompatibilità migliorativa su Nintendo Switch 2 potrebbe dunque donare al gioco un fascino del tutto rinnovato, eliminando le magagne legate al caricamento delle texture e degli asset grafici in generale, aumentando in maniera sostanziale la risoluzione e stabilizzando il frame rate o addirittura raddoppiandolo.
Fire Emblem: Three Houses
Altro giro, altro capolavoro: in questo caso parliamo di Fire Emblem: Three Houses, l'episodio pubblicato nel 2019 che ha segnato un'importante evoluzione per la serie RPG strategica di Intelligent Systems, introducendo la meccanica delle case nobiliari (tre, appunto) fra cui scegliere per caratterizzare il proprio percorso durante la lunga e avvincente campagna del gioco.
Approdati presso le Aquile Nere, i Leoni Blu o i Cervi Dorati, ci si trovava a gestire nel dettaglio le proprie unità e a compiere scelte che avrebbero influenzato il corso degli eventi, determinando alleanze e rivalità capaci di cambiare l'esito delle battaglie decisive per la vittoria di una guerra crudele e sanguinosa, scoppiata per il controllo del continente di Fodlan.
L'ampiezza e il livello di dettaglio delle ambientazioni ha fatto in modo che il gioco soffrisse dei soliti problemi tecnici su Nintendo Switch, fra texture poco definite, importanti cali del frame rate nelle situazioni più affollate, lunghi tempi di caricamento e vistosi fenomeni di popup legati a una distanza di rendering molto limitata.
Abbiamo accennato a questi aspetti nella nostra recensione di Fire Emblem: Three Houses, ma è chiaro che attraverso la retrocompatibilità migliorativa su Nintendo Switch 2 si potrebbe conferire un rinnovato splendore all'esperienza, risolvere le criticità legate al caricamento degli asset, stabilizzare o potenziare il frame rate e consentire al gioco di brillare come avrebbe meritato fin dal suo esordio.
Hyrule Warriors: L’Era della Calamità
Come ben sappiamo, Omega Force ha realizzato nel corso degli anni numerosi spin-off del suo franchise di punta, Dynasty Warriors, dando vita spesso a collaborazioni particolarmente interessanti e produttive. È appunto il caso di Hyrule Warriors: L'Era della Calamità, secondo capitolo di una saga che porta i frenetici scontri uno-contro-mille dei musou nel mondo di The Legend of Zelda.
Il gioco, ambientato un secolo prima rispetto agli eventi di Breath of the Wild, poteva contare sull'importante supervisione di Eiji Aonuma e del suo team e ciò gli consentiva di compiere un sostanziale passo in avanti se paragonato al primo episodio, andando ad approfondire i risvolti narrativi di una storia tutt'altro che banale, anzi fortemente legata alla lore del franchise Nintendo.
Come abbiamo scritto nella recensione di Hyrule Warriors: L'Era della Calamità, tuttavia, il focus era ovviamente sull'azione e sugli spettacolari combattimenti che venivano portati sullo schermo, forti di meccaniche rese ancora più solide e accattivanti grazie all'introduzione di alcune importanti novità. Era dunque un peccato che su Nintendo Switch questa formula pagasse dazio sul fronte tecnico.
Il titolo di Omega Force mostrava infatti il fianco a pesanti cali di frame rate e vistosi fenomeni di popup, nonostante una risoluzione dinamica che scendeva anche parecchio al fine di garantire un livello minimo di prestazioni: problemi che su Nintendo Switch 2 potrebbero essere risolti, stabilizzando tanto il pixel count quanto i fotogrammi e magari puntando ai 60 fps per valorizzare ancora di più questo tipo di impianto.
The Witcher 3: Wild Hunt - Complete Edition
Nel tempo abbiamo assistito a diverse "conversioni impossibili" per Switch: veri e propri miracoli compiuti da team di sviluppo esperti e talentuosi, che sono riusciti a portare sulla console ibrida giapponese esperienze complesse e sfaccettate come quella di The Witcher 3: Wild Hunt, approdato peraltro sulla piattaforma Nintendo con la ricca Complete Edition.
In questo caso è stata Saber Interactive a compiere l'impresa, traducendo in maniera sorprendentemente efficace l'epica avventura di Geralt di Rivia, le sue innumerevoli storie, i comprimari pieni di fascino, le ambientazioni straordinariamente ampie e dettagliate e gli spettacolari combattimenti contro i mostri che lo strigo aveva il dovere di affrontare.
Nella nostra recensione di The Witcher 3: Wild Hunt - Complete Edition abbiamo tuttavia parlato degli enormi compromessi che gli sviluppatori hanno dovuto accettare per poter portare tutti questi contenuti su Nintendo Switch, ricorrendo a una risoluzione dinamica che scende fino a 540p in portabilità, rinunciando di fatto all'antialiasing, utilizzando texture a bassa definizione e perdendo parecchi fotogrammi nelle situazioni più concitate.
Su Nintendo Switch 2 potremmo assistere a un intervento di stabilizzazione di questi aspetti: le soluzioni dinamiche si raccordano alla potenza dell'hardware, dunque anche in assenza di un aggiornamento dedicato la risoluzione passerebbe quantomeno a 1080p e il frame rate potrebbe restare ancorato ai 30 fps, eliminando però l'effetto popup degli elementi ambientali e riducendo i caricamenti.
DOOM Eternal
Restando in tema di "conversioni impossibili", negli anni gli sviluppatori di Panic Button si sono cimentati nella realizzazione di diversi porting davvero impegnativi, segnando l'arrivo su Nintendo Switch di alcuni fra i più entusiasmanti sparatutto prodotti da Bethesda: da DOOM a Wolfenstein 2: The New Colossus, da Wolfenstein: Youngblood a DOOM Eternal, appunto.
L'ultimo capitolo della storica serie firmata id Software vedeva il DOOM Slayer affrontare le orde infernali che avevano invaso la Terra, dando fondo alle sue straordinarie abilità e impiegando un ampio e devastante arsenale per eliminare nella maniera più dolorosa possibile orde di mostri all'interno di scontri assolutamente frenetici, che mettevano in luce il solido approccio run & gun di questa esperienza.
Se avete letto la nostra recensione di DOOM Eternal per Nintendo Switch saprete già che il gioco conserva le sue straordinarie caratteristiche anche sulla console ibrida giapponese, ma il prezzo da pagare è salato: la risoluzione scende fino ad appena 360p in modalità portatile, le sequenze di intermezzo mostrano cali vistosi e il taglio del motion blur applicato ai singoli oggetti rende il risultato finale molto meno convincente rispetto a quanto fatto con il primo capitolo.
Anche in questo caso, la retrocompatibilità migliorativa su Nintendo Switch 2 potrebbe dare una sostanziale lucidata all'esperienza: pur senza alcun intervento esterno, la risoluzione dinamica raggiungerebbe i 1080p stabili e il frame rate resterebbe ancorato ai 30 fotogrammi al secondo, mentre con un aggiornamento specifico si potrebbe ambire senza dubbio ai 60 fps e all'impiego del DLSS per ottenere il miglior compromesso possibile fra definizione e fluidità.
The Outer Worlds
Se è vero che un eventuale aggiornamento di DOOM Eternal potrebbe darci un'idea molto chiara di come funzioneranno le produzioni first party Xbox su Nintendo Switch 2, anche The Outer Worlds rientra nella medesima ottica. Stiamo parlando infatti dell'eccellente action RPG realizzato da Obsidian Entertainment, che peraltro nel corso di quest'anno dovrebbe vedere l'arrivo di un secondo capitolo.
Ambientato su di una colonia spaziale finita nel mirino di una cospirazione ordita da potenti corporazioni, il gioco ci metteva nei panni di un personaggio risvegliatosia dopo un lungo sonno criogenico, che decide di schierarsi dalla parte degli abitanti di Halcyon. Questa scelta lo spingeva ovviamente a confrontarsi con numerosi nemici, ma anche a stringere solide e inaspettate amicizie.
Si trattava insomma di un'esperienza dai chiari risvolti anche narrativi, caratterizzata da un sistema di scelte e conseguenze che influenzava in maniera importante l'andamento della trama e il suo epilogo, mentre i combattimenti dinamici mettevano in mostra armi man mano più potenti e abilità speciali da utilizzare in tandem con i propri alleati. Avete letto la nostra recensione di The Outer Worlds per Nintendo Switch?
Purtroppo dal punto di vista tecnico il titolo di Obsidian Entertainment si pone forse come la peggiore fra le "conversioni impossibili" di cui abbiamo parlato finora, vittima di un mix di bassa risoluzione, vistosi cali di frame rate e texture poco definite che finiscono per incidere sulla godibilità dell'esperienza. Su Nintendo Switch 2, tuttavia, il gioco potrebbe davvero rinascere, risolvendo queste magagne e ponendo le basi per l'arrivo anche del sequel.
Apex Legends
L'incidenza della definizione grafica e in particolare delle prestazioni è fondamentale nelle esperienze competitive, e la versione Nintendo Switch di Apex Legends lo dimostra in maniera inequivocabile. Realizzato nel 2021 dal pur talentuoso team di Panic Button, il gioco portava sulla console ibrida la formula che ha costruito il successo del battle royale, ma non senza compromessi.
Come abbiamo infatti scritto nella recensione di Apex Legends per Nintendo Switch, dal punto di vista tecnico la riduzione lascia davvero a desiderare per via di un frame rate che perde parecchi colpi quando la situazione si fa movimentata, influenzando la precisione del gunplay in combinazione con una risoluzione dinamica che scende parecchio nel vano tentativo di mantenere un certo grado di stabilità.
Insomma, i frenetici scontri a fuoco fra le ormai numerose Leggende che compongono il roster del titolo di Respawn Entertainment finivano per perdere tutto il proprio fascino sulla console ibrida Nintendo, e la presenza del crossplay non faceva che esasperare la situazione, visto che attivandolo ci si ritrovava ad affrontare giocatori che non dovevano scendere a patti con rallentamenti e scarsa visibilità sulla distanza.
Trattandosi di uno dei live service più importanti attualmente in circolazione, diamo per scontato che a fronte di una retrocompatibilità migliorativa Apex Legends verrà aggiornato su Nintendo Switch 2, sbloccando finalmente il frame rate per poter ambire ai 60 fotogrammi al secondo stabili e migliorando filtri texture e risoluzione così da ottenere una distanza visiva compatibile con il contesto competitivo del gioco.
Fortnite
Se parliamo di live service, Fortnite si pone ormai da diversi anni come un titolo di assoluto riferimento su tutte le piattaforme, e la versione Nintendo Switch del battle royale di Epic Games ha potuto contare sull'ampissima base installata della console giapponese per poter produrre numeri assolutamente convincenti, nonostante alcune fastidiose limitazioni tecniche.
Il gioco in sé ha bisogno di ben poche presentazioni, e di stagione in stagione ha introdotto una quantità spropositata di nuovi contenuti, modalità limitate, collaborazioni speciali che hanno mantenuto vivo l'interesse dei giocatori. Peraltro lo stile cartoonesco e l'impiego dell'Unreal Engine hanno consentito di ottenere risultati più che discreti, come abbiamo spiegato nella recensione di Fortnite per Nintendo Switch.
Tuttavia è innegabile che il frame rate bloccato a 30 fotogrammi al secondo, soggetto a cali nelle sequenze più affollate (che per un battle royale non è un gran vanto), la risoluzione inferiore e il popup degli asset finiscano per incidere in maniera pesante sulla godibilità dell'esperienza, al punto che dopo i primi tempi la funzionalità crossplay è stata limitata alla sola versione mobile.
Se la retrocompatibilità migliorativa di Nintendo Switch 2 verrà confermata, immaginiamo che Fornite sarà senza dubbio uno dei giochi che potranno beneficiarne al fine di raggiungere la parità assoluta rispetto alle altre piattaforme, anche sul piano puramente prestazionale. Parliamo dunque di una grafica ad alta risoluzione sfruttando il DLSS, di 60 fps e di un'effettistica se possibile migliorata.