"È tutto così incredibilmente carino!": se a pronunciare queste parole non è una giovanissima videogiocatrice, bensì un utente maschio e pure attempato, allora è chiaro ed evidente che c'è qualcosa di davvero speciale in Infinity Nikki, l'ultima fatica del team cinese Papergames, disponibile da alcuni giorni in formato free-to-play su PC, PlayStation, iOS e Android.
Il gioco segna una sostanziale evoluzione per la serie nata su mobile dodici anni or sono, andando a sviluppare l'accattivante idea originale del dress-up game per trasformarla in un'esperienza tanto sfaccettata quanto ambiziosa, in cui l'elemento degli abiti da indossare diventa una meccanica fondamentale del gameplay, nell'ambito di un'avventura in cui ci troveremo a visitare un suggestivo mondo fantasy.
Da Narnia a Elden Ring: la trama di Infinity Nikki
Nelle sequenze iniziali di Infinity Nikki, la giovane Nikki e il suo piccolo gatto parlante, Momo, visitano la vecchia soffitta della casa di famiglia alla ricerca di un abito che la ragazza possa indossare al ballo del diploma. A un certo punto l'attenzione della protagonista viene attirata dallo strano bagliore proveniente da un armadio, ed è da lì che all'improvviso spunta fuori un vestito magico.
Dopo aver abbracciato Nikki come una sorta di compagno di ballo, sulle note di un valzer burtoniano alla Denny Elfman, l'abito proietta lei e Momo attraverso un portale, e così i due si risvegliano in un luogo sconosciuto. Il tempo di prendere confidenza con i comandi di base ed ecco che la ragazza giunge al cospetto di Marik... ehm, Ena, una donna misteriosa, incatenata e sospesa a mezz'aria.
Alla vista di Nikki, Ena dice di essere stata imprigionata per mille anni ma trova all'improvviso la forza di liberarsi; e mentre orde di creature oscure cominciano ad avvicinarsi pericolosamente, dona alla ragazza il suo Cuore dell'Infinito, che le consentirà di sfruttare il potere degli abiti, ritrovare i Miracle Outfit e salvare un regno altrimenti destinato alla distruzione.
La sequenza di intermezzo, straordinaria dal punto di vista artistico, si pone come un entusiasmante punto di partenza per l'avventura, che vede Nikki e Momo raggiungere le rigogliose distese di Miraland e lì fare la conoscenza di alcuni componenti della Gilda degli Stilisti di Fiordesio: persone dotate della capacità di percepire il mondo che li circonda in maniera differente, sfruttando la magia degli abiti per proteggere la loro piccola città.
Un gameplay rilassante
Sarà la natura mobile dell'esperienza, con i suoi inevitabili compromessi in termini di bilanciamento, ma sul piano del gameplay la parola che meglio descrive Infinity Nikki è "rilassante": durante la campagna confezionata da Papergames, che punta a intrattenere per almeno per una ventina di ore ma in maniera molto variabile, a seconda del tempo dedicato alle varie attività del gioco, non vi troverete mai ad affrontare una vera sfida.
Sì, ci sono degli scontri e persino boss lievemente più complessi, ma il sistema di combattimento è banalmente semplice (si "sparano" dei colpi di energia, direzionati alla buona, che eliminano subito il grosso dei nemici) ed è stato pensato per non mettervi in difficoltà: alla fine dei conti, è probabilmente questo aspetto a sminuire il potenziale di un titolo che, a fronte di meccaniche più profonde e sfaccettate, avrebbe convinto davvero tutti e senza la minima esitazione.
Il focus dunque non è quello, bensì l'esplorazione: la mappa di Miraland non è enorme ed è possibile visitarla tutta in tempi relativamente brevi, specie laddove si decida di affittare una bicicletta (ebbene sì), ma la capacità di galleggiare in aria (legata a uno dei primi abiti sbloccati da Nikki) in combinazione con la verticalità di alcune zone e con le meccaniche di raccolta delle risorse (nonché l'eventuale uso della fotocamera, che diventa man mano più ricca di funzionalità), mantengono vivo l'interesse.
Anche in questi frangenti è evidente la derivazione mobile dei sistemi di interazione, insieme all'impiego di tecnologie un po' datate per le animazioni, ma lo stile grafico e soprattutto l'attenzione che gli sviluppatori sembrano aver prestato a ogni singolo dettaglio del mondo di gioco fanno un'enorme differenza, rendendo godibile e accattivante un gameplay che altrimenti avremmo giudicato in maniera ben più severa.
L'idea dei diversi abiti che è possibile sbloccare e fabbricare grazie ai materiali ottenuti in giro, raccogliendo piante e frutti oppure fermandosi a tolettare i carinissimi animali che girano per lo scenario, a raccogliere qualche insetto col retino o a pescare in riva a un fiume, è senz'altro vincente e non mancherà di entusiasmare un certo tipo di utenza, a maggior ragione vista la straordinaria cura riposta nella creazione di ogni singolo outfit.
In tal senso non mancano riferimenti al mondo dei dress-up game, com'era lecito attendersi dalla serie, e anche qui l'evoluzione appare molto chiara, consentendo la libera composizione di un completo per Nikki sulla base delle parti disponibili, talvolta con l'obiettivo di rispondere a determinati canoni per superare una qualche sfida stilistica: un risvolto davvero interessante, per quanto lasciato un po' ai margini dell'esperienza.
Gli elementi gacha e le microtransazioni
Da buon free-to-play orientale, Infinity Nikki possiede una struttura che include elementi gacha e microtransazioni, ma è importante sottolineare che i paywall sono molto blandi (viene richiesto di effettuare un po' di grinding solo verso la fine del secondo capitolo) e, in generale, è possibile giocare gratuitamente e sviscerare i contenuti del gioco senza spendere nulla.
Nel caso del titolo di Papergames le estrazioni non riguardano armi o armature, bensì abiti e accessori. Sono presenti diverse tipologie di valuta e quella più pregiata, la Stellarite, può essere acquistata in pacchetti che arrivano fino a 99,99€ e utilizzata anche per lo sblocco di outfit particolarmente pregiati: ce ne sono un paio che costano ben 2980 Stellarite, circa 50€. Non manca infine l'ormai classico "pity system", che evita la frustrazione legata all'estrazione di oggetti duplicati.
La realizzazione tecnica, fra stile ed errori di gioventù
Infinity Nikki ha appena fatto il proprio debutto e, trattandosi di un gioco free-to-play, si tratta solo dell'inizio di un lungo percorso in cui il titolo di Papergames verrà arricchito e migliorato sotto ogni aspetto, anche e soprattutto sulla base del feedback degli utenti. Ci sono però alcune mancanze davvero clamorose, come l'impossibilità di invertire l'asse verticale per il controllo della visuale o una modalità a 60 fps su PS5.
A questo si aggiunge una gestione dell'interfaccia assolutamente caotica, che andrebbe ridisegnata ai fini dell'usabilità: non è possibile che un tasto attivi una determinata funzione ma poi sia necessario premerne un altro per chiuderla, oppure che la conferma di un'azione sia assegnata talvolta a un pulsante e talvolta a un altro, o ancora che la navigazione fra i menu incappi in frequenti singhiozzi, alternando in maniera confusionaria d-pad e stick analogici.
Per fortuna lo stile a cui abbiamo già accennato e la grande cura per i dettagli ci mettono una pezza, letteralmente: non capita spesso di muoversi in un mondo così carino e realizzato con tale gusto, ed è sorprendente come l'intreccio di meccaniche così semplici riesca a mantenere l'impianto interessante e attraente, oltretutto senza che gli sviluppatori abbiano fatto ricorso al cel shading. Gran parte del merito, ad ogni modo, va all'evocativo sistema di illuminazione, che impreziosisce ogni scorcio dello scenario nell'ambito di un ciclo giorno / notte magari un po' frettoloso ma apprezzabile.
E poi ci sono le musiche, raramente così presenti e protagoniste: brani toccanti e suggestivi, che possono contare sull'entusiasmante apertura cantata da Jessie J e sulle note di una canzone davvero notevole come "Find my way in the sky", che accompagna una particolare sequenza di gioco e alza parecchio l'asticella di un comparto artistico che praticamente da solo regge tutto il peso del progetto, per molti versi ancora acerbo ma senz'altro notevole e promettente.
Conclusioni
Infinity Nikki si pone come la concretizzazione dei sogni videoludici di qualsiasi ragazzina, ma svolge il proprio lavoro in maniera talmente brillante e appassionata da superare i confini dettati da un simile target, riuscendo così ad appassionare chiunque non abbia un cuore duro come la pietra. Le limitazioni di un progetto nato su mobile si percepiscono in maniera chiara, non c'è dubbio, e servirà un lungo percorso di miglioramenti e ottimizzazioni per arrivare a destinazione, ma se questo è l'inizio allora c'è di che essere entusiasti.
PRO
- Direzione artistica notevole, specie in alcuni momenti
- Invoglia a scoprire ed esplorare, e non è poco
- Gameplay rilassante e piacevole
CONTRO
- Troppo semplice e banale
- Mancanze tecniche e interfaccia da sistemare
- A un certo punto la struttura F2P si percepisce, inevitabilmente