Se dovessimo individuare una singola caratteristica che MainFrames, titolo prodotto da The Arcade Crew e sviluppato dalla francese Assoupi, ha dalla sua, sarebbe molto semplice: il senso della misura. MainFrames è un platform che recupera idee e suggestioni da videogiochi arcinoti come Super Meat Boy e Celeste, racconta una storiella di sottofondo e si esprime soprattutto attraverso le sue idee, pad alla mano, ben spiegate e dosate nel corso delle circa quattro ore necessarie a portarlo a termine. Finisce esattamente quando deve farlo, senza trascinarsi oltre.
Da bravo platform di precisione, ogni tanto si fa smargiasso nella sfida, specialmente nelle fasi finali, ma con grazia riesce a proporre sempre idee niente male, che soffiano via un po' di polvere da un genere che negli ultimi anni non ha riservato molte sorprese. Nei suoi momenti migliori, invece, MainFrames scorre piacevolmente, con un ritmo che scivola via e un gameplay loop solido. Magari senza troppe sorprese.
Ma cos'è che rende valido questo piccolo platform ambientato all'interno di una rete di computer? Certo, la sua ambientazione bislacca è già un buon inizio, che ci coccola con l'originalità della sua idea, ma è anche la sua voglia di rendere periferiche come il mouse quasi dei meta strumenti in mano al videogiocatore che può modificare l'ambiente di gioco.
C’era una volta un floppy
Floppy è un supporto di memoria antropomorfizzato che si trova all'interno di un mainframe, il sistema centrale di una rete di computer. Non ha ben chiaro perché sia lì, e quindi vaga in questo posto abitato da daemon (ovvero programmi eseguiti in background), esplorando gli schermi dei dispositivi connessi, come fossero i livelli di un videogioco. Per avanzare sfrutta le icone del desktop, ma anche gli spazi extradimensionali offerti dalle finestre del sistema operativo. Il suo viaggio diventa in fretta la ricerca di un errore, di un problema tecnico che sta mettendo a rischio il funzionamento della rete. Floppy cerca di trarre in salvo file, programmi e sistemi che, come lui, provano a sopravvivere al cataclisma.
Sebbene la narrativa di MainFrames sia molto simpatica, persino non scontata a volte, perché viene raccontata in modo diegetico da file di testo e scambi di e-mail che vediamo sullo sfondo mentre attraversiamo i livelli, o dalle foto che abitano i desktop, è comunque molto esile. Forse perfino troppo. Richiamando in causa i due videogiochi a cui MainFrames si ispira, ovvero Celeste e Super Meat Boy, appare chiaro come questi siano due esempi molto più riusciti in tal senso: la delicata metafora di Celeste attorno a cui ruota tutta l'opera, ma anche l'umorismo salace di Meat Boy, riescono a infondere nel videogiocatore una certa motivazione che manca totalmente in questo caso. Con il suo umorismo geek, che si esprime attraverso termini molto specifici (i daemon, per l'appunto, o i bump, i cluster e tutto un frasario che si rifà in gran parte a un certo tipo di tecnologia), la narrativa di MainFrames è simpatica, funziona pur senza incantare.
Attraverso la finestra
Quello in cui MainFrames si distingue, ovviamente, è il suo gameplay. Floppy deve affrontare 7 computer diversi, ognuno caratterizzato da una trovata che rende il susseguirsi delle schermate divertente. Ciascuno di questi mondi, infatti, si basa su meccaniche uniche che riguardano spesso il ruolo delle finestre che abitano i desktop degli utenti attaccati alla rete. Con il click del mouse (o del tasto dorsale del pad) si può variare lo stato di questi spazi trasformandoli in pedane che permettono di saltare, in nastri trasportatori, in piattaforme che si allungano o si accorciano seguendo il movimento di Floppy.
Per esempio, in uno dei primi livelli, grazie al movimento del mouse, siamo in grado di spostare piccole finestre come fossero ascensori, accompagnando il nostro personaggio da una parte all'altra del livello e superando ostacoli come laser, bug o salti che altrimenti sarebbero troppo lunghi. Questa idea si arricchisce con il passare dei livelli: le finestre vanno a volte sistemate nel giusto ordine per far sì che Floppy possa saltare dall'una all'altra, costruendo un percorso valido, oppure vanno attivate alternativamente per fungere da appoggio per i salti. In altre circostanze sono in grado di modificare la gravità del livello permettendoci di camminare sui bordi laterali per arrivare in luoghi altrimenti irraggiungibili.
MainFrames è furbo nel rendere elementi di gioco anche gli oggetti virtuali sullo sfondo, come le icone, che diventano piattaforme su cui saltare oppure meccanismi per modificare le cornici delle finestre, o magari basi d'appoggio per superare alcune delle sfide ritmiche che il titolo ti mette di fronte. In questi frangenti, che solitamente arrivano alla fine del percorso di un mondo, i salti devono essere calibrati al millimetro, perché rappresentano la sfida finale di una data meccanica.
Il videogioco però ricorre spesso a una trovata che stimola il pensiero laterale: molte delle sezioni che a un primo sguardo sembrano impossibili, possono essere semplificate al massimo sistemando meglio gli elementi a schermo, oppure saltando in maniera intelligente intere porzioni di livello, magari sfruttando un passaggio che inizialmente non avevamo visto, o tentando un balzo più audace di quello suggerito.
Un'esperienza breve
Posto che non vi blocchiate in uno dei livelli che richiedono insidiosi salti al millimetro, MainFrames dura circa quattro ore, una mezz'oretta per ognuno dei computer attaccati alla rete. A questo tempo va aggiunto chiaramente il minutaggio di alcune prove che vengono ripetute più di una volta, oppure i minuti dedicati all'esplorazione alla ricerca dei segreti da scoprire o degli altri programmi da aiutare. C'è da segnalare che, nel momento in cui scriviamo questa recensione, non c'è modo di tornare ad affrontare i livelli che abbiamo portato a termine. Nemmeno ricaricando il salvataggio finale. La cosa è abbastanza inusuale, dal momento che quindi tutti i segreti dei vari computer vanno collezionati alla prima passata.
MainFrames è un'esperienza perfetta nella sua brevità, perché strizza fuori praticamente ogni goccia di ciò che funziona in questa formula. Formula che, tra l'altro, è possibile alleggerire attraverso delle opzioni che permettono di attivare una serie di facilitazioni come doppi salti infiniti, o addirittura l'invulnerabilità.
Conclusioni
MainFrames è un platform divertente, che ha dalla sua un gran senso della misura e una serie di trovate molto riuscite. L'estetica retrò è azzeccata, così come l'idea dello spazio virtuale del desktop che diventa concreto nella sua esplorazione metafisica. Certo, a volte vi verrà voglia di lanciare il pad (o la tastiera) per la frustrazione nei suoi passaggi più intransigenti, ma si chiude nel giro di circa quattro ore e tutto sommato ha un ritmo davvero piacevole. Se avete amato Super Meat Boy e Celeste, potrebbe fare al caso vostro.
PRO
- Meccaniche divertenti
- L'idea di agire entro i confini dello schermo di un computer è geniale!
- Finisce esattamente quando deve finire
CONTRO
- A volte è un po' frustrante, specialmente nelle fasi avanzate
- Manca di carisma e l'esile contorno narrativo non aiuta
- Non è possibile riaffrontare i livelli una volta terminati