La forza delle idee
Fin dai primissimi istanti di gioco, Polarium rivela una natura minimalista e retrò che sicuramente non farà girare la testa agli amanti di fps e poligoni su schermo; lo stile grafico è a dir poco essenziale con un aspetto complessivo che, eccezion fatta per alcuni effetti, potrebbe essere gestito senza grossi problemi anche dal primo Game Boy monocromatico. Sì perchè la produzione Nintendo prende le distanze dai titoli che fanno della componente estetica il loro cavallo di battaglia mettendo poi in secondo piano le peculiarità esclusive del DS. Al contrario, Polarium accantona completamente l’appagamento visivo per offrire un gameplay che si basa in toto sul touch screen; malgrado sia concepibile anche con un sistema di controllo tradizionale, già dopo alcuni minuti di gioco ci si rende infatti conto che tale soluzione sarebbe scomoda, poco funzionale, oltre che lontana anni luce dalla –apparente- semplicità che i programmatori hanno ricercato. D’altra parte anche la struttura di gioco richiede solamente pochi minuti per essere appresa, tanto è cristallina e chiara. In estrema sintesi, Polarium mette di fronte al giocatore uno schermo più o meno coperto da quadretti bianchi o neri disposti uno accanto all’altro. Cliccando con il pennino su uno di questi quadrati glie ne si farà cambiare colore, col fine di creare file orizzontali della stessa tinta. Nera o bianca non ha importanza, tanto l’effetto è lo stesso ovvero l’eliminazione della linea stessa. Un po’ come tetris per intenderci, anche se il gioco per DS ha sufficiente personalità per rivelarsi ben più di un banale clone del capolavoro del genere. Cliccare su un singolo quadratino, uno alla volta, non è però di certo la tecnica ideale per superare anche solo il primo livello di gioco; al contrario, il puzzle game Nintendo impone di tracciare con un unico tratto del pennino una linea continua, per poi ottenere l’inversione contemporanea del colore di tutti di quadrettini toccati. Più facile a farsi che a dirsi, ve l’assicuriamo...
Ad ognuno il suo gioco
Polarium include in sè due modalità di gioco ben distinte. La prima, chiamata Challenge, è sicuramente quella più vicina alle meccaniche classiche del genere dal momento che lo scopo è eliminare quante più linee possibile prima che lo schermo si riempia. Malgrado la sfida con sè stessi e con la volontà di migliorare i propri record sia sufficiente a tenere vivo l’interesse, la ripetitività dell’azione mette ben presto questa modalità in secondo piano a favore di quella denominata Puzzle. E’ proprio in quest’ultima che Polarium dà il meglio di sé, proponendo 100 puzzle di difficoltà crescente coi quali dare fondo a tutte le proprie capacità neuronali. In pratica, si tratta di affrontare griglie prefissate e fisse di grandezza variabile, una per ogni livello; la difficoltà sta nel fatto che questi vanno risolti con un singolo tratto del pennino, in modo da invertire le caselle “giuste” ed eliminare in un colpo solo tutte le linee presenti su schermo. Se i primissimi stage sono nient’altro che una elementare introduzione alla modalità, tra il ventesimo e il trentesimo iniziano i veri problemi. Non è raro perdere decine di minuti di fronte allo schermo, calamitati dalla sfida offerta e esaltati dall’appagamento che si prova una volta completato un puzzle a prima vista spiazzante. Si tratta davvero di spremere le meningi, immaginare in prospettiva il percorso da compiere e poi eseguirlo con un tratto singolo di pennino. Un vero e proprio rompicapo quindi, capace di mettere in crisi anche gli abbonati a “La Settimana Enigmistica”, e per questo motivo destinato allo stesso modo ad allontanare irrimediabilmente chi preferisce spegnere il cervello e rilassarsi di fronte ad un videogioco. Non ultimo, va citata la apprezzabile implementazione del multiplayer wireless di cui è dotato il portatile Nintendo; Polarium permette infatti di allestire sfide contro un avversario con una singola cartuccia, con uno schema di gioco piuttosto banale tramite il quale le linee eliminate dal proprio schermo vanno in quello dello sfidante e viceversa. Molto intelligente invece l’implementazione della possibilità di inviare, ovviamente sempre via wireless, una specie di “demo” del gioco contenente 10 livelli “puzzle” ad un qualsiasi altro DS. Come dire, un piccolo assaggio per capire se si è della pasta giusta per affrontare la sfida...
Commento
Polarium è un puzzle game davvero interessante e stimolante, che sfrutta le caratteristiche del touch screen nella maniera ideale. Mentre la modalità Challenge si rivela apprezzabile ma non certo esaltante, il Puzzle mode propone una genuina e originale interpretazione del genere, offrendo una serie di 100 “rompicapo” che richiedono uno sforzo celebrale del tutto inusuale per il moderno mondo dei videogiochi. Ma così come “La Settimana Enigmistica” provoca morbosa attrazione o spontanea repulsione a seconda della propria personale inclinazione verso un tipo di intrattenimento basato sulla riflessione, allo stesso modo Polarium è un prodotto in grado di catturare immediatamente o di allontanare senza possibilità di ritorno i giocatori, a maggior ragione considerata una veste grafica che non fa nulla per stuzzicare gli incerti. Prendere o lasciare, acceso o spento, bianco o nero: Polarium è così, dalla testa ai piedi.
- Pro
- Modalità puzzle a dir poco stimolante
- Meccanica che si basa autenticamente sul touch screen
- Estremamente longevo per gli amanti del genere
- Contro
- Come l’acqua santa col diavolo per gli amanti dell’azione
- Aspetto tecnico iper minimalista
- Modalità Challenge deboluccia
Pur dotato di ottime caratteristiche tecniche e con un sistema di controllo duttile e adattabile per ogni genere di gioco, Nintendo DS trova sicuramente nel filone dei puzzle game terreno fertile per esprimere nella maniera più immediata e intuibile le caratteristiche del doppio schermo e della tecnologia sensibile al tocco. Non a caso proprio all’interno di questo genere non hanno tardato a comparire numerosi titoli, tra cui quel semi sconosciuto Polarium prodotto da Nintendo che nella line-up europea ha guadagnato il posto di gioco più economico disponibile sul mercato. Con meno di 30 euro infatti, ogni neo utente della nuova console dual-screen ha la possibilità di portarsi a casa un titolo intrigante, impegnativo ma sicuramente appagante.