Misteri dall'Africa
La storia di Scratches comincia quando il giovane scrittore di libri horror Michael Arthate decide di trasferirsi nella campagna inglese di Rothbury, e più precisamente in una villa vittoriana chiamata “Blackwood Manor”, allo scopo di trovare tranquillità ed ispirazione per dare vita alla sua prossima opera. Il luogo, immerso in una perenne calma innaturale, sembra essere l’ideale per le necessità di Michael, ma ben presto egli si accorge che fra le mura di quella sinistra magione sono celati oscuri segreti che rischiano di compromettere in modo irreparabile la sua sanità mentale e, come se questo non fosse già abbastanza, addirittura la sua anima.
Appena iniziata una partita, si viene subito travolti dalla sensazione di avere a che fare con un prodotto tremendamente “vecchia maniera”, e ciò non è necessariamente un fattore negativo. La natura di Scratches, soprattutto nei primi periodi di gioco, è quella di un’avventura riflessiva ed esplorativa, con ritmi lenti e tempi dilatati.
L’interfaccia grafica è ridotta all’essenziale, mostrando su schermo solamente l’icona a forma di mano e, solo quando richiamato col tasto destro del mouse, un semplice inventario. Apprezzabile la natura degli enigmi, che per essere risolti vanno affrontati sempre in modo razionale e con l’ausilio di testimonianze lasciate dal precedente abitante della casa e oggetti concreti, presenti nella vita di tutti i giorni: niente di particolarmente “metafisico” o astruso, quindi. La longevità del titolo targato Nucleosys è sicuramente uno dei suoi punti deboli: nonostante un numero più che discreto di luoghi esplorabili (è possibile visitare anche le zone esterne prossime alla casa) il tempo necessario ad un giocatore smaliziato per terminare il gioco non sarà moltissimo: quantificando, possiamo ipotizzare una media di 6-7 ore.
Grafica e sonoro
La grafica, come avrete potuto notare dagli screenshot, è un po’ il vero punto dolente di Scratches. La tecnica utilizzata è quella che abbiamo già visto in tante classiche avventure punta e clicca di qualche anno fa: un finto 3D ottenuto con immagini in due dimensioni “appiccicate” all’interno della sfera virtuale dentro la quale si trova la telecamera, che può essere girata a 360°. Pur non riuscendo sempre a rendere al meglio l’effetto di profondità, le tavole 2D sono più che discrete, e contribuiscono a creare un’atmosfera palpapile. Purtroppo la risoluzione utilizzata è 800x600 fissa, senza possibilità di intervenire in alcun modo (o meglio, è possibile editare a mano il file di configurazione ma anche così facendo non cambia nulla), e ciò pregiudica non poco la resa finale su schermo, soprattutto se si è abituati a risoluzioni più elevate. Il lato positivo di tutto ciò è che i requisiti di sistema sono particolarmente bassi: è sufficiente avere un PC con processore da 1GHz, 256 MB di RAM e una scheda video 3D con 32 MB di ram.
Dal punto di vista audio, la parte del leone, nonostante effetti sonori ambientali particolarmente azzeccati, la fanno le musiche. La qualità di queste è sempre più che buona, facendo in modo di accompagnare il giocatore nell’avventura e tenendo sempre alto il livello di tensione. Il doppiaggio è affidato ad attori professionisti, e si sente.
Commento finale
Scratches è una sorta di produzione amatoriale promossa a prodotto commerciale, e questo giustifica in buona parte il poco budget avuto a disposizione per curare l’aspetto tecnico. Se si è disposti a passare sopra alcuni inevitabili difetti, fra i quali anche la longevità non proprio stellare, Scratches può rivelarsi una vera sorpresa, soprattutto dal punto di vista dell’atmosfera e dell’immedesimazione nella storia. Anche in virtù del prezzo particolarmente basso, ovverosia 20 euro (si vende in edicola), ogni amante delle avventure grafiche dovrebbe quindi considerarne seriamente l’eventuale acquisto.
Pro
- Buona atmosfera
- Buon comparto audio
- Ottimo prezzo
- Grafica datata con risoluzione fissa di 800x600
- Poco longevo
- Trama spesso prevedibile
I semisconosciuti ragazzi di Nucleosys Digital Studio, software house tutta argentina fondata dai baldi Agustín Cordes e Alejandro Graziani, provano a guadagnarsi l’apprezzamento degli appassionati di avventure grafiche con “Scratches”, titolo sviluppato con un budget ridottissimo che vanta però elementi come doppiaggio, atmosfera ed efficacia degli enigmi degni di competere con quelli di produzioni ben più costose e prestigiose. Scratches, come tengono a far sapere i suoi creatori, è la prima avventura grafica commerciale mai sviluppata nella patria del tango, e di certo non sarà l’ultima: Nucleosys è già al lavoro per un nuovo progetto. Andiamo a vedere da vicino i risultati degli sforzi di questi intraprendenti ragazzi sudamericani.