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The Spectrum, la recensione della mini console che segna il ritorno sulla scena dei tastini di gomma

Abbiamo recensito The Spectrum perdendoci nella gioia tattile dei suoi tastini di gomma, nel color clash e in tutte le altre caratteristiche hanno reso grande il sistema negli anni '80.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   06/12/2024
Un dettaglio del The Spectrum
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Lo ZX Spectrum (1982) non fu il primo computer di Sinclair Research, compagnia fondata dal compianto Sir Clive Sinclair, ad arrivare sul mercato, ma fu sicuramente quello che ebbe l'impatto maggiore, oltre che un ruolo chiave nella diffusione dell'informatica nelle case, in particolare in quelle del Regno Unito. Seguiva i modelli ZX80 e ZX81 vantando ben 48 Kb di memoria (in realtà ci fu anche un modello da 16 Kb, ma a vendere di più fu quello più performante), che nei modelli successivi arrivò fino a 128 Kb.

Dei suoi antenati condivideva la filosofia di fondo, ossia di avere un prezzo di vendita molto basso per cercare di colpire la classe media, che ancora non aveva ben compreso che cosa se ne potesse fare di un computer dentro casa e che stava affrontando una crisi economica enorme. Erano gli anni del tatcherismo, delle lotte sociali dei minatori (che saranno in qualche modo rappresentate in molti videogiochi inglesi dell'epoca), della fase finale della crisi delle ideologie novecentesche e della Guerra Fredda. In questo senso, i sistemi di Sinclair furono determinanti per la crescita della scena inglese e per la susseguente nascita di un'industria locale, fatti che ritornano nei racconti dei pionieri del settore, come Mel Croucher o David Darling, tanto per citarne un paio, ma che sono inevitabili ogni volta che si tenta di ricostruire la storia dei videogiochi di quel periodo.

Il contenuto della confezione del The Spectrum
Il contenuto della confezione del The Spectrum

The Spectrum, il nuovo minicomputer di Retro Games, gli stessi del TheC64 e del TheA500 Mini, prova a trasmettere immediatamente quel sapore di sistema da sviluppatore da cameretta che è tipico del computer originale, con un retrogusto di unto di fish and chip sui tasti e la scocca. La scelta fatta dai produttori è abbastanza chiara, ossia quella di avere un prodotto che abbia lo stesso feeling del modello di riferimento in tutto e per tutto, a partire dagli iconici tasti di gomma, croce e delizia dello Spectrum, e dalla mancanza di un controller all'interno della confezione. In qualche modo si è voluto far arrivare sul mercato il computer nudo e crudo come l'originale, cercando di replicarne non solo l'estetica, ma anche l'approccio, pur ammorbidito.

Naturalmente stiamo parlando di un'imitazione, come sempre nel caso delle mini console o delle repliche dei computer storici, ma nel caso di specie possiamo dire che si tratta di un'ottima imitazione.

I limiti come punto di forza

Certo, i tempi sono cambiati e per molti potrebbe essere semplicemente uno shock trovarsi davanti a quello che per gli acquirenti degli anni '80 fu una deciso passo in avanti nel campo dell'informatica, quantomeno dal punto di vista dell'accessibilità al grande pubblico, soprattutto se pensiamo alle terrificanti tastiere a membrana dei già citati ZX80 e ZX81.

Il The Spectrum confrontato con il ZX Spectrum 48k originale
Il The Spectrum confrontato con il ZX Spectrum 48k originale

Del resto erano dei computer che costavano poco più di cento sterline, un'inezia rispetto alle allora più costose soluzioni di Commodore (che recupererà con il Commodore 64, superando infine il rivale e costringendo Clive Sinclair a vendere ad Amstrad), Atari, Apple o Acorn.

Quindi, per tentare di riprodurre quell'esperienza ne sono stati considerati anche i limiti, operazione che a suo modo ha senso visto che stiamo parlando di un prodotto mirato a un pubblico di nostalgici, che conosce molto bene l'oggetto che viene replicato. In particolare, è facile aspettarsi che il The Spectrum abbia una certa risonanza nel Regno Unito, dove si concentrò il business di Sinclair, lì dove in altri territori si affermarono marchi e sistemi differenti (Oric in Francia, Commodore dalle nostre parti e in numerosi altri paesi e via discorrendo).

Forse potrebbe andare bene in Russia (nel caso in cui venga mai distribuito), dove gli Spectrum arrivarono per vie traverse e poterono dire la loro per anni, a causa dei sistemi preistorici diffusi nel territorio, ma non avendo una palla di vetro funzionante, è impossibile prevederlo.

Cosa c’è nella scatola?

Ma entriamo nel vivo. La confezione del The Spectrum contiene una replica 1:1 del modello 48k, un cavo HDMI, un cavo USB per la ricarica o per collegarci un controller (comunque sia avrete bisogno di un caricatore esterno), un numero speciale della rivista Crash, un manuale cartaceo abbastanza esile e poco altro. L'edizione per la stampa è in realtà più ricca, con una scatola differente e qualche extra (una maglietta e un manuale cartaceo più cicciotto, con descritte le principali funzioni e tutti i giochi), ma in linea generale l'esperienza è la stessa, visto anche la documentazione stampata è accessibile direttamente dall'interno del sistema una volta avviato.

La confezione di The Spectrum - parte frontale
La confezione di The Spectrum - parte frontale

L'oggetto The Spectrum in sé è una replica più che soddisfacente dell'originale, costruita con degli ottimi materiali, che dà un forte senso di compattezza e di solidità al tatto e alla vista. Certo, sul retro si trovano delle moderne porte USB e USB-C invece della porta d'espansione, ma in generale l'illusione di trovarsi di fronte alla copia di un oggetto proveniente da un'altra epoca è convincente. Gli stessi tasti di gomma, completamente funzionanti e unica forma di input presente di default (come già detto valeva lo stesso anche per il sistema originale), aiutano a calarsi nel rituale di celebrazione del passato (perché è di questo, in fondo, che stiamo parlando). L'hardware interno di suo è poco interessante, considerando la leggerezza della macchina da emulare. Del resto i giochi dello Spectrum avevano una risoluzione massima di soli 256x192 pixel, con una tavolozza di 15 colori, quindi niente che il vostro tostapane smart non possa gestire in agilità.

Nonostante per il design si sia scelto di replicare il modello più iconico, il The Spectrum è in grado di emulare tutti i sistemi di Clive Sinclair e successivi. Manca solo lo ZX Spectrum Next, l'ultimo modello ufficiale risalente al 2020. Il motivo per non averlo incluso è abbastanza ovvio, visto che è ancora in vendita (con un discreto successo, oltretutto).

La confezione di The Spectrum - parte posteriore
La confezione di The Spectrum - parte posteriore

Come detto, nella scatola non ci sono controller, ma ciò non significa che non se ne possano utilizzare, grazie all'emulazione completa dell'interfaccia Kempston (l'interfaccia esterna più diffusa per collegare controller ai computer di Sinclair). Il sistema è ad esempio compatibile con tutti i controller degli altri mini-computer / console di Retro Games, compresi il Thegamepad del TheA500 e il joystick del TheC64 (che ad alcuni suonerà un po' come una bestemmia, ma non indugiamo in console war antiche). Di nostro lo abbiamo testato con questi e altri controller, come l'M30 di 8BitDo, riuscendo a usarlo alla perfezione con la maggior parte di essi. Si può anche giocare e navigare il sistema usando la tastiera, ma è un'esperienza che era poco amichevole già negli anni '80, figurarsi oggi.

Avviando il The Spectrum

A livello di interfaccia, il The Spectrum è in linea con gli altri prodotti di Retro Games e presenta una versione adattata del suo software dedicato. Quindi la prima cosa che ci si trova di fronte è il carosello con le copertine dei 48 giochi inclusi nella confezione, ordinabili in modi differenti (per nome, per genere, per anno di uscita e così via), da cui si traggono le informazioni essenziali sugli stessi: una breve descrizione, il modello sul quale giravano e degli screenshot di gioco.

Un'immagine del carosello del The Spectrum
Un'immagine del carosello del The Spectrum

Nella parte bassa dello schermo c'è la solita barra che dà accesso ai menù di configurazione, dove ad esempio è possibile applicare dei filtri all'immagine, nel caso si voglia replicare il feeling dei televisori CRT, oppure modificare l'assegnazione dei tasti del controller collegato. Volendo è anche possibile avviare il Basic dello Spectrum, possibilità che farà sicuramente piacere a chi ci ha passato sopra parte della sua vita per provare a scrivere qualche programma o, più semplicemente, per avviare giochi e applicativi vari. Poco da dire, da questo punto di vista, perché ci troviamo di fronte a una versione molto rifinita di qualcosa che abbiamo già visto più volte all'opera, facile da utilizzare, sempre molto leggibile e a cui ci si adatta senza grossi problemi.

Una raccolta di qualità

Lì dove il The Spectrum rifulge rispetto ad altre operazioni simili è nella scelta dei giochi inclusi. Come dicevamo sono 48, con altri che possono essere aggiunti tramite chiavetta USB (ne basta una molto piccola per contenere l'intera softeca dello Spectrum, quindi ci si può davvero sbizzarrire). L'idea che ci siamo fatti è che chi ha curato la selezione abbia un'esperienza diretta dello Spectrum, visto che è effettivamente riuscito a includere alcuni dei titoli più rappresentativi del sistema.

L'edizione rimasterizzata di Saboteur!
L'edizione rimasterizzata di Saboteur!

Del resto Retro Games è un'azienda inglese, quindi il sospetto è più che legittimo. Mancano alcuni classici di case come quelli della Ultimate Play the Game dei fratelli Stamper, ad esempio Jetpac o Knight Lore, che hanno effettivamente spremuto lo speccy come pochi altri (è da lì che poi è nata Rare, per dire), ma nel caso parliamo di titoli in mano a Microsoft che avrebbe probabilmente richiesto dei contratti di licenza diversi dagli altri e avrebbero fatto salire i costi.

Per il resto la selezione è assolutamente eccezionale e rappresenta il meglio di quanto giocabile allora, come il geniale platform Manic Miner, le avventure isometriche Fairlight ed Head Over Heels, l'eccezionale Skool Daze, una delle principali fonti d'ispirazione di Rockstar Games (avete presente Bully?), l'avventura grafica The Hobbit, l'enorme gioco di ruolo The Lords Of Midnight e altri ancora.

La tavolozza di colori dello ZX Spectrum è unica
La tavolozza di colori dello ZX Spectrum è unica

Ci sono anche dei titoli più moderni come Snake Escape, che risale al 2016 e Saboteur! Remastered, pubblicato l'anno scorso, che ha visto Clive Townsend rimettere mano al suo gioco per migliorarlo. C'è tanto da giocare, insomma, se non si è idiosincratici ai giochi del passato (remoto, nel caso).

I giochi contenuti nel The Spectrum

Vediamo l'elenco completo dei giochi contenuti nel The Spectrum:

  • Alien Girl: Skirmish Edition
  • Ant Attack
  • Army Moves
  • Auf Wiedersehen Monty
  • Avalon
  • Bobby Bearing
  • Cosmic Payback
  • Devwill Too
  • El Stompo
  • Exelon
  • Fairlight
  • Firelord
  • Football Manager 2
  • Freddy Hardest
  • Head Over Heels
  • Highway Encounter
  • Horace Goes Skiiing
  • Jack The Nipper
  • Knot In 3D
  • Manic Miner
  • Match Day II
  • Movie
  • Nodes Of Yesod
  • Penetrator
  • Pheenix
  • Phantis (Game Over II)
  • Pyracurse
  • Quazatron
  • Robin Of The Wood
  • Saboteur! Remastered
  • Shovel Adventure
  • Skool Daze
  • Snake Escape
  • Spellbound
  • Starquake
  • Starstrike 2
  • Stonkers
  • TCQ
  • Target: Renegade
  • Technician Ted - The Megamix
  • Tenebra
  • The Great Escape
  • The Hobbit
  • The Lords Of Midnight
  • The Way Of The Exploding Fist
  • Trashman
  • Where Time Stood Still
  • Wheelie

Non si stava meglio quando si stava peggio

Chiaramente aspettatevi dei giochi particolarmente ostici, da ogni punto di vista. Alcune delle opzioni classiche dell'emulazione moderna, come la possibilità di salvare i progressi in qualsiasi momento o quella di riavvolgere il gameplay, aiutano, ma siamo comunque su piani videoludici completamente diversi rispetto agli standard attuali, com'è giusto che sia. Aspettatevi anche di godere del color clash, ossia della sovrapposizione dei colori degli sprite dei giochi (molti sistemi a 8-bit avevano come limite la possibilità di usare solo due colori su tile di pixel 8x8), che era tipica dello Spectrum.

La copertina di The Hobbit
La copertina di The Hobbit

D'altro canto non crediamo che The Spectrum sia un prodotto pensato per il pubblico moderno nella sua interezza, ma per gli ultra appassionati di retrogaming, che naturalmente sanno già perfettamente a cosa vanno incontro e che, anzi, cercano proprio la riproposizione di ogni elemento caratterizzante dei sistemi del passato, limiti compresi. Quindi è dal loro punto di vista che va fatta una valutazione. Facendolo, si scopre di trovarsi di fronte a una delle migliori mini console in senso assoluto, che scritto da chi è cresciuto a pane e Commodore 64 è un complimento che vale il doppio, con un parco titoli notevole, che nelgi anni '80 avrebbe fatto invidia a moltissimi giocatori.

Conclusioni

Prezzo 99,99 €

Multiplayer.it

9.0

Il The Spectrum ci ha stupiti per l'efficacia con cui riesce a riprodurre l'esperienza ZX Spectrum. Come ogni mini console, è un oggetto pensato per arredare le stanze di anime rivolta al passato, ma lo fa indubbiamente bene, tenendo in considerazione alcuni fattori su cui altri avrebbero sorvolato e ragionando moltissimo su quelli che sono i desideri del suo pubblico ideale. Ci troviamo quindi di fronte a un prodotto eccellente, nonché consigliato a chiunque senta di voler scoprire o semplicemente rivivere questa esperienza.

PRO

  • Costruttivamente perfetto
  • Esperienza Spectrum curata e verosimile
  • I tastini di gomma

CONTRO

  • Capiamo il perché non sia stato incluso un controller, ma procuratevene comunque uno compatibile