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Una giornata a Ebonhawke

Abbiamo visitato in esclusiva la città di Ebonhawke, nella regione chiamata Fields of Strife: fra meno di un mese potrete andarci anche voi...

PROVATO di Christian Colli   —   03/08/2012
Guild Wars 2
Guild Wars 2
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Ormai manca pochissimo alla data tanto attesa da migliaia di giocatori: il 25 agosto si apriranno i magici cancelli di Tyria per tutti i pre-order; tre giorni dopo tutti, ma proprio tutti, potranno giocare veramente a Guild Wars 2. Diciamo "veramente" perché nonostante le numerose Beta a porte chiuse, gli stress test e i weekend, del gioco vero e proprio, oltre le aree iniziali, si è visto ben poco. E chiaramente nessuno vorrebbe trovarsi tra le mani un altro lancio alla Age of Conan, giusto?

Una giornata a Ebonhawke

Per quanto si possa stare tranquilli sul lavoro svolto da ArenaNet, un po' di cautela non fa mai male. Per fortuna, il futuro sembra roseo. Abbiamo avuto l'occasione esclusiva di esplorare una zona avanzata del gioco, Fields of Ruin, nei panni di un guerriero asura di livello 35: quello che abbiamo visto conferma ancora una volta le nostre impressioni iniziali, ma ci ha dato l'occasione per esaminare Guild Wars 2 anche da nuove angolazioni...

Fields of Ruin

Per raggiungere la nostra meta abbiamo scelto un metodo poco convenzionale ma decisamente più pratico di una lunga scarpinata. Ci siamo recati a Rata Sum e abbiamo attraversato l'Asura Gate per Lion's Arch, centro nevralgico di Tyria. Non ci stancheremo mai di apprezzare la tecnologia di questi piccoli fan di Stargate. A Lion's Arch abbiamo varcato un altro Asura Gate per raggiungere Divinity's Reach, capitale degli umani e lì ne abbiamo attraversato un altro ancora per raggiungere Ebonhawke.

Una giornata a Ebonhawke

Il sistema di collegamento degli Asura Gate può sembrare una notevole semplificazione, ma quando un mondo è vasto come Tyria ben venga il teletrasporto gratuito e istantaneo. Conosciamo giochi dove per spostarsi da una capitale all'altra bisognava aspettare un'aeronave per dieci minuti e poi guardare lo stesso panorama in bassa definizione per altri cinque minuti buoni, non so se abbiamo reso l'idea. Ad ogni modo, eccoci ad Ebonhawke: per i fan del franchise questa roccaforte ha un profondo significato. È qui che re Aldebern aveva inviato Gwen Thackeray, antenata del più famoso Logan, durante i primi conflitti con i charr ed è sempre qui che i superstiti di Ascalon si sono rifugiati dopo la distruzione del regno causata dall'incantesimo Foefire. Anni dopo, il risveglio del drago antico Kralkatorrik ha causato distruzione e corruzione nella regione, conducendo indirettamente alla Rivolta degli Orchi e alla morte di Dylan Thackeray, fratello di Logan.

Una giornata a Ebonhawke

La situazione non sembra essere migliorata: oggi Ebonhawke è quel poco che resta del dominio ascaloniano su Tyria, una cittadella fortificata costantemente sotto assedio, sorvegliata dal gelido sguardo di enormi falchi scolpiti nella pietra. Alcune legioni dei charr non hanno intenzione di mollare la presa e tentano giorno e notte di sfondare le difese del forte. Come è ovvio, l'area che circonda Ebonhawke è un campo di battaglia. Le pianure si evolvono in brulle zone inospitali dove si sono insediate arpie, orchi e altre creature ostili. La regione comprende anche parte del Dragonbrand, la cicatrice lasciata da Kralkatorrik nel tragitto per il Deserto di Cristallo, che ha corrotto e trasformato flora e fauna. Dove umani e charr cercano di rinsaldare una debole tregua, non mancano separatisti di entrambe le razze a mettere i bastoni tra le ruote della pace. Ci sono un sacco di problemi da livello 30 a 40 a Fields of Ruin, e abbiamo gironzolato qualche oretta nel tentativo di risolverli tutti.

Eventi bollenti

Cosa più facile a dirsi che a farsi, visto che ormai anche i sassi sanno che le Renown Task, le quest indicate chiaramente sulla mappa dalle icone a forma di cuore, sono solo una parte del PvE contenuto in ogni zona di Guild Wars 2. Anche in questo caso ci siamo resi conto che le Renown Task, da sole, molto semplicemente non bastano a spingere il giocatore verso i livelli successivi: è necessario quindi guadagnare esperienza in praticamente ogni modo possibile, esplorando e combattendo, scoprendo nuove aree e completando i famigerati eventi dinamici.

Una giornata a Ebonhawke

La curva in fase di leveling ci è sembrata perfetta, non si sente il peso della maggior quantità di punti esperienza necessaria se si affronta il gioco con lo spirito giusto. Spirito che probabilmente non appartiene a tutti i giocatori: è facile immaginare che quelli più abituati al mercato theme-park teleguidato di quest-hub in quest-hub avranno qualche difficoltà ad adattarsi a una struttura con una componente che potremmo definire quasi free-roaming. Attenzione, perché ci sono pregi e difetti in ballo: il PvE di Guild Wars 2 incoraggia a esplorare e scoprire il mondo di gioco, è vero, ma a tratti ci è apparso un po' dispersivo, con gli eventi randomici collocati, sì, nei paraggi di ogni "cuore", ma non sempre disponibili, col risultato che è facile mancarli per un soffio. Gli eventi di Fields of Ruin ci hanno anche confermato la grande varietà di sfide concepite da ArenaNet, se non nella forma quantomeno nello spirito: ancora una volta ripetiamo con forza che chi si aspetta la totale assenza di uccisioni di mostri o raccolte di oggetti in stile "innominabile MMORPG standard & derivati" rimarrà un po' amareggiato. Le missioni di Guild Wars 2 vanno benissimo così, ma non propongono nulla di drasticamente diverso dal solito, anche se Fields of Ruins ci ha riservato qualche simpatica sorpresa sul tema. Abbiamo anche avuto occasione di difendere un avamposto con le unghie e con i denti dall'assalto di un raid di orchi: questo ci ha permesso di mantenere un temporaneo controllo sul comodo waypoint collegato, anche se qualche ora dopo lo abbiamo amaramente scoperto in mano nemica.

Una giornata a Ebonhawke

Interessante anche lo sviluppo ramificato di alcuni eventi, decisamente più complessi rispetto a quelli giocati, per esempio, a Metrica Province o Queensdale: in particolare, ci è piaciuta la serie di eventi legata al sabotaggio dei separatisti che a un certo punto si biforcava, permettendoci di collaborare con i charr o con gli umani in eventi diversi. Dato che ci sembrava piuttosto noioso passare il tempo a raccogliere mine e uccidere i nemici per gli umani, abbiamo seguito i charr e poi intrapreso un altro evento di passaggio, un raid nella tana delle arpie che ci ha condotto a una rete di grotte seminascoste dove abbiamo involontariamente evocato un imp di tipo "veterano" che ci avrebbe anche fatto fuori se non avessimo fatto ricorso alla nostra abilità elite, un golem asura pilotabile che ci ha ricordato, ancora una volta, perché li adoriamo.

Quando il gioco si fa duro

Come avrete capito, insomma, la componente esplorativa ha un ruolo determinante nello sviluppo del personaggio in PvE, in quanto fonte primaria, diretta o indiretta, di punti esperienza. È anche un'attività profondamente appagante proprio per la qualità della geografia e del level design di ArenaNet: Guild Wars 2 si riconferma un prodotto estremamente rifinito e ricco di contenuti in ogni angolo, benché a volte non siano molto evidenti o facilmente accessibili.

Una giornata a Ebonhawke

Affermazione particolarmente vera per i "platform puzzle" e le Vista, punti di interesse posizionati in modo spesso davvero scaltro che sbloccano brevi cinematiche panoramiche e ulteriori punti esperienza. Ne abbiamo beccato uno a dir poco esaltante proprio a Ebonhawke: dopo cinque minuti buoni a sbattere la testa a muro per cercare di capire come arrivare a quello stramaledetto triangolo verde, abbiamo capito che bisognava salire una rampa di scale e saltellare da un tetto all'altro fino a un balcone con una porta aperta. Eccitatissimi, siamo entrati nell'edificio per trovarci di fronte a due porte chiuse e a un organo che era possibile suonare, probabilmente per proseguire azzardando lo spartito giusto. Citazione dei Goonies, forse? Non siamo caduti in un baratro senza fine ma ce lo siamo segnato per la release. Insomma, Fields of Ruin e Ebonhawke dimostrano un notevole livello di complessità, a occhio e croce decisamente maggiore rispetto alle zone iniziali, anche se esteticamente la regione non ci è piaciuta quanto quelle che abbiamo esplorato in precedenza: la città fortificata è davvero fantastica e ricca di dettagli e atmosfera, ma l'area circostante ci è sembrata un po' generica, escludendo le zone in cui NPC charr e umani se le davano di santa ragione a suon di cannonate. Aumenta anche la complessità dei combattimenti, che richiedono ora un utilizzo ragionato delle varie abilità e condizioni. Premere tasti a casaccio non è più il caso, sopratutto perché i nemici stordiscono, avvelenano, azzoppano e altro ancora:

Una giornata a Ebonhawke

le abilità giuste negli slot giusti possono fare un'enorme differenza, trasformando il miniboss che ce le aveva suonate cinque minuti prima in una completa nullità. E tutto questo senza neanche degnare di uno sguardo Trading Post o Gem Store. Ammettiamo, però, che al mefistofelico Gem Store un'occhiata gliel'abbiamo pur data: confermiamo ancora l'assenza di oggetti dall'aria troppo "pay-to-win"; sembra quindi che ArenaNet voglia proseguire sulla strada dei consumabili chic che aumentano l'esperienza o il denaro guadagnato per un'ora senza sfiorare l'equilibrio del gioco con una strisciata di carta di credito. Piuttosto, abbiamo speso le nostre duemila gemme omaggio per fare spese pazze e abbiamo comprato un pacchetto di mini e due completi, quello da pirata e quello da cuoco. Ci ha sorpreso scoprire che a entrambi i set sono legate delle divertenti abilità che, per esempio, permettono di evocare il nostro sous-chef charr personale e collocare un maiale alla brace o un cannone finto. Intendiamoci, è roba assolutamente superflua: resta da vedere quindi quanto sarà appetibile quando si svilupperà una reale economia.

Guild Wars 2 e la concorrenza

A questo punto ci aspettiamo già la solita valanga di commenti in coda al nostro articolo che accolgono con entusiasmo il messia del genere MMORPG e pregano per il passaggio a free-to-play di ogni altro concorrente e la distruzione atomica di una certa isola dei panda, con una foga ultras che ogni volta ci lascia francamente perplessi.

Una giornata a Ebonhawke

Dopo svariate ore di test, a poche settimane dal lancio, vogliamo spendere due parole sulla questione per poi affrontare l'inevitabile recensione con professionale serenità. Come avrete capito leggendo le nostre righe, Guild Wars 2 ci è piaciuto, ma è ancora presto per trarre conclusioni su come si evolverà un titolo senza abbonamento che fa del PvP la sua principale forma di endgame, per quanto il PvE ci sembri comunque molto curato. Spesso la questione si riduce a un'acida e sconsiderata guerra tra i sostenitori del titolo ArenaNet e quelli del colosso Blizzard, considerato indubbiamente il principale rappresentante degli MMORPG di tipo theme-park e quindi la sua nemesi per antonomasia. Nei prossimi mesi il conflitto assumerà proporzioni epocali, complice anche il passaggio a quasi-free-to-play di Star Wars: The Old Republic, le espansioni de Il Signore degli Anelli Online e Rift, il rilancio di Final Fantasy XIV e le patch di TERA e The Secret World, senza dimenticare l'uscita settembrina di Mists of Pandaria.

Una giornata a Ebonhawke

A cosa giocare? Chi vince questa guerra? Per quale MMORPG vale la pena spendere tempo e denaro? Ai posteri l'ardua sentenza, ma vi lasciamo con un interessante concetto sul quale nessuno pare soffermarsi mai: Guild Wars 2 un titolo senza dubbio peculiare che si fonda su un PvP potenzialmente infinito... e non si paga nulla oltre alla scatola. A nostro avviso, il titolo ArenaNet potrà appoggiare e seguire parallelamente qualunque altra scelta a sottoscrizione, che sia World of Warcraft o un altro MMORPG a pagamento o meno, in base a cosa offra per i propri, sacrosanti gusti personali. Perciò, perché perdere tempo ad azzannarsi, ci chiediamo, quando si potrà godere letteralmente del meglio di due mondi e anche di più?

CERTEZZE

  • Qualità costante del level design
  • Porte chiuse al pay-to-win
  • Maggior frequenza di eventi ramificati

DUBBI

  • Un po' troppa enfasi sull'esplorazione
  • Fields of Ruin è un'area un po' banale
  • Abilità superflue