La patch 5.0.4 di World of Warcraft è importantissima. E non perché fa da apripista a Mists of Pandaria, la quarta espansione in uscita il 25 settembre, e neanche perché apporta un'infinità di modifiche e cambiamenti a praticamente ad ogni aspetto del gioco. Questo update è importantissimo perché, semplicemente, è il primo del 2012. Per quanto possa sembrare assurdo, è tutto vero: Blizzard non aggiorna il suo MMORPG da più di otto mesi, per la precisione dal 30 novembre 2011, il fatidico giorno in cui è stata integrata una delle feature più chiacchierate di sempre, il Raid Finder.
L'uscita della 5.0.4, dopo così tanto tempo dall'ultimo update, ha sollevato non poche perplessità tra i più maliziosi, che hanno visto nella scelta della settimana un modo per fare concorrenza al lancio di Guild Wars 2. In realtà, Blizzard aggiorna sempre World of Warcraft un mese prima del lancio di una nuova espansione, quindi tutti i giocatori con un minimo di esperienza si erano aspettati l'aggiornamento in questi giorni. Discutere l'update nel dettaglio non è facile, ma prima di riassumere un po' la mole colossale di cambiamenti ci sembra opportuno fare il punto della situazione...
La brutta fine di Cataclysm
Parliamoci chiaramente, la gestione di World of Warcraft negli ultimi tempi ha lasciato parecchio a desiderare e la scusa del team impegnatissimo nella lavorazione prima di Diablo III e poi di Mists of Pandaria non regge granché quando intaschi circa dieci milioni di sottoscrizioni mensili senza aggiornare il gioco regolarmente, neanche fosse un MMO coreano free-to-play. Non sorprende dunque il massiccio calo di sottoscrizioni confermato qualche settimana fa, un crollo di un milione e centomila account assolutamente comprensibile tra la mancanza di nuovi contenuti, la concorrenza e il lancio di Diablo III a maggio. Una politica sicuramente poco corretta anche nei confronti del milione di utenti circa che aveva sottoscritto l'abbonamento annuale, certamente per l'accesso anticipato alla Beta di Mists of Pandaria e per la copia di Diablo III gratis, ma anche per fiducia nei confronti del supporto al gioco. Non è la prima volta che se ne discute, comunque. Anzi, la polemica ha circondato World of Warcraft per parecchi mesi già l'anno scorso, quando l'espansione precedente, Cataclysm, ha tradito le eccellenti premesse deludendo i giocatori con uno sviluppo contenutistico e narrativo decisamente inferiore alle espansioni precedenti. Cataclysm era partita benissimo grazie all'originale revamp dell'intero mondo di gioco e alla presenza di un nuovo nemico apparentemente invincibile, poi qualcosa è andato storto e ci si è ritrovati di fronte a un continuo riciclo di vecchi asset e idee, basti pensare al "revamp" dei due dungeon Zul'Aman e Zul'Gurub, al ritorno di Ragnaros nella monotona Firelands e allo scontro finale con Deathwing, probabilmente il più anticlimatico nella storia del gioco.
Perciò, passi un'intera espansione a prepararti a uno scontro mortale con il più potente drago mai esistito e poi ti tocca combattere i suoi anonimi scagnozzi in una manciata di zone riciclate per poi sconfiggerlo schiacciandogli le dita, una per una, con gli Aspetti che si fanno in quattro per darti una mano mentre i grandi capi-fazione giocano a strip-poker da qualche parte? Una conclusione deludente, insomma, anche dal punto di vista meramente ludico, tra il poco ispirato design degli encounter riassumibile in "evita la roba per terra" e l'integrazione di una feature, il Raid Finder, che ha contribuito a distruggere e ghettizzare la comunità giocante, rendendo la vita e il reclutamento impossibile alle gilde più piccole, le stesse che Blizzard aveva cercato di avallare ritoccando la difficoltà e scalando i contenuti. Un'espansione di controsensi, Cataclysm, che ha enfatizzato al massimo il concetto di "tutto per tutti" a ogni livello, dimostrando una notevole difficoltà nel bilanciamento e nella gestione di PvE e PvP, quest'ultimo praticamente ridotto all'ombra di sé stesso. Mists of Pandaria, d'altra parte, sembra essere una ventata d'aria fresca sotto ogni aspetto, da quello narrativo a quello contenutistico passando anche per quello tecnico. Una tabula rasa, insomma, era proprio quello che ci voleva per cominciare la nuova avventura nel migliore dei modi.
La patch 5.0.4
Il peso di questo nuovo update rende vagamente l'idea della mole di modifiche apportate al client di gioco: ben sei giga e passa di download con tanto di riconfigurazione dei file di installazione annessa, visto che la cartella di World of Warcraft comincia a essere di dimensioni inaudite. Cambiano davvero tantissime cose con questo aggiornamento, anche dal punto di vista grafico, con il passaggio al nuovo sistema di illuminazione, il supporto SSAO e un perfezionamento di rifrazioni e riflessi. Ancora nulla per quanto riguarda il restyling dei vecchi modelli poligonali, ma Blizzard ci sta lavorando. Il miglioramento grafico è solo un antipasto di quanto troveremo sull'isola dei Pandaren, ma avremo modo di parlarne approfonditamente in sede di recensione tra un paio di mesi. Cambiano anche svariati elementi dell'interfaccia, spesso per riflettere non soltanto le nuove meccaniche ma anche la volontà di rendere World of Warcraft sempre più intuitivo e accessibile, tra suggerimenti per ogni magia o abilità e una generale revisione di finestre e menù, sopratutto per quanto riguarda il crafting, il Dungeon Journal e le nuove funzioni BattleNet. A proposito, forse dovremmo smetterla di usare la terminologia inglese e cominciare ad abituarci a quella italiana, visto che la patch porta il tanto atteso adattamento nella nostra lingua:
se siete tra coloro che masticano poco l'inglese, questa funzione vi permetterà di godervi pienamente ogni testo e dialogo del gioco nella nostra lingua, compreso il napoletano dei Troll e la traduzione di nomi propri e di località. Volete farvi un bel giro a Roccavento? Prego, accomodatevi. O magari preferite partecipare a qualche bella Incursione o Scorreria? La nuova opzione di Predazione ad area vi permetterà di raccogliere ogni oggetto con un solo click, perciò sarà ancora più divertente! Come avrete intuito dal nostro sarcasmo non siamo propriamente soddisfatti dell'adattamento italiano, ma comunque è uno sforzo titanico che merita rispetto, sopratutto perché permetterà a tanti giocatori di immergersi più facilmente nel mondo di gioco. È una buona occasione anche perché sono all'orizzonte degli sviluppi narrativi di una certa importanza: con la patch viene infatti integrato lo scenario della Battaglia di Theramore, il quale sarà accessibile però soltanto verso metà settembre. Si tratta del vero e proprio prologo a Mists of Pandaria, un attacco da parte dell'Orda capitanata da Garrosh Malogrido (sigh) che lascerà una cicatrice indelebile nei rapporti tra le due fazioni. Adesso è di nuovo guerra aperta e a farne le spese a quanto pare sarà Jaina Proudmoore, da sempre in prima linea nel cercare di mantenere la pace tra le due fazioni.
Classi, talenti e altro ancora
La patch ha modificato anche l'archivio di mascotte, Imprese e cavalcature, adesso perlopiù condivisi da tutti i personaggi nell'account, e per quanto riguarda le mascotte è già disponibile la nuova interfaccia legata al mini-gioco relativo che sarà disponibile con l'espansione.
I due vecchi dungeon (scusate, ma proprio non riusciamo a chiamarli Scorrerie) Scarlet Monastery e Scholomance sono stati completamente ristrutturati: la versione eroica sarà ovviamente giocabile a livello 90, ma per ora è già possibile esplorarne la versione regolare del livello appropriato. La modifica più rilevante alla struttura di gioco riguarda però i tanti cambiamenti apportati alle dieci classi già esistenti. Tornare su Azeroth può essere traumatico, più per un veterano che per un novellino senza dubbio. Non solo la maggior parte delle magie è stata ridisegnata graficamente ed è ora caratterizzata da effetti più incisivi, ma la loro funzione in molti casi è drasticamente cambiata: queste modifiche sono molto complesse e vi suggeriamo vivamente di leggere le patch notes ufficiali per saperne di più, ma appare chiaro come Blizzard abbia voluto semplificare e allineare le varie funzioni di ogni classe senza snaturarne il ruolo o le precise peculiarità. Per questa ragione sono stati applicati dei cambiamenti generali, come per esempio il Mana massimo raggiungibile dalle classi magiche, proprio per mantenere sotto controllo una situazione che potrebbe complicarsi con i bonus a quattro cifre sui nuovi oggetti di livello 85 e oltre. Anche le statistiche hanno subito qualche modifica, sono state per esempio introdotte PvP Resilience e PvP Power per bilanciare il Player Vs Player, per quanto utopico possa sembrare. A conti fatti, la nuova patch costringerà i giocatori a reimparare le loro classi praticamente da zero, grazie anche al nuovo sistema di talenti:
i vecchi alberi ramificati sono stati completamente rimossi a favore di sei gruppi da tre di abilità, sbloccati ogni quindici livelli dal 15 al 90. Abbandonata completamente la soluzione dei poco fantasiosi incrementi statistici, Blizzard ha preferito proporre delle abilità attive e passive uniche che influenzano in modo diretto lo stile di gioco. Questo significa che un paladino specializzato Holy potrà decidere quale talento imparare tra tre diversi, preferendo magari un'abilità più aggressiva a quella tipicamente curativa. È interessante la possibilità di resettare i talenti in qualunque luogo o momento, purché non durante uno scontro, in modo da garantire una maggior libertà nella gestione di ogni encounter. Si tratta di un sistema controverso che ha generato non poche polemiche, sopratutto tra i vecchi utenti abituati da anni ai talenti tradizionali. A una prima occhiata ci sembra decisamente più semplice ma anche molto più promettente, da un punto di vista meramente strategico e situazionale. Per scoprire se è vero, non ci resta che aspettare il 25 settembre e le nuove sfide dell'isola dei Pandaren.