"Anche se God of War III concluderà la trilogia, non sarà la fine del franchise" aveva detto nel 2010 John Hight, direttore di Santa Monica Studio. "Dovremo stare molto attenti con il nostro prossimo progetto": un'affermazione sibillina che fu interpretata in tanti modi, ma probabilmente nessuno abbastanza vicino alla verità. L'idea più scontata era quella di un God of War IV, e in un certo senso era giusta, ma non al cento per cento. Il finale di God of War III, oltretutto, ci aveva depistato per bene, pur lasciando uno spiraglio di possibilità per un seguito vero e proprio. Credevate davvero che ci fossimo liberati di Kratos? Lui è come l'erba cattiva, non muore mai. E se muore, state pur certi che negli uffici di Santa Monica sanno già come farlo tornare. Vale la pena chiedersi però, se ci siano abbastanza novità da giustificarlo...
Com'eravamo
Cerchiamo di fare un po' di chiarezza. La prima domanda che potrebbe frullarvi in testa: ma che cos'è God of War: Ascension? È un prequel, un sequel, un reboot o uno spin-off? "Non è un reboot" spiega deciso il game designer David Hewitt, "La storia è sempre quella, ma siamo tornati all'inizio. I fan vogliono dei momenti epici, assurdi e fuori scala, boss enormi, enigmi e ambientazioni da favola: questi sono degli elementi chiave della serie su cui stiamo lavorando, a prescindere dal momento in cui si svolge la trama".
Insomma, God of War resta sempre God of War, e su questo possiamo stare tranquilli. E non si tratta di un sequel, quindi possiamo scartare eventuali clonazioni, resurrezioni e altri espedienti da fumettone americano. In effetti, pare che il gioco inizierà sei mesi dopo che Kratos ha ucciso sua moglie e sua figlia: a questo punto ha già venduto l'anima ad Ares, ma non è si è ancora trasformato nello spartano spietato che abbiamo conosciuto. "I giocatori avranno a che fare con un Kratos molto più umano del solito" spiega il direttore Todd Papy. "Abbiamo deciso di dare un'occhiata al lato più umano di Kratos, in modo che anche i fan possano capirlo meglio e conoscere alcune delle sue prime avventure". Nella fattispecie, pare proprio che tra i principali antagonisti di Kratos questa volta ci saranno le tre Furie: sembra che il nostro caro spartano cercherà di ucciderle per spezzare il legame con Ares.
Todd Papy ha anche ammesso che gli sarebbe piaciuto introdurre la dea Artemide come comprimaria giocabile, ma che poi l'idea è stata scartata, anche se non è detto che Santa Monica torni a lavorarci in futuro. Un nuovo IP? Pacchetto DLC? Chissà. Intanto, Kratos avrà le sue belle gatte da pelare. "Dovrà affrontare i suoi demoni interiori e si ficcherà in un sacco di guai davvero grossi" anticipa Hewitt. "Nel corso della storia sarà sconfitto più volte, adesso è più vulnerabile di come lo ricordiamo. Anche le sue movenze sono cambiate: negli altri giochi Kratos si arrampicava piantando le spade sul muro; adesso abbiamo deciso di fargli afferrare gli appigli con le mani e con i piedi, come una persona normale". Dunque, pare proprio che Santa Monica Studio voglia giocare più sul concetto del Kratos uomo che dello spartano dal cuore di ghiaccio al quale siamo abituati. Significa quindi che la trama sarà più articolata e profonda che in precedenza?
Un Kratos non basta
Naturalmente, la feature più sorprendente (qualcuno ha perfino detto "sconcertante") di questo God of War: Ascension è la presenza di una modalità multigiocatore. È una novità assoluta per un franchise da sempre single player e bisogna ammettere che ha suscitato non poche perplessità. È raro che le due parti si equilibrino, spesso una delle due finisce sempre per rendere l'altra soltanto accessoria. Sarà anche questo il caso? "Assolutamente no", dice il lead designer Mark Simon, un veterano che ha lavorato già a God of War II e God of War III. "La modalità single player sarà epica, una vera figata.
Il fatto è che quando io e Todd Papy abbiamo cominciato a lavorare a questo progetto, ci siamo resi conto che dovevamo fare qualcosa di diverso: dare ai giocatori la possibilità di sfidare i loro amici o familiari. Il momento in cui si decapiteranno o si spingeranno giù da un dirupo sarà quello in cui si renderanno conto di star giocando a God of War in multigiocatore". Simon sembra molto sicuro delle sue parole, ma la perplessità rimane. Per esempio, in modalità multigiocatore chiunque vorrebbe calarsi nei panni di Kratos, no? Eppure, ci sono tanti altri eroi da scegliere, nonché le divinità con cui allearsi per cambiare lo stile di gioco del proprio personaggio. "La cosa migliore è che se vi rendete conto che tutti i giocatori nella partita hanno scelto la vostra alleanza, nella successiva potrete cambiarla e sorprenderli" spiega Simon. "Vogliamo che i giocatori abbiamo questo genere di libertà, in questo modo man mano che combattono acquisiscono nuove abilità collegate al dio scelto e il gioco continua a riservare sorprese". A proposito di sorprese, c'è da chiedersi quanto possa essere sorprendente un sistema di combattimento come quello di God of War, ripetuto per n-mila ore all'interno di un'arena. A parte il fatto che ci sono stati non pochi cambiamenti, a cominciare dalla possibilità di rubare le armi ai nemici e usarle contro di loro, Simon ha una risposta pronta anche per il problema della ripetitività. In buona sostanza il segreto si nasconde nella cooperazione. "Potevamo prendere la campagna single player e riciclarla ma, sinceramente, a chi interesserebbe?" spiega Simon. "La cosa migliore dell'avventura di Kratos è che c'è una sorpresa dietro ogni angolo. Lo stesso vale per la modalità multigiocatore. Una delle cose di cui siamo più fieri è l'interazione tra i giocatori. Posso scagliare un nemico in aria e a quel punto può colpirlo anche un mio compagno. Oppure posso afferrare un mostro e tenerlo stretto mentre un mio amico lo fa a pezzi insieme a me. Stiamo implementando un sacco di idee di questo tipo".
Sembra complicato; il nostro timore è che rischi di confondere i giocatori, considerando poi che il sistema di combattimento di God of War è semplice da imparare ma decisamente complesso da padroneggiare al massimo. "Credo che chiunque prenda in mano un joypad sarà in grado di prendermi a calci nel sedere nel giro di un paio di partite, e io questo gioco l'ho giocato tanto" sostiene Simon. "Il punto non è la curva di apprendimento, in fondo le mosse sono abbastanza semplici: il problema è combinarle e prevedere gli attacchi dell'avversario. Quello sì che è più difficile". Niente paura comunque, c'è un tutorial: la storia della modalità multi giocatore. Aspetta un attimo... una storia per il multigiocatore? "Quando scegliete un personaggio, vi raccontiamo chi è, qual è il suo obiettivo e come si collega agli dei. Il fatto è che nella modalità single player vi prendiamo per mano e vi raccontiamo una storia. In multiplayer non possiamo farlo allo stesso modo, ma vi raccontiamo comunque un'altra storia" spiega Simon. Insomma, c'è tantissima carne al fuoco in questo God of War: Ascension, probabilmente il progetto più ambizioso dei ragazzi di Santa Monica. La domanda a questo punto è: riusciranno a cucinare un bell'arrosto?