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Ritorno all’orrore

Cosa ne è stato di The War Z dopo quattro mesi dalla pubblicazione? Scopriamolo insieme

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   18/04/2013
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Come ricorderete bene, The War Z ci era piaciuto moltissimo in fase di recensione. Nonostante le grandi qualità del titolo, che gli avevano fatto meritare ogni singolo decimale del voto finale, molti di voi ci hanno accusato di essere stati corrotti dagli sviluppatori di Hammerpoint Interactive, che hanno vinto diversi premi simpatia da allora a oggi, e di aver espresso un giudizio fin troppo lusinghiero verso un'opera in fondo meno che mediocre, mentre altri ci hanno addirittura accusato di avergli dato un voto troppo basso e che il gioco ha delle qualità nascoste che vanno sviscerate prima di giudicarlo.

Ritorno all’orrore

Così, dopo la polemica nata tra le opposte fazioni e vista la travagliata gestazione del lancio, che ha portato a un ritiro temporaneo del gioco dal catalogo di Steam fino al 26 febbraio, ci siamo ripromessi di tornare ad esaminarlo dopo qualche mese, per vedere se tutte le minacce di linciaggio arrivate agli sviluppatori abbiano portato dei frutti, oppure se il gioco è ancora il 'capolavoro' mancato che era a fine dicembre, quando i morti si bloccavano nelle transizioni d'area e il vero pericolo da cui bisognava scappare erano i player killer. Non fate quelle facce basite, lo sapete che abbiamo lo stomaco forte. E poi siamo curiosissimi di sapere cos'è successo nel frattempo in questo mondo pieno di non-morti, che pare lascino commenti anche su internet...

Poche nuove, cattive nuove

Battute a parte, dalla recensione era abbastanza chiaro che i problemi di The War Z erano tutti strutturali e che sostanzialmente si trattava di un titolo lanciato sul mercato in uno stato pietoso e non finito. Da allora sono passati più di quattro mesi e di aggiornamenti, con bugfix e aggiunte varie ne sono stati rilasciati a iosa. E la comunità si è dimostrata fin troppo tollerante verso il prodotto. Cos'è cambiato? Molto, ma quasi nulla. In che senso?

Ritorno all’orrore

Nel senso che tutte le patch rilasciate finora, che hanno aggiunto elementi al gameplay e sistemato qualche problema qua e là, sono servite solo a dimostrare quanto la prima versione commerciale del gioco fosse incompleta e disastrosa, al punto che diversi update hanno sì risolto dei problemi, ma ne hanno introdotti altri, anche di molto pesanti per la stabilità generale. Non è mancato il caso di account rubati dai server, che non ha stupito veramente nessuno. Ovviamente il lavoro sul gioco continua, ma quanto potrà durare? The War Z sembra aver bisogno di ben più di qualche aggiornamento e bugfix per iniziare a essere un titolo consigliabile, ossia è facile ipotizzare che ci vorrà più di qualche mese di lavoro per vederlo in una forma più definitiva, ma se le vendite non permettessero più al team di sviluppo di continuare a lavorarci? Inoltre, quanto tempo bisogna attendere per avere qualcosa di meglio? Prendiamo i terribili zombi. Quattro mesi fa avevamo segnalato dei grossi problemi nell'intelligenza artificiale dei nemici e nella loro implementazione.

Ritorno all’orrore

Cos'è cambiato da allora? Assolutamente nulla, visto che è ancora possibile portarli fino al bordo di un'area per vederli bloccati e in balia del primo giocatore con torcia elettrica di passaggio. Traduciamo: è possibile ripulire intere aree sfruttando questo exploit davvero terrificante. In realtà nelle aree più grosse ci sono alcune controindicazioni nel farlo. La prima è un bug che continua ad affliggere i combattimenti: capita a volte che dei nemici, anche molto lontani dal protagonista, riescano a portare a segno dei colpi pur essendo evidentemente andati a vuoto (a meno che non siano le versioni zombiche, zombesche, zomboidi di adepti della divina scuola di Nanto). Questo rende le corse verso il confine dell'area con un trenino di corpi in putrefazione alle spalle una specie di lotteria. La seconda controindicazione è che se non si è ben armati, si tratta di un'operazione noiosissima che può impegnare molti minuti. Comunque, in giro per l'articolo troverete un filmato che ben mostra la situazione penosa dei combattimenti contro i morti e che vale più di mille parole. Giudicate voi.

Frammenti d'inconsistenza

Prendiamo anche l'implementazione del famigerato skill tree, che si rivela influente nel gameplay solo dopo molte ore di gioco, visto il tempo richiesto per accumulare i punti esperienza. Sembrano più una serie di vantaggi piazzati lì tanto per far numero, invece di una serie di abilità studiate per arricchire l'esperienza di gioco... ma in fondo, di quale gameplay parliamo? I giocatori sono ancora in attesa di missioni da svolgere e obiettivi da raggiungere.

Ritorno all’orrore

Invece siamo sempre lì: si viene buttati sulla mappa e si deve andare in giro a raccattare oggetti evitando i morti e i giocatori infoiati, che sembrano campare solo per dare fastidio agli altri. La domanda rimane quella già posta mesi fa: a che scopo? Ovviamente qualcuno potrà trovare divertente vagabondare senza una vera metà, lanciando chiamate d'aiuto agli altri giocatori disponibili quando si trova in situazioni rischiose (feature aggiunta con uno degli ultimi aggiornamenti), ma alla lunga sembra solo una grossa perdita di tempo finalizzata a rinvenire oggetti rari, per uccidere i nemici tutti uguali. Non c'è una storia da seguire come non c'è un vero motivo per farlo a parte vedere il proprio personaggio crescere in un mondo vuoto. Ecco, come sarà riempito questo vuoto? Anche qui ci troviamo di fronte al solito problema: The War Z è bacato nelle sue fondamenta e manca di troppi elementi di gameplay per poter pensare di vederlo sbocciare tramite patch. Non si tratta di considerazioni peregrine e ingiuste nei confronti di chi si sta comunque impegnando nel supporto del titolo, ma di constatazioni di una realtà di fatto che appare sempre più innegabile.

Ritorno all’orrore

Ogni feature di un videogioco va testata e produce problemi su problemi prima di essere considerata stabile, come si pensa di poter arrivare a implementarne decine in breve tempo in modo da non creare mostruosità? Non stiamo parlando di piccole caratteristiche aggiuntive o di aggiustamenti, ma di elementi portanti per un qualsiasi videogioco, come delle missioni strutturate, magari in una campagna. Volendo si potrebbe questionare anche che il sistema di microtransazioni in gioco è ancora molto, troppo invasivo, e che la storiella dei giocatori che non vogliono mantenere il possesso degli oggetti acquistati con soldi veri, spacciata in giro dal producer di Hammerpoint, fa un pochino ridere. Come fa ridere lo sforzo profuso nelle ultime patch per modificare la gestione dello spawn degli oggetti, che sembra sempre oscillare tra la necessità di non far inviperire i paganti e quella di scucirgli quanti più soldi possibili.

Le laconiche conclusioni

Insomma, vi starete chiedendo, da Natale a oggi è cambiato il giudizio su The War Z? Assolutamente no. Magari un paio di punti in più potremmo anche concederglieli, ma che senso avrebbero? Qualche miglioramento c'è stato, ma si tratta di un titolo ancora disastroso, con troppi problemi per essere apprezzabile da chi non sia fermamente convinto di volerselo far piacere. E che vive inoltre il paradosso di aggiunte che vanno a creare nuove criticità, invece di risolvere le vecchie, segno che si sta procedendo un po' a casaccio, mettendo pezze qua e là per cercare di non far affondare definitivamente la barca.

Ritorno all’orrore

Non sappiamo sinceramente se uno speciale del genere si ripeterà anche in futuro, perché il gioco inizia a perdere interesse e perché non ci va neanche di continuare a sparare sulla Croce Rossa. Probabilmente ci torneremo sopra in presenza di grosse novità, ma così com'è oggi continuiamo a sconsigliarlo caldamente a tutti e lo facciamo riportando un recente commento, postato da un certo Sugabug, apparso sul forum ufficiale del gioco, che lo riassume perfettamente: "Ho giocato per qualche sera con un gruppo nato di questo forum. Sono giunto alla seguente conclusione: giocare The War Z non ha niente a che fare con la nostra abilità o con l'essere videogiocatori, ma solo con il nostro saper sopravvivere ai bug e alla cattiva programmazione." Quale conclusione migliore?