Monografie è una rubrica a cadenza mensile che racconta i momenti essenziali nella storia di alcune società, franchise o personaggi di spicco nel mercato videoludico.
Il lancio europeo di PlayStation 4 è ormai imminente, l'aspettiamo da un giorno all'altro, e proprio come vi avevamo promesso rieccoci qui a ricordare la storia del brand Sony, dopo aver fatto altrettanto con il Monografie speciale dedicato a Xbox di Microsoft della settimana scorsa.
Le vicende delle console Sony, però, sono un po' più lunghe e convulse, perciò nelle prossime righe non troverete ogni dettaglio, rumor o indiscrezione che ha accompagnato i quindici e passa anni di vita del marchio PlayStation e di tutte le sue periferiche. Un marchio che, lo ricordiamo, si è imposto in un mercato che per anni era stato dominato da alcuni giganti dell'intrattenimento, e che nessuno credeva che sarebbe potuto cambiare in questo modo, dando inizio a una guerra senza esclusioni di colpi fatta di marketing, pubblicità e progressi tecnologici. Potremmo dire che, con l'arrivo di Sony, il mercato dei videogiochi perse del tutto la sua innocenza... ma è tutto molto più complicato di quanto non sembri.
PlayStation
PlayStation fu lanciata in Giappone alla fine del 1994, ma la verità è che l'idea era nata quasi un decennio prima, intorno al 1986 per l'esattezza, quando Nintendo aveva cominciato a lavorare su una tecnologia a dischi contemporaneamente allo sviluppo del Famicom, il nostro NES. C'erano parecchi problemi, però, perché i dati contenuti nei dischi magnetici della console si potevano facilmente corrompere o cancellare e non c'era modo di proteggerli dalla pirateria.
Una ragione in più per tenere d'occhio il CD-ROM XA di Sony e Phillips, un nuovo formato che combinava la compressione di dati audio, visivi e informatici in modo che potessero essere letti contemporaneamente: Nintendo propose a Sony una partnership per lo sviluppo di SNES-CD, una periferica CD-ROM per Super Nintendo, sulla base di un accordo stretto con Ken Kutaragi, l'uomo di Sony che aveva convinto la grande N a sfruttare il suo processore SPC-700 per il Super Famicom. Il problema, però, era che Sony non ne sapeva nulla di questa collaborazione, e Kutaragi quasi rischiò il licenziamento... ma poi il CEO di Sony, Norio Ohga, riconobbe le potenzialità dell'idea di Kutaragi e decise di lasciargli la scrivania. Mai decisione fu più azzeccata, perché quando Nintendo abbandonò il progetto del SNES-CD, Sony aveva per le mani la base della sua prima console: sebbene marchiata Sony, la macchina sarebbe stata compatibile con le cartucce Super Nintendo e avrebbe letto anche un nuovo tipo di CD che avrebbe permesso a Sony di mantenere una certa presa sul mercato nonostante la posizione di assoluto rilievo di Nintendo. I problemi, comunque, non erano finiti. Play Station, così si sarebbe chiamata la console, avrebbe dovuto fare il suo esordio al Consumer Electronics Show del 1991, ma nel frattempo il boss di Nintendo, Hiroshi Yamauchi, si era accorto che il suo contratto con Sony del 1998 non era poi così vantaggioso per la casa di Mario, e quindi decise di annullare tutto... e di annunciarlo a sorpresa proprio durante il CES, rivelando una nuova partnership con Phillips, la principale concorrente di Sony. Quest'ultima prima valutò di abbandonare i suoi propositi, e poi - con quello che ai tempi fu definito un clamoroso "F**K YOU!" - decise semplicemente di farsi la propria console e sfidare a testa alta lo strapotere di Nintendo.
Di conseguenza, Yamauchi si limitò a fare causa a Sony, lamentando una violazione del contratto originale sulla base che il nome Play Station apparteneva a Nintendo. Il giudice respinse le accuse, Sony fece una bella linguaccia a Nintendo e rivelò la sua nuova console nell'ottobre del 1991. Fino all'inizio del 1993, Play Station avrebbe dovuto leggere anche i giochi SNES, grazie a un nuovo accordo con Nintendo, ma poi Sony cambiò idea e decise di puntare sia a un nuovo hardware sia a un nuovo tipo di utenza. Play Station divenne quindi PlayStation e perse lo slot per le cartucce SNES, tagliando una volta per tutte i ponti con la grande N. Il lancio di PlayStation, nota anche come PSX in fase di sviluppo e pertanto così chiamata dagli addetti a lavori per anni ed anni quando non avevano voglia di trascrivere il nome per intero, avvenne il 3 dicembre 1994 in Giappone, il 9 settembre 1995 in nord America e il 29 settembre 1995 in Europa, e fu accompagnato da una delle lineup iniziali più epocali di sempre: tra gli altri, la lista includeva Doom, Ridge Racer, Rayman e Toshinden. Bill Gates si limitò a commentare la console con una semplice frase: "ai nostri game designer piace la macchina Sony". Come a dire, tanti saluti SEGA e Nintendo. Ironicamente, da lì a qualche anno Microsoft sarebbe diventata l'arcinemesi di Sony.
Mancano pochi giorni all'arrivo di PlayStation 4: festeggiamo il lieto evento ricordando il suo passato
PlayStation 2
Lo sviluppo e il lancio di PlayStation 2 furono molto meno movimentati; d'altra parte, Sony avrebbe dovuto scontrarsi sopratutto con il Dreamcast di SEGA, e dopo averne schiacciato il Saturn grazie alla sua macchina bellica della pubblicità, l'impresa appariva praticamente un gioco da ragazzi. Sony presentò PlayStation 2 al Tokyo Game Show del 1999, insieme alle demo giocabili di titoli come Gran Turismo 3: A-Spec e Tekken Tag Tournament.
La console fu distribuita ufficialmente alla fine del 2000 e nel giro di un solo giorno Sony totalizzò qualcosa come duecentocinquanta milioni di dollari, schiacciando i novantasette milioni guadagnati da SEGA al day one di Dreamcast. Fu uno dei primi casi di "tutto esaurito" in ambito console, tra le vendite eccezionali e i vari ritardi nella distribuzione, e anche uno dei primi in cui la console fu venduta tramite siti online come eBay per migliaia e migliaia di dollari, confermando non solo l'influenza che Sony stava avendo sul mercato con il brand PlayStation, ma anche il drastico cambiamento nelle modalità di consumo degli utenti finali che erano stati attirati soprattutto dal marchio PlayStation: non importava che la console non avesse ancora mostrato i muscoli, PlayStation stava diventando sinonimo di videogioco e quel 2 prometteva vere e proprie meraviglie. Il successo in termini di vendite fu straordinario, ma anche abilmente manipolato da Sony, che creò un'enorme base installata ancor prima di diffondere i kit di sviluppo e assicurarsi una distribuzione uniforme in tutto il globo. PlayStation 2, oltretutto, poteva leggere i DVD, e costava quanto un lettore apposito: era, insomma, un lettore DVD entry-level e un modo per Sony di introdursi nel mercato home theater senza dare troppo nell'occhio. Fu una vera e propria guerra senza frontiere e di conseguenza ci furono delle vittime: il successo di PlayStation 2 significò la fine di Dreamcast. La console SEGA fu completamente devastata dalla rivale e la società giapponese fu costretta ad alzare bandiera bianca e a cessare la distribuzione della sua ultima console nel marzo del 2001, ad un anno e mezzo dal lancio, lasciando PlayStation 2 come l'unica console di nuova generazione a godersi il mercato.
Un predominio che durò poco più di sei mesi, visto che Nintendo tornò all'attacco con GameCube e Microsoft scese in campo con il suo primo Xbox. Scoppiò quindi una guerra senza precedenti, dove ciascuna macchina aveva un vantaggio sulle altre: Xbox aveva un hardware più potente, GameCube... be', era Nintendo, e costava meno, mentre PlayStation 2 le aveva battute sul tempo e si era già conquistata gli sviluppatori. La console Sony, però, seppur meno potente da un punto di vista tecnico, sapeva ancora leggere i DVD, cosa che GameCube non faceva e che Xbox poteva fare solo tramite periferica. Cominciò, quindi, anche la guerra delle esclusive: la società che sborsava di più si assicurava giochi che le concorrenti non avrebbero mai potuto concedere ai loro utenti, e Sony fu lesta a firmare accordi per franchise famosissimi come Metal Gear e Grand Theft Auto. Da un punto di vista prettamente strategico, Sony sembrava sempre un passo avanti, anche a costo di compiere scelte apparentemente masochistiche: lo dimostrò il taglio di prezzo del 2002, del 2003 e poi del 2006, per esempio, che le permise di contrastare GameCube, portandolo praticamente alla resa. Contro Xbox adoperò invece il PlayStation Network Adapter, che alla fine del 2002 avrebbe consentito alla console di collegarsi ad Internet, seppur in modo ancora abbastanza rudimentale ma non privo di franchise (come SOCOM) in grado di trainare ulteriormente le vendite della macchina.
PlayStation 3
PlayStation 2 cambiò forma e modello più volte nel corso degli anni, e mentre Sony svuotava i magazzini e rendeva il marchio sempre più famoso e accessibile, conducendo una guerra che diventava sempre più difficile e spietata (basti pensare alla fine di GameCube, oltre a quella di Dreamcast) la next gen di allora era ormai alle porte.
PlayStation 3 fu svelata per la prima volta all'Electronic Entertainment Expo del 2005, senza giochi e con un semplice prototipo del controller denominato Sixaxis. Accompagnata soltanto da tech demo (come quella famosissima di Final Fantasy VII, causa di fantasie erotiche in tutto il mondo) la console Sony era già una piccola meraviglia tecnologica, con così tante porte da far invidia a un albergo: ce n'erano due HDMI, ben sei per USB e tre Ethernet, numero che fu ridotto a rispettivamente una, quattro e una nel giro di un anno per una questione i costi. Quando fu annunciato il prezzo, si parlò di due modelli differenti per capienza di hard disk ed estetica. La data di lancio, però, era la stessa, il 2006: 11 novembre in Giappone, 17 novembre in nord America e in Europa. Quest'ultima, però, subì un ritardo per questioni di materie prime, e fu rimandata al marzo dell'anno successivo. Da questo punto di vista, la strategia di lancio di Sony sembrava un po' incerta, se paragonata a quella di PlayStation 2. Il prezzo dell'hardware giapponese fu decurtato poco prima del lancio, per esempio, e la versione da 20 GB della console fu modificata in corsa in modo da includere la porta HDMI precedentemente assente.
I primi giochi furono mostrati e giocati al Tokyo Game Show del 2006 e convinsero più di ottantamila early adopter a svuotare gli scaffali nelle prime ventiquattro ore soltanto, prendendosi persino a pugni per l'occasione, facendo la felicità del giornalismo scandalistico e delle associazioni di genitori repressi che trovavano nella violenza dei videogiochi la scusa perfetta per fare moralismo spicciolo. A due giorni dal lancio, Sony di PlayStation 3 ne aveva vendute più di seicentomila. C'è da dire che, però, l'accoglienza generale fu decisamente fredda se paragonata a quella riservata alle due console precedenti, un po' anche perché il mercato era condiviso con l'aggressiva Microsoft e il suo Xbox e la Nintendo che osservava nell'ombra come un ninja. PlayStation 3, tutto sommato, veniva lanciata con una lineup abbastanza mediocre, circondata dalle lamentele degli sviluppatori che ne consideravano troppo complicata l'architettura, cosa che gravò sul suo parco giochi per un bel po' di anni, comportando una quasi completa revisione della politica di Sony. D'altra parte, PlayStation 3 era anche un lettore blu-ray, come PlayStation 2 era stata un lettore DVD, e questa caratteristica la rendeva una scelta praticamente ovvia per chiunque amasse guardare film spaparanzato sul divano. Soltanto con il passare del tempo, e la maggior familiarità acquisita dagli sviluppatori third party nei confronti dell'hardware, si cominciò a parlare di vera e propria "redenzione".
PlayStation 4
Sulla base delle aspre critiche ricevute al lancio di PlayStation 3, e grazie all'esperienza maturata in un mercato che l'online e il progresso tecnologico avevano reso completamente nuovo, Sony sembra proprio aver evitato praticamente qualunque passo falso nello sviluppo di PlayStation 4 come idea, hardware e marketing. Della nuova console si è cominciato a parlare addirittura nel 2008, quando Sony già soffriva dei ritardi subiti da PlayStation 3, i quali avevano offerto a Xbox 360 e Microsoft quasi un anno di vantaggio e decine di milioni di macchine vendute.
La filosofia da seguire, insomma, era una e una soltanto: non ripetere gli stessi errori ma rimettere in atto la strategia di PlayStation 2 in una guerra per il mercato che si era praticamente evoluta per conto suo. I primi kit di sviluppo di PlayStation 4, basati su un processore AMD, furono diffusi nel 2012 con nome in codice Orbis, ragion per cui a lungo si credette che sarebbe stato quello il nome della nuova console. Del futuro del marchio PlayStation, però, se ne parlò durante il famoso PlayStation Meeting 2013, quando Sony annunciò ufficialmente la nuova console - PlayStation 4 - e le sue caratteristiche hardware più innovative, come il tasto di condivisione e il nuovo DualShock 4 con touch pad integrato. Tra giochi e demo tecniche, Sony promise maggiori informazioni all'Electronic Entertainment Expo di giugno. Una conferenza che, peraltro, è diventata praticamente storica per via dell'atteggiamento quasi sarcastico assunto nei confronti della diretta concorrente Microsoft e dei suoi - criticatissimi - annunci inerenti Xbox One. Abbiamo parlato di guerra e strategie, e da questo punto di vista si può affermare senza timore di smentita che quella di Sony mise in ginocchio Microsoft nel giro di una singola conferenza, praticamente sfottendone le decisioni più discutibili e riscontrando un clamoroso consenso di pubblico, costringendo Microsoft a fare dietrofront sulle sue scelte nel giro di pochi giorni. Una mossa che potrebbe essersi rivelata persino controproducente per Sony, ma lo scopriremo soltanto col passare del tempo. Sono passati meno di sei mesi, eppure eccoci qui ad aspettare soltanto pochi altri giorni per poter mettere le mani sulla console e i primi titoli di lancio. Pensate come sono cambiati i tempi: una volta erano anni a separare un annuncio dalla distribuzione, ora gli anni sembrano volare, eppure PlayStation 3 è sul mercato da ben sette anni e ci rimarrà ancora per un bel po'. La nuova guerra delle console è alle porte, insomma: voi da che parte state?