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Buongiorno Principessa

Zelda arriverà su Wii U, e lo farà nel 2015: iniziamo a parlarne. Purtroppo ne avremo tempo

ANTEPRIMA di Alessandro Bacchetta   —   11/06/2014
The Legend of Zelda: Breath of the Wild
The Legend of Zelda: Breath of the Wild
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E alla fine è arrivato il giorno. Avevamo scritto, detto e letto più volte che non ci sarebbero state più occasioni per EAD 3, la divisione responsabile di The Legend of Zelda, e per Aonuma, da anni producer della serie, per mantenere lo status privilegiato di cui hanno sempre goduto all'interno di Nintendo. Perché hanno spesso vantato i migliori talenti, i team di sviluppo più corposi, e i maggiori investimenti. Non che abbiano mai tradito del tutto le aspettative, anzi: non esiste un singolo Zelda, quantomeno nel filone principale, che sia stato sfiorato dalla mediocrità. È vero però che dal Nintendo 64 in poi la saga si è lentamente ripiegata su sé stessa, vittima di alcuni cliché, e ha progressivamente abbandonato il trono su cui sedeva, scivolando via inesorabilmente, tra una routine e l'altra.

Buongiorno Principessa

Un po' è colpa di Aonuma, che si è focalizzato troppo sui puzzle e poco sull'esplorazione, e ha sviluppato ogni capitolo come una reazione al precedente. Ma è anche colpa dell'hardware. Inutile girarci intorno, più di Skyward Sword su Wii difficilmente si poteva fare, se non scendendo a enormi compressi in dei campi, come la cura dei particolari, che Nintendo si rifiuta di tralasciare. Zelda non è Mario - lapalissiano - perché l'idraulico può esaltarsi su ogni console, sfruttandone i punti di forza e aggirandone i limiti, essendo prima di tutto, e sopra ogni altra cosa, gioco; puramente gioco. Zelda no. Non è, e non era, solo questo. Zelda è, in primo luogo, un'idea: la rappresentazione dell'ignoto, e della scoperta. Così è nato, così è venuto in mente al piccolo Shigeru mentre esplorava la foresta. E quest'idea, nel tempo interpretata da diverse persone e diventata mito, forzatamente progredisce anche attraverso l'avanzamento tecnologico. Se Wii U non può essere paragonato come bruta potenza a PlayStation 4 o Xbox One, è altrettanto vero che per Nintendo, e per tutti i suoi accoliti, è la prima macchina in HD, "next gen": ed è la piattaforma, per quanto vituperata e discussa, che ha consentito, finalmente, a Zelda di andare non a destra né a sinistra, ma avanti.

Open World

Per ora si tratta di pura speculazione, sia chiaro: quanto visto, cioè quello che voi stessi potete ammirare cliccando play nel filmato qui sopra, è poco. E qualsiasi discorso andrebbe in fumo se dovessimo far finta che quel gioco non fosse Zelda, o che non fosse sviluppato da Nintendo: perché ci basiamo soprattutto sulle parole di Aonuma, ed è la fiducia, oltre che la conoscenza del passato, a farci immaginare cosa sarà, o cosa potrebbe essere. Partiamo proprio dalla dichiarazione principe della presentazione, e cioè che "non eravamo in grado di creare un mondo simile prima d'ora". Eiji parla di un mondo aperto, libero, privo di scansioni; ma parla, soprattutto, di come una terra simile possa traslarsi in termini esplorativi, e declinarsi nella complessità zeldiana.

Buongiorno Principessa

Perché, soprassedessimo su quest'ultimo dettaglio, la sua sarebbe una menzogna: "non eravamo in grado di creare un mondo simile prima d'ora" significa che "non eravamo in grado di creare un mondo simile prima d'ora, dato che siamo Nintendo e non rinunciamo ai dettagli". Ecco quindi il primo spunto interessante per gli appassionati, e anche, finalmente, per chi Zelda lo segue solo tangenzialmente: Nintendo si ritiene pronta ad affrontare un open world, e questo senza abiurare le proprie convinzioni. Xenoblade Chronicles esisteva già su Wii, ed era enorme; quello che tutti si aspettano da Zelda U non è un semplice titolo free roaming, ma un gioco del genere che abbia la qualità adamantina, la cura maniacale e la perizia tipica Nintendo. Per avere successo, per essere unico, per non essere semplicemente bello ma per tornare a essere Zelda, com'era Zelda ai tempi del NES e del Nintendo 64, non dovrà rispettare tutti i canoni stabiliti dagli action open world usciti finora: dovrà superarli. Dovrà garantire quel tipo di pulizia e coesione che solo Nintendo - o quasi - sa generare; non dovrà cedere alle ripetizioni, ai riempitivi e alla mancanza d'ispirazione che contraddistingue alcuni scampoli della maggioranza di questi mondi. Che siate fan di Zelda o meno, dovreste seguirlo per questo. Perché, se avete sedici anni e siete cresciuti a pane e Skyrim, se avete amato alla follia Dark Souls o Minecraft, questo potrebbe essere simile e, in una sola parola, speciale.

Zelda Scrolls?

Sebbene Aonuma abbia rivelato la sua stima per The Elder Scrolls, si è guardato bene dal ribadirlo al Digital Event: troppo orgoglioso lui, troppo orgogliosa Nintendo per fare una cosa del genere. Così il riferimento è stato soltanto uno, il più appropriato: The Legend of Zelda, il capostipite per NES. Tuttora il capitolo più dispersivo, libero e meno guidato della saga.

Buongiorno Principessa

Non aspettatevi una pletora di città, o una marea di personaggi non giocanti: Zelda è un action RPG, fornirà la sua interpretazione degli open world senza piegarsi ai sistemi stabiliti, guardando anche, e soprattutto, al suo passato. Tra le certezze del video, e qui torniamo all'argomento iniziale della potenza hardware, c'è il rinnovamento dell'engine: sembra un dettaglio, un elemento scontato, ma Zelda anche in questo campo è vissuto di rendita per troppo tempo. The Wind Waker, Twilight Princess e Skyward Sword sono alimentati dallo stesso motore, lievemente modificato e piegato alle esigenze, ma pur sempre dello stesso engine si tratta; questo qui, evidentemente, no. E si vede: dal dinamismo che pervade ogni elemento dello scenario alle animazioni del cavallo, dai movimenti del ragno-tecnologico a quelli di Link. Forse sono partiti dalla solita base, ma il tutto è stato - era ora - stravolto. Che dire di più? Andando oltre scadremmo veramente nel campo della speculazione fine a sé stessa, perché ahinoi il filmato è breve, e dovremo aspettare un altro anno, con ogni probabilità, per avere altre informazioni ufficiali.

Zelda ha finalmente accettato la sfida dell'open world, e con lei Nintendo. Ci basta così. Per ora!

Cartone

Prima di chiudere concedeteci due parole sullo stile grafico adottato che, prevedibilmente, non è neanche un lontano parente di quello mostrato con la tech demo del 2011. Nintendo sembra divertirsi a invogliare e poi disilludere gli appassionati che desidererebbero una versione più "dark" di Zelda. In ogni caso, quanto si è visto finora è notevole: erigere un gioco grande, con un budget (immaginiamo) esoso, affidandosi a uno stile del genere... è coraggioso.

Buongiorno Principessa

In un'industria dominata da toni cupi, tetri e ormai votata al cruore, ci vuole dell'audacia, e tanta fiducia in sé stessi, per compiere una scelta così. Il tutto ha sicuramente uno scopo pratico: Nintendo ha il know-how per creare un mondo di questo tipo, probabilmente avrebbe avuto più difficoltà a elaborarne uno altrettanto valido in chiave realistica. Ma questa decisione è anche una prova di forza, della volontà di non piegarsi al mercato: insistere su tinte colorate, su atmosfere (anche) bucoliche, sulla gioia e sulla purezza (e di conseguenza sulla loro corruzione), è una scelta fiera. Non raccontiamoci frottole, oggi bambini e adolescenti, più che in passato, sono attratti da scheletri, sangue e scenari cupi: non sarebbe stato difficile "svendersi" in quella direzione. E invece abbiamo l'ennesimo Zelda cartoonesco, anche se sarebbe stupido associarlo a The Wind Waker o Skyward Sword. Vagando tra i forum e leggendo le opinioni dei fan, sembra che ormai esistano solo due possibilità per la saga: seguire il realismo o evitarlo. Niente di più falso: per chiarire il concetto, rischiando di banalizzarlo un po', questa linea di pensiero condurrebbe a sostenere che La Carica dei 101, Il Re Leone o Bambi obbediscano agli stessi canoni, solo perché tutte produzioni animate. Certo, sono associati dalla loro essenza cartoon, e allo stesso modo discostati dagli attori in carne ossa; ma tra affermare questo e asserire che siano tutti uguali c'è una notevole differenza.

Buongiorno Principessa

Si palesa un abisso, visivamente parlando, tra The Wind Waker e questo nuovo Zelda U: meno grottesco, meno ricercato, strizza l'occhio alle attuali produzioni Dreamworks (date un'occhiata a Epo... al cavallo). Ma checché se ne dica, il colpo d'occhio è una favola - letteralmente. L'erba voluminosa si china al vento e le nuvole la oscurano ritmicamente, l'equino ciondola e sbuffa, le capre pascolano e, all'arrivo del mostro, tutto l'ambiente reagisce unitariamente. Già, il mostro aracniforme, gli accenni steampunk e tecnologici, anche nelle armi di Link: ci sarà tempo, anche troppo, per parlarne da qui all'uscita. Vi siete chiesti perché stavolta il biondino Nintendo sia vestito di blu, e non abbia spade, ma solo un arco? Potrebbe essere un caso, ma la scena, nemico aracnide compreso, sembra presa pari pari da un'altra Principessa, di un altro "Miya" nipponico. Stiamo parlando di Mononoke, naturalmente. Buona attesa.

CERTEZZE

  • È The Legend of Zelda, con ciò che ne consegue
  • Finalmente rinnovato, nel concept e nell'engine
  • Graficamente coraggioso...

DUBBI

  • ...ma quanto appetibile per gli americani?
  • Ancora molta nebbia intorno al progetto
  • Uscirà davvero nel 2015?