Uscito nel 2012 su PSP, e poi riproposto anche su Vita e PlayStation 3 nella sua versione Ultra, Velocity si è rivelato un'inaspettata sorpresa per gli appassionati di sparatutto a scorrimento verticale.
Si trattava di uno shoot'em up apparentemente tipico ma caratterizzato dall'originale twist dato dalla possibilità di teletrasportarsi all'interno della schermata di gioco. Una piccola idea che però cambiava completamente le carte in tavola. All'E3 2014 i ragazzi di Futurlab erano presenti allo stand Sony per presentare Velocity 2X, un seguito che riprende la base del capitolo originale ma che, come suggerisce il nome, le espande e le arricchisce, inserendo stavolta anche delle inedite sequenze a piedi.
Velocity 2X ripropone il gameplay dell'originale ma con un'interessante sfumatura da puzzle platform
Hai voluto la nave e adesso corri
In Velocity 2X si vestono i panni di Kai Tana, pilota spaziale che a bordo della sua navetta esplora tutta una serie di basi e fortezze nemiche apparentemente abbandonate. C'è una storia che viene raccontata attraverso illustrazioni e testo, ma poco importa, perché in un lampo siamo già nelle profondità dello spazio a sparare qualsiasi cosa ci troviamo davanti. Esattamente come nel primo Velocity, l'obiettivo del giocatore è quello di proseguire all'interno del livello sparando a interruttori colorati nell'ordine giusto, sbloccando così nuove aree dello scenario precedentemente bloccate da barriere laser.
Per eliminare le navi aliene e le torrette che ci si trova davanti si possono usare i cannoni frontali oppure le bombe da lanciare in quattro direzioni diverse. Da questo punto di vista è un more of the same del primo Velocity: non un semplice shoot'em up, ma una sorta di puzzle esplorativo in cui teletrasportarsi per superare nemici e ostacoli, oppure per raggiungere aree dello scenario apparentemente inaccessibili. Una volta che ci ha preso la mano, il giocatore sfreccia per il livello combinando il turbo, i cannoni e il teletrasporto nel tentativo di raccogliere tutti i bonus, eliminare tutte le navi ostili e arrivare alla fine del livello nel minor tempo possibile. La vera novità di questo seguito sono però le sequenze da puzzle platform. Spesso gli interruttori che permettono di proseguire sono nascosti all'interno della struttura nemica, costringendo così Kai ad abbandonare la propria navetta. Velocity si trasforma così in un gioco a scorrimento verticale, ma il feeling non è molto diverso dalle sessioni nello spazio, visto che la protagonista corre, salta e scivola in maniera agile e veloce. Alcune torrette possono essere distrutte utilizzando il fucile laser, ma non mancano nemici indistruttibili che vanno superati in maniera furtiva. Infatti anche Kai, come la sua nave, può teletrasportarsi per evitare una stanza sorvegliata o per arrivare alle spalle di un avversario.
Per raggiungere punti molto distanti si può poi lanciare un dispositivo, magari facendolo rimbalzare sulle pareti, e poi riapparire nel punto esatto in cui è caduto. Il sistema ricorda alla lontana Angry Birds o Puzzle Bobble, ma è forse l'elemento meno immediato e intuitivo di tutta l'esperienza: dover aggiustare la mira obbliga spesso a fermarsi per qualche istante, rallentando un ritmo che altrimenti sarebbe incessante tanto nello spazio quanto a piedi. Una volta trovato l'interruttore, si ritorna in fretta e furia alla nave e si continua il livello fino alla fine. In fiera abbiamo provato la versione PlayStation 4, caratterizzata da splendidi artwork in alta definizione, effetti di luce dinamica e più livelli di parallasse che facevano del nuovo Velocity il capitolo più bello di tutta la saga pur mantenendo i sessanta frame al secondo a 1080p. A questo punto la sfida del team è quella di fare in modo che le due diverse parti del gioco siano coerenti e scorrevoli anche negli scenari più lunghi ed elaborati, e allo stesso tempo di rendere le sequenze nello spazio più interessanti anche per chi ha già divorato l'episodio originale.