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Sfida tra divinità

Un genere poco noto in Occidente e una nuova proprietà intellettuale per questo atipico esperimento di Bandai Namco

PROVATO di Umberto Moioli   —   18/09/2014
Rise of Incarnates
Rise of Incarnates
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Annunciato ad inizio anno non senza destare qualche perplessità, Rise of Incarnates è qualcosa di atipico e unico: il gameplay è simile a quello dei vari Gundam Extreme Vs. che spopolano in Giappone ma alcuni aspetti dell'esperienza di gioco, lo stile visivo e la scelta di uscire unicamente su PC con la formula free to play danno una chiara indicazione della volontà da parte dello sviluppatore di parlare al mercato occidentale. Negli ultimi mesi la alpha e poi la beta hanno iniziato a delineare quella che sarà la forma finale del titolo, mentre durante l'evento di presentazione della line up Bandai Namco che si è tenuto negli scorsi giorni a Tokyo abbiamo potuto incontrare parte del team al lavoro sul gioco e capire che piani hanno in testa da qui al rilascio della versione Early Access, prevista per novembre. Ancora oggi le reali potenzialità di Rise of Incarnates non sono chiarissime e alcuni punti interrogativi, anche importanti, non ci permettono di inserirlo nella lista dei giochi competitivi più attesi, però è indubbiamente un esperimento coraggioso che merita di essere seguito, quantomeno come curiosità all'interno di un panorama spesso fin troppo conservativo.

Rise of Incarnates è indubbiamente un esperimento coraggioso che merita di essere seguito

Il giro del mondo in 8(0) divinità

Per chi non si fosse ancora documentato, Rise of Incarnates è un action con meccaniche che prendono spunto dal mondo dei picchiaduro e degli sparatutto, sviluppato con in testa unicamente la modalità competitiva e in particolare le sfide di squadra due contro due. In questo modo le battaglie sono serrate e avvengono all'interno di arene tutto sommato compatte, ma il gioco in team è ugualmente importante ed essendo la vittoria dipendente dalla sopravvivenza di entrambi i suoi componenti, ci si deve necessariamente affidare uno all'altro. Ogni personaggio è dotato di due attacchi, ravvicinato e dalla distanza, ma anche di un terzo potere speciale che gli permette di evocare oppure trasformarsi nella sua divinità di riferimento. Ciascun eroe, infatti, è associato ad un mito preso dalle religioni più disparate e deve combattere per sopravvivere in un mondo oramai irriconoscibile, trasformato da una misteriosa calamità che ne ha cambiato per sempre il volto.

Sfida tra divinità
Sfida tra divinità

La storia è una scusa per le battaglie online tra giocatori, questo è chiaro, ma ancora una volta Bandai Namco ha tenuto a precisare che ha intenzione di rendere quanto più convincente e di spessore possibile anche la componente narrativa. Controller alla mano - ma chi volesse può anche affidarsi all'accoppiata mouse e tastiera - ci siamo trovati davanti ad un gioco concettualmente molto semplice ma altrettanto capace di esaltare l'abilità del singolo giocatore. Partendo dai feedback dei mesi passati, i ragazzi che ci stanno lavorando sopra hanno deciso di renderlo un po' più veloce, modifica che renderà le cose ancora più adrenaliniche ma si spera non confusionarie. Quanta profondità si nasconda all'interno di questo sistema di combattimento e che varietà ci aspetti non ci è ancora dato saperlo, di certo gli otto personaggi che saranno resi disponibili al momento del rilascio in Early Access non sono moltissimi ma la promessa di aumentare questo numero, assieme a quello delle arene, inizialmente solo tre, ci rincuora un pochino. Proprio in occasione del TGS 2014 è stato annunciato un nuovo lottatore, Ra: il riferimento al dio del Sole egiziano è fin troppo evidente, mentre più interessanti sono le sue caratteristiche. Debole e poco efficace quando da solo, Ra avrà modo di evocare la divinità egizia per farla combattere al suo fianco sfruttando tre differenti, devastanti attacchi. Non lo abbiamo testato di persona ma, avendo provato il resto del cast, possiamo dire che ci sono sempre diversi elementi distintivi per ciascun membro del roster, quindi confidiamo che anche il nuovo arrivato sappia dire la sua e diventare una scelta percorribile.

Di davvero positivo c'è il modello di business adottato da Rise of Incarnates: senza spendere un euro si avrà accesso ad ogni alter ego, ogni stage e opzione, incluso il sistema di crescita che coinvolge le statistiche e darà modo di personalizzare l'esperienza di gioco a seconda delle proprie esigenze.A pagamento saranno invece gli elementi di personalizzazione estetica, un catalogo composto da centinaia di oggetti per abbellire la testa, il torso e le armi degli eroi ma anche donarci qualche accessorio unico e fuori di testa.

Sfida tra divinità

Certo la grafica non è che sia incredibilmente dettagliata, ma quantomeno la prospettiva di avere davanti nemici esteticamente sempre nuovi rinverdisce le nostre speranze di avere tra le mani un gioco anche gradevole da vedere. Che si guardi Rise of Incarnates sotto il profilo tecnico oppure sotto quello ludico, è pur sempre chiaro che si tratta di un prodotto in fase di lavorazione, con tutti i limiti del caso. Il team ha esperienza da vendere e l'ingresso nel progetto di un secondo gruppo di veterani cresciuti alla corte di Capcom, Byking Games, ci fa ben sperare. La verità è che desideriamo ardentemente che questo esperimento ci piaccia, è quasi unico nel suo genere dalle nostre parti e l'idea è stuzzicante, ma deve ancora fare parecchia strada e per ora non può che rientrare nel novero dei giochi che si dividono equamente tra grandi promesse e diversi dubbi.

CERTEZZE

  • Gameplay poco noto al pubblico occidentale
  • Un free to play nel vero senso del termine

DUBBI

  • Dovrà dimostrare profondità e varietà
  • Tecnicamente è piuttosto povero