Legacy of the Void porrà finalmente fine alle vicende narrate in StarCraft 2, dopo il finale apertissimo di Heart of the Swarm. Dopo essere riuscita a liberare Jim e aver sconfitto e ucciso l'imperatore Mengsk, la Regina delle Lame ha un ultimo conto in sospeso da regolare, il più importante e pericolo di tutti, il cui esito potrebbe significare la distruzione dello sciame e dell'intera galassia. Amon, lo xel'naga rinnegato sarà il nemico più potente che Karrigan si ritroverà ad affrontare, ma non agirà da sola visto che come sempre accade nell'affascinante universo Blizzard le vicende di Terran, Zerg e Protoss andranno inevitabilmente ad intrecciarsi lasciando aperti tantissimi spunti narrativi che si spera gli sceneggiatori utilizzeranno al meglio.
Fin da principio infatti, la software house di Irvine aveva concepito il secondo capitolo della sua saga di strategici in tempo reale come una grande opera divisa in tre parti, ognuna delle quali incentrata su una singola razza. In tal senso la decisione di lasciare il giocatore al comando di una sola fazione per parecchie ore di gioco mettendolo di fronte a situazioni molto differenti tra di loro con una curva di difficoltà crescente, ci ha permesso di esplorare a fondo punti di forza e debolezze delle razze utilizzate, fermo restando che una volta scelta la modalità multiplayer rimangono comunque tutte sempre disponibili. Siamo partiti al comando dei Terran in compagnia di Jim Rainor all'esordio di Wings of Liberty per poi proseguire guidando lo sciame durante le concitate vicende di Heart of the Swarm. Ora non ci resta che dedicarci ai misteriosi Protoss, una razza umanoide che grazie all'utilizzo di tecnologie particolarmente evolute riesce a sfruttare abilità psioniche precluse alle altre due razze. Come sempre, nonostante la campagna incentrata su una fazione schierata contro le altre due, il bilanciamento è la chiave di volta attorno al quale si regge la qualità del gameplay, mai come adesso argomento delicatissimo soprattutto per coloro che puntano al multiplayer competitivo. In tal senso è da un paio di mesi che l'introduzione delle nuove unità viene passata al vaglio della beta con continui aggiustamenti e regolazioni in corsa di parametri e statistiche, per arrivare al lancio nel miglior modo possibile. Lancio che non è ancora stato annunciato ufficialmente ma che abbiamo anticipato con i primi tre brevi capitoli della campagna che fanno da prologo a Legacy of the Void, disponibili per chiunque abbia fatto il preorder.
Abbiamo ingannato l'attesa di Legacy of the Void con le tre missioni del prologo Sussurri di Oblio
L'ultima profezia
Schierandoci con i Protoss ci siamo buttati a capofitto nelle missioni di Sussurri di Oblio, una mini campagna che riprende esattamente da dove ci eravamo fermati con la seconda espansione. Dopo che Karrigan ha ufficialmente iniziato la caccia ad Amon, Zeratul, una vecchia conoscenza della Regina della Lame, vaga per lo spazio alla ricerca dell'ultimo pezzo della profezia xel'naga legata all'arrivo del Dio Oscuro.
Proprio durante le sue ricerche viene intercettato dalla pretore Talis le cui colonie sono minacciate contemporaneamente da Zerg e Terran, con questi ultimi che hanno rapito dei templari per condurre degli esperimenti su di loro e replicarne i poteri psionici. Sotto l'influenza di Amon, i Terran oramai senza un leader si stanno infatti cimentando nella creazione di unità ibride, sfruttando i poteri del potentissimo dio, ed è proprio questo il motivo che ha richiamato lo Sciame sullo stesso pianeta delle colonie Protoss. Le tre missioni del prologo ruotano tutte attorno alle vicende di Talis e delle sue colonie, presentando situazioni abbastanza standard per i canoni di StarCraft II. Nella prima missioni dovremmo sviluppare una colonia mettendo insieme un esercito per farci largo tra una serie di piccoli accampamenti dei Terran, liberando di volta in volta i Protoss imprigionati ma facendo attenzione all'inesorabile avanzata dello sciame verso la base principale dei marine. Questo infatti è ampiamente più potente di noi, assolutamente da evitare per non perdere inutilmente preziose unità. La seconda, la più interessante dal punto di vista gestionale, è ambientata sul pianeta Atrias: qui non abbiamo libero accesso alle sorgenti di vespene ma solamente ad alcuni pozzi dislocati sulla mappa che a intervalli regolari eruttano alcune unità di gas. La scarsità di questa importantissima risorsa ci ha quindi costretto a valutare attentamente quali unità impiegare in battaglia, scegliendo le più efficaci in base all'esercito Protoss avversario per evitare di rimanere scoperti e senza scorte. Allo sviluppo dell'esercito si aggiunge la costante minaccia delle sortite avversarie dai due lati esposti della base, da difendere costantemente soprattutto ai livelli si difficoltà più elevati, dove gli attacchi sono più frequenti e la microgestione delle truppe diventa di fondamentale importanza. Avere sempre tantissime cose a cui pensare contemporaneamente è il succo dell'esperienza di gioco si StarCraft che anche in questo caso si presenta inalterato nella sua essenza nonostante la non eccessiva complessità di questi primi tre capitoli anticipati.
Un piccolo assaggio
Per dare un panoramica il più possibile diversificate sulle varie situazioni possibili, però, Blizzard ci ha messo davanti a un'ultima missione di infiltrazione spogliata di qualsiasi elemento strategico in cui comandiamo un manipolo di Persecutori e lo stesso Zeratul: utilizzando le sue peculiari abilità combinate a quelle delle unità di supporto, ci siamo dovuti addentrare in una struttura zeppa di nemici per arrivare finalmente al pezzo di profezia mancante.
Combinate assieme, tutte e tre le missioni del prologo non ci hanno richiesto più di un'ora e mezza per essere portate a termine, con il tempo che ovviamente aumenta al crescere della difficoltà. I livelli sono i quattro standard, ma anche a Brutale, vista l'assenza di una buona parte delle unità Protoss, le strategie da adottare sono abbastanza telefonate e come succede sempre quando parliamo di campagna single player, è la velocità delle dita unita allo sviluppo di una buona strategia a sancire il successo di una missione. Per mettere alla prova i nervi e la propria capacità decisionale c'è il multiplayer, già disponibile da un paio di mesi e del quale vi abbiamo parlato in un articolo dedicato. In tal senso, super eccitati di poter finalmente mettere le mani sulla campagna della terza espansione, siamo rimasti un po' delusi dall'impossibilità di poter provare con mano le nuove unità attualmente disponibili solamente in PvP. Ovviamente stiamo parlando di tre missioni gratuite rilasciate per rimpolpare i contenuti della beta e ingannare l'attesa, ma ci sarebbe piaciuto impiegare l'Adepta e il Disgregatore anche durante le missioni per sfruttarne la peculiarità in occasioni create ad hoc dagli sviluppatori. A questo punto ci toccherà inevitabilmente aspettare l'arrivo della versione finale, con due tesi sulla probabile data d'uscita: i più ottimisti ipotizzano l'annuncio durante la GamesCom (fiera a cui anche quest'anno Blizzard parteciperà in forze) e l'uscita quest'inverno, mentre i più cauti sono maggiormente propensi ad attendere il BlizzCon e vedere Legacy of the Void sugli scaffali nei primi mesi del prossimo anno.
CERTEZZE
- Finalmente il single player di Legacy of the Void
- Tre missioni gratuite e variegate
DUBBI
- Mancano alcune unità
- Trama tutta da verificare