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La nuova follia di Suda

A due anni dall'annuncio, abbiamo provato il nuovo action free-to-play prodotto dall'autore di No More Heroes

PROVATO di Vincenzo Lettera   —   21/06/2016
Let It Die
Let It Die
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Quando si parla di meccaniche e soluzioni di design, pochi giochi negli ultimi anni sono stati tanto influenti quanto quelli della serie Souls. Dal sistema di progressione agli scontri coi boss, passando per il connubio tra focolari e anime, i numerosi elementi del franchise targato FromSoftware sono stati ripresi da giochi come gli attesi Below e Nioh, o in maniera meno evidente da titoli come The Division e Destiny. Al fascino dei soulslike non sembrerebbe essere sfuggito neanche Goichi Suda, che all'E3 2016 era presente per mostrare al pubblico Let it Die, action free-to-play da lui prodotto (il gioco è invece diretto da Nobutaka Ichiki). Lo abbiamo provato alla fiera di Los Angeles, curiosi di scoprire cosa ha in serbo stavolta il team dell'eccentrico autore di No More Heroes e Lollypop Chainsaw.

All'E3 abbiamo provato Let it Die, il nuovo soulslike realizzato dall'eccentrico Suda51

Un Souls-like in mutande

La demo di Let it Die si apre con il protagonista che si risveglia disarmato e in mutande (letteralmente) all'entrata di un sinistro parco divertimenti, circondato da insegne lerce e facce di pagliacci sorridenti. Dopo questo inizio alla Terminator si affronta immediatamente il primo nemico, una sorta di mutante che va messo K.O. a suon di pugni. Con non poco sforzo riusciamo finalmente a eliminarlo, potendo così raccogliere un set di vestiti e, soprattutto, una sega circolare da utilizzare come arma.

La nuova follia di Suda
La nuova follia di Suda

Fin da subito appaiono chiare le somiglianze con Dark Souls. In Let it Die si esplora l'ambientazione in cerca di segreti, si fa tesoro del bottino e si cerca di affrontare ogni singolo nemico con particolare attenzione e strategia, nel tentativo di schivarlo e colpirlo col giusto tempismo. Senza contare che, anche qui, non è possibile mettere in pausa. Il gioco ha un ritmo più lento e un gameplay nettamente più severo rispetto a quello a cui Suda ci ha abituato con giochi come Lollipop Chainsaw e Killer is Dead. Molto curioso è il sistema di combattimento, visto che si hanno a disposizione sei diversi slot per le armi (tre per ciascuna mano) e si possono equipaggiare fino a due armi per volta, spaziando da fucili automatici ad asce, mazze e altre armi da mischia, a cui poi si aggiungeranno speciali strumenti di morte da costruire un po' come accade in Dead Rising. Cambiare rapidamente arma richiede un po' di pratica, visto che con l'utilizzo della croce direzionale si passa da uno slot all'altro, mentre con i due dorsali si decide se attaccare col braccio destro o con il sinistro. È una soluzione che a dirla tutta convince solo a metà, e che si è dimostrata troppo macchinosa quando, messi sotto pressione da un nemico, bisognava cambiare l'arma all'istante. Traendo spunto dal genere dei roguelike, invece, l'action di Grasshopper presenta alcuni elementi generati in maniera procedurale, e in particolare il bottino raccolto sarà sempre diverso, assicurando un'esperienza diversa ad ogni partita. Questo perché, una volta terminate le vite a propria disposizione (che possono essere ricaricate spendendo crediti all'interno del gioco) si ricomincia necessariamente dall'inizio, di nuovo disarmati e di nuovo in mutande. Non manca neppure un pizzico di survival: i grossi topi che di tanto in tanto sbucano dalle loro tane possono essere acchiappati e divorati per recuperare un po' di salute, ma bisogna fare attenzione a non mangiare cibi avvelenati se non si vuole dare di stomaco e rischiare la morte. Lo scontro con un enorme mutante che lancia cadaveri segna la fine di una demo schizofrenica, che oscillava tra momenti frustranti e combattimenti intensi e divertenti. Siamo curiosi di scoprire qualcosa di più sugli elementi PvP del gioco, mentre tra le principali incognite resta da verificare se e come saranno bilanciati gli elementi free-to-play, sebbene, a tal proposito, Grasshopper Manufacture abbia già confermato l'intenzione di voler rendere Let it Die piacevole e fruibile senza spendere neanche un centesimo.

CERTEZZE

  • Violento e pazzoide
  • Interessante mix di survival, action e roguelike

DUBBI

  • Gestione delle armi poco intuitiva
  • Da verificare il bilanciamento del modello free-to-play