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Titani dello spazio

Nuovo incontro con la sorprendente campagna single player di Titanfall 2

PROVATO di Matteo Santicchia   —   29/09/2016
Titanfall 2
Titanfall 2
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Dopo aver a lungo parlato della componente multiplayer di Titanfall 2, tocca ora alla campagna. Vi diciamo subito che Respawn Entertainment ha messo una pezza, anzi ha del tutto corretto quanto (non) fatto col primo capitolo. Ci troveremo per le mani una campagna della durata di circa otto ore, con una storia vera con tutti colpi di scena al loro posto, ma soprattutto con un gameplay che partendo dalle meccaniche del multigiocatore si espande in tutte le direzioni, mettendo in scena battaglie e scontri che hanno poco in comune con i famigerati "corridoi" a cui i soliti campioni di incassi ci hanno abituato. La storia narra le vicende di Jack Cooper, un semplice soldato che sogna di diventare pilota di titani, all'interno di un contesto fantascientifico che vuole farci rivivere le vicende della Rivoluzione americana, che videro dopo lunghi anni di guerra i coloni riuscire ad ottenere l'indipendenza dall'Inghilterra. Questa volta la frontiera sono lontani pianeti dove i coloni si sono stabiliti al prezzo di grande fatiche, aiutati dai titani, da intendere come meri strumenti di lavoro e non come robot da battaglia. Tutto precipita quando la IMC, la classica corporazione avida e senza scrupoli, mette alle corde la pacifica esistenza di questi abitanti, i quali non possono non dichiarargli guerra formando delle milizie. Una storia con la esse maiuscola, un background "classico" che senza dubbio riesce nel fornire un ottimo spunto di partenza e che di fatto mette il giocatore subito nel bel mezzo dell'azione.

La campagna di Titanfall 2 ci è davvero piaciuta: ecco il nostro provato!

Subito nella...

Il nostro test ci ha visto inizialmente passare attraverso un tutorial, una simulazione modello ponte ologrammi di Star Trek per prendere confidenza con i comandi. Nulla di sconvolgente, ma subito dopo come scritto siamo stati catapultati in battaglia.

Titani dello spazio
Titani dello spazio

Il setting era quello di Typhon, un pianeta esotico, verde e lussureggiante, sede di quella che in teoria sarebbe dovuta essere una semplice struttura di ricerca IMC, e che invece si è dimostrata essere una base ben protetta. Cooper arriva a terra solo grazie alla capsula di emergenza, dopo l'abbattimento della sua nave trasporto. Una volta messo piede su Typhon il suo compito è quello di ricongiungersi col suo mentore, il capitano Lastimosa, e il suo prezioso titano modello Vanguard. In questo frangente siamo in una tipica situazione da "sbarco in Normandia" con i nemici, umani, droidi e droni, pronti a creare un vero e proprio muro di fuoco. Dopo molta fatica riusciamo a ricongiungerci con Lastimosa, ormai in fin di vita, ma pronto a donarci il suo titano per completare la missione. Il titano non è un semplice "asset", uno strumento. È un personaggio a tutti gli effetti: parla, commenta le nostre azioni, fa battute, ha una intelligenza artificiale raffinata, la classica spalla senza troppi peli sulla lingua. Jack non muove leve al suo interno, un collegamento neurale permette ai due di interfacciarsi e comunicare. Per rendere esplicito questo rapporto, Respawn Entertainment ha inserito anche dei dialoghi a scelta multipla per approfondire le dinamiche tra i due. Non siamo però ancora a bordo del titano. Per renderlo operativo abbiamo bisogno di raccogliere un paio di batterie, dobbiamo quindi esplorare la zona, aprendoci la strada combattendo. Da subito è possibile apprezzare sia il design della mappa molto aperto, spiccatamente verticale quasi al limite del platforming, e ovviamente le ampie superfici dedicate alla corsa sui muri. Allo stesso modo però l'intelligenza artificiale nemica ha mostrato qualche incertezza di troppo. Dobbiamo mettere in pratica quanto imparato prima, e lo facciamo grazie ad un livello davvero ben congegnato, dove addirittura c'è la possibilità di combattere in piena modalità stealth utilizzando l'abilità apposita.

Mirror's Titan 2

Ma è il parkour è il vero e proprio protagonista, visto che dobbiamo imparare a vedere il livello non solo pensando a muoverci di copertura in copertura, ma anche sprintando a tutta velocità sui muri, saltando alle spalle degli avversari per prenderli di sorpresa, disegnando quindi un level design tutto nostro grazie alle potenzialità "aeree" del pilota.

Titani dello spazio
Titani dello spazio

All'inizio non è proprio scontata la cosa, ma basta poco per abbandonare una forma mentis troppo legata alla forza di gravità. Una volta nel titano c'è stato tempo per un piccolo scontro con un nostro simile, subito fatto fuori grazie alla nostra superiore potenza di fuoco. Ma che tipologia di titano avremo a disposizione? Durante la campagna raccoglieremo diversi kit che ci fanno diventare in termini di armi e abilità esattamente identici ai titani visti nel multiplayer. Il bello è che possiamo "scegliere chi essere" quando e dove vogliamo a seconda della tipologia di nemici che ci troveremo davanti. L'idea di Respawn è di dare al giocatore la massima libertà di scelta, fermo restando che, se vogliamo, possiamo anche scendere dal titano e combattere a piedi. Una impostazione che condividiamo: non legare il giocatore ad un kit solo o a cambiamenti prestabiliti è senza dubbio una scelta di design che magari farà storcere il naso ai maniaci della "coerenza narrativa", a tutto vantaggio però del divertimento e ovviamente della rigiocabilità. Il livello successivo, invece, saltando ben più avanti nella campagna, ci ha letteralmente stupito. Inizia a bordo del titano all'interno di una struttura, tra cunicoli, improvvise aperture e combattimenti tutto sommato "standard". Forzatamente costretti a lasciare il titano, la musica è decisamente cambiata. La struttura è una fabbrica, una gigantesca, vasta, enorme e altissima catena di montaggio dove vengono assemblate porzioni di case (arredate!), parchi e strade, per quello che sembra un progetto di terraformazione. Dobbiamo seguire l'avanzare di questi moduli che si muovono un po' in tutte le direzioni, mentre ai loro lati la struttura trabocca di nemici pronti a vender cara la pelle. Difficile cercare di descrivere questo livello, perfettamente in equilibrio tra componente platforming con tanto di balzi da spiccare a tempo, parkour e pura e semplice furia shooter. Le basi "aperte" del gunplay qui sono al loro meglio, visto che la stratificazione tanto in orizzontale quanto in verticale del livello ci permette di sfruttare l'ambiente al massimo, per rapidi ma letali assalti mordi e fuggi a colpi di doppio salto e corsa sui muri. Davvero esaltante, e soprattutto difficile visto che ci troviamo spesso circondati. Ma nello stesso tempo non c'è una sola strada da seguire, l'esplorazione è quindi incentivata.

Assedio!

Alla fine della corsa arriva la sorpresa. Questi giganteschi "mattoni LEGO" erano solo enormi moduli per costruire un'arena di ispirazione urbana, un vero e proprio villaggio in cima ad una montagna all'interno di una cupola energetica, dove abbiamo dovuto combattere (e correre e saltare come indiavolati) non solo semplici soldati e droidi quanto un titano vero e proprio, in evidente inferiorità numerica e di mera potenza di fuoco. Per fortuna è arrivata la cavalleria a tirarci fuori dai guai. La missione è andata avanti a bordo questa volta del nostro fidato titano, tra piccole vallate, cunicoli e grotte piene zeppe di nemici, sfruttando a dovere la conformazione del terreno per nasconderci e contrattaccare. Come nel multiplayer, anche qui il titano non ha scudi che si ricaricano, ma essendo da soli (o magari accompagnati da un compagno gestito dall'intelligenza artificiale) basta raccogliere le numerose batterie sparse per la mappa per "curarci" un po'.

Titani dello spazio

L'ultimo livello mostrato invece è partito subito alla grande: un bell'assalto contro una base fortificata ben difesa. Fatti fuori dalla distanza i cannoni utilizzando i missili a ricerca del kit Tone, abbiamo deciso di combattere utilizzando il kit Ronin per spazzare a colpi di spada gli ultimi titani avversari rimasti all'esterno, mentre una volta entrati nella base abbiamo scelto il kit incendiario Scorch, non solo per una maggiore corazzatura, ma anche per sfruttare i suoi attacchi ad area a base di termite, perfetti per colpire nel mucchio negli spazi stretti della base. Insomma, ci siamo divertiti molto con la campagna single player di Titanfall 2. Ci ha per certi versi davvero sorpreso, visto che prende il meglio del gunplay del gioco e lo espande all'interno di una struttura che esalta il parkour del gioco, senza timore di sfociare in vere e proprie fasi platform che non hanno nulla da invidiare ai migliori momenti di Mirror's Edge, il tutto ovviamente imbracciando un fucile. Sappiamo dal nostro precedente provato che ci saranno anche piccoli enigmi ambientali: sembra proprio che la varietà non difetterà al nuovo lavoro di Respawn Entertainment. Spiace quindi che l'intelligenza artificiale dei nemici a terra sia a volte poco reattiva, con avversari spesso imbambolati mentre un compagno ad un metro viene falciato senza pietà. Nulla da dire sui titani invece: pestano duro e sono una bella sfida grazie a pattern di tutt'altra caratura.

CERTEZZE

  • Fasi platform e esteso parkour
  • Gunplay molto gratificante
  • Livelli molto vasti e estesi verticalmente
  • Tanta libertà di scelta

DUBBI

  • Intelligenza artificiale da rivedere
  • Bello graficamente ma senza sconvolgere