Non c'è anno in cui non si senta parlare in qualche modo di Crackdown 3, un sequel che ormai ci accompagna fin dal primo annuncio di Xbox One, quando ancora si parlava di Cloud e Kinect. E anche quest'anno la conferenza Microsoft non è stata da meno visto che il progetto di Sumo Digital ha fatto capolino con un trailer piuttosto breve e non particolarmente appariscente complice anche il taglio fortemente musicale. Su questa base mai ci saremmo aspettati di ritrovarci il titolo giocabile tra le postazioni dello showcase Xbox, tra l'altro in versione PC. Così con un misto di curiosità e preoccupazione ci siamo seduti e abbiamo affrontato la demo disponibile, costruita da Microsoft per lanciarci in un attimo nel centro dell'azione dandoci l'opportunità di mettere a ferro e fuoco la città del gioco prima dello scadere del timer impostato a dieci minuti. Brevissima sessione di creazione del nostro avatar scegliendo il sesso e le fattezze fisiche attraverso una manciata di preset ed eccoci pronti a calpestare l'asfalto delle strade. Diciamo subito che Crackdown 3 è un action con visuale in terza persona purissimo che si rifà a quello stile di gameplay estremamente caotico che ha caratterizzato le sue due prime incarnazioni. Si spara tantissimo, si corre moltissimo, e si gironzola per le vie della città senza preoccuparsi troppo di mettere in moto il cervello.
La meccanica di base è la stessa dei due prequel: ogni nemico sconfitto rilascia dei globi luminosi che dipendono dal modo con cui l'abbiamo ucciso e che ci consentono di guadagnare esperienza in quello specifico "ruolo". Per intenderci, se andiamo in giro a sparacchiare a destra e a manca, faremo aumentare la nostra competenza nelle armi da fuoco; se invece passiamo gran parte del tempo a prendere a calci e cazzotti gli avversari, allora aumenterà la nostra forza; uccidere gruppi di nemici con le granate concorrerà a far salire questo valore di riferimento. Ci sono anche due ulteriori statistiche legate alla guida e all'agilità. Una peculiarità che da sempre ha caratterizzato Crackdown 3 è infatti la tendenza quasi estrema al free roaming che sfocia nella possibilità di lanciarsi per le strade della città senza preoccuparsi minimamente della gravità o della fisica, scalando palazzi o superando qualsiasi tipo di voragine con qualche salto e un uso ben calibrato del jetpack. Oppure infilandosi in un qualche veicolo per sfrecciare tra le strade cittadine ignorando passanti, nemici e qualsiasi altro tipo di impedimento. Le ultime due statistiche crescono proprio esibendosi in questo tipo di "attività" e, in particolare nel caso dell'agilità, sono un valido stimolo all'esplorazione della mappa.
Mmmmmh
La demo era piuttosto limitata, non solo per il timer incombente, ma anche e soprattutto per la totale assenza dei menu in game che rendeva impossibile anche soltanto consultare la mappa, così da avere un'idea del proprio posizionamento (a poco serviva la minimap presente in un angolo dell'hud) oltre che per la mancanza di un qualche obiettivo primario e secondario. Le uniche attività a cui avevamo accesso erano quelle relative ai collezionabili e alla liberazione di piccole porzioni dell'agglomerato urbano e il nostro scopo si limitava a far fuori i nemici che controllavano la zona, oppure a disattivare le mura laser di prigioni improvvisate o ancora a far saltare per aria blindati e attrezzatura delle varie fazioni nemiche. Nel concreto però tutto questo si risolveva in una basilare, quasi primitiva mattanza di ogni elemento sullo schermo in grado di muoversi e indicato da un triangolino rosso sullo schermo. Crackdown 3 in fin dei conti svolge bene questo suo compito aiutando moltissimo il giocatore con tutta una serie di artifici che passano dall'automira non appena si sfodera un'arma a cambi repentini di telecamera uniti a un raggio molto ampio dei colpi in mischia per raggiungere praticamente qualsiasi avversario anche a distanza media.
Il risultato, tuttavia, ci ha lasciato molto interdetti visto che in questi dieci minuti abbiamo faticato a trovare uno stimolo sensato a seguire qualche indicazione o comunque a imporci uno scopo e il tutto si è risolto in una sorta di scarico dello stress senza preoccuparci delle sorti del nostro avatar, praticamente tendente all'immortalità, e senza pensare di analizzare il nemico prima di affrontarlo visto che qualsiasi avversario ci è parso dotato di una personalità degna di una formica e completamente inerme davanti alla nostra forza bruta. È vero che Crackdown 3 è in fin dei conti così: caotico e istantaneo come un fuoco d'artificio ma quasi ci è sembrato di trovarci davanti a un musou con le armi da fuoco. Anche tecnicamente il titolo ci ha lasciato un'impressione mista. La scelta di mantenere una palette cromatica molto accesa, unita al potenziamento del cel shading, restituisce questo feeling artistico che sembra fare il verso a un cartoon. Tuttavia si nota una certa piattezza generale, una mancanza di carisma non compensata da un design interessante della città anche se, sia chiaro, quanto provato rappresenta probabilmente un piccolissima parte del gioco completo. Tra l'altro, dopo aver provato la demo, ci continuiamo a chiedere dove sia finita quella distruttibilità ambientale che ha accompagnato il concept del gioco fin dal suo annuncio. Noi davvero abbiamo faticato a vederla durante la nostra prova.
Crackdown 3 arriverà sul mercato il 7 novembre, lo stesso identico giorno in cui sarà disponibile Xbox One X in tutto il mondo. E possiamo quasi percepire lo stridio generato dal contatto di queste due uscite visto che davvero fatichiamo a immaginare come questo gioco possa diventare un testimone della forza bruta della nuova console Microsoft. Speriamo davvero di poterci ricredere nei prossimi mesi, magari con una prova più lunga e approfondita, ma per ora il gioco non è proprio riuscito a colpirci positivamente.
CERTEZZE
- Caotico quanto basta per non farci fare domande su quello che stiamo vedendo
- La mappa di gioco appare molto grande ed estremamente navigabile
- Ci si sente davvero immortali e in grado di compiere qualsiasi impresa...
DUBBI
- ...al punto che si rischia di non trovare alcuna sfida all'altezza delle nostre capacità
- Tecnicamente non stupisce