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Strange Brigade e il tempio maledetto

In un'epoca in cui gli sparatutto cooperativi si sono fatti un po' da parte, i ragazzi di Rebellion hanno deciso di andare controcorrente

PROVATO di Aligi Comandini   —   10/07/2017
Strange Brigade
Strange Brigade
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I Rebellion non sono un team di sviluppo enorme, ma fanno indubbiamente parte del club di quelli più longevi: fondati nel 1991, hanno attraversato periodi di discreta notorietà e pericolosi momenti di crisi, stabilizzandosi per bene solo nell'ultimo decennio grazie alla serie Sniper Elite. La solidità economica però spesso costringe a dei sacrifici dal punto di vista creativo, al punto che ormai da tempo il nome dell'azienda è collegato a doppio filo alla serie Sniper, e ben poco è uscito dalle sue fila al di fuori dei titoli della saga. Ci è voluta l'E3 2017 per osservare il primo timido cambio di direzione della casa di sviluppo, che sta cercando di rimescolare le carte con ben due "nuovi" progetti. Quello di cui parliamo oggi è ancora uno sparatutto, ma non si tratta di più di un titolo con un cecchino per protagonista: Strange Brigade è il suo nome, ed è uno shooter cooperativo, con atmosfere vicine agli Indiana Jones e una apprezzabile volontà di non prendersi troppo sul serio.

Dagli al non morto!

Ma perché parliamo di "timido" cambio di direzione? È presto detto. Strange Brigade è in realtà un gioco che non si distacca molto da formule già viste di recente tra le opere della casa: una volta preso in mano il pad il feeling delle armi è all'incirca lo stesso della serie Sniper, anzi, più precisamente quello di Nazi Zombie Army, che concettualmente non è peraltro così diverso dall'ultima creatura di Rebellion. Il nuovo titolo vi mette infatti nei panni di uno tra quattro avventurieri a scelta, all'interno di mappe piene di nemici in cui dovrete avanzare tra trappole mortali, orde di zombie e mini boss di pericolosità variabile prima di raggiungere uno specifico obiettivo finale. Il sistema alla base del tutto non è certo complicato, insomma, e le meccaniche offerte non sono tra le più fresche in circolazione: non c'è cover system (sarebbe inutile viste le masse di nemici che costringono a mantenersi in costante movimento), è possibile schivare rotolando o fare scatterelli laterali mentre si mira, e ogni personaggio ha a disposizione tre armi - primaria, secondaria e speciale, acquistabili con il denaro ottenuto in missione - una granata e un potere mistico dedicato.

Strange Brigade e il tempio maledetto

Come potete notare, non c'è alcun elemento particolarmente mai visto nel mix, ma i poteri dei protagonisti aggiungono un po' di pepe al tutto, perché il loro caricamento si basa sull'uccisione di nemici multipli e quando la mappa si riempie di minacce può capitare di riattivarli a raffica, con una conseguente strage di avversari barcollanti. Non solo, gli zombie base non rappresentano l'unico tipo di carne da macello presente nei livelli, perché sono affiancati da non morti assassini con la capacità di teletrasportarsi e lanciare coltellacci dalla distanza, da mummie piuttosto resistenti, e dai succitati mini boss. Nell'unica mappa da noi provata questi in particolare erano dei minotauri in corazza con la spiacevole tendenza a caricare i giocatori, tuttavia dovrebbero esserci anche enormi statue di Anubi da affrontare nella versione finale della stessa zona, e non dubitiamo che la varietà di nemici aumenterà sensibilmente con il passare del tempo.

Strange Brigade e il tempio maledetto

Nel complesso, dunque, l'esperienza non ci è affatto dispiaciuta. Strange Brigade non è certo uno shooter con velleità rivoluzionarie, tenta solo di applicare ciò che la casa ha appreso in anni di esperienza all'interno di una struttura costruita sulla cooperativa. Il titolo di Rebellion dopotutto vive del caos controllato che nasce dalle battaglie a quattro giocatori e, seppur godibile anche in solitudine, è chiaramente congegnato attorno alla coordinazione di gruppo. Permette, ad esempio, di attivare trappole sparse per tutta la mappa, devastanti per i nemici ma molto pericolose anche per i giocatori (la volontà di creare situazioni ilari di "tradimento" è quasi palpabile) e offrendo poteri multipli inserisce i quattro personaggi all'interno di "ruoli" non propriamente definiti, che però spingono ad un minimo di collaborazione tattica (il professore, per dire, è indicato per le retrovie, in quanto dotato di un amuleto che colpisce grossi gruppi di nemici con proiettili a ricerca). Apprezzabile infine anche l'estetica anni 30, poco utilizzata nei videogiochi e ringalluzzita da un annunciatore che accompagna le azioni più spettacolari e introduce le missioni in modo simile ai proclami sensazionalistici dell'epoca.

Non è un titolo rivoluzionario, e non si distacca in realtà molto dalle recenti opere di Rebellion, ma Strange Brigade è uno shooter competente, che potrebbe risultare molto interessante per coloro che cercano uno sparatutto cooperativo frenetico e ricco d'azione. Perché le cose funzionino al meglio, però, servono mappe più variegate, nemici più aggressivi e unici e situazioni più originali rispetto a quanto visto all'E3. Dovremo aspettare ancora un po' per un verdetto sensato.

CERTEZZE

  • Frenetico e divertente in cooperativa
  • Ambientazione interessante

DUBBI

  • Perde molto in singolo
  • Niente split-screen?