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Il killer ha le ore contate

Heavy Rain continua a mostrare i suoi protagonisti, è il turno del detective Shelby!

PROVATO di La Redazione   —   22/08/2009
Heavy Rain
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Proprio come un film o romanzo investigativo che si rispetti, all'interno del quale sono disseminati indizi in ogni dove, lo sviluppo di Heavy Rain si trova a subire lo stesso trattamento, e ad ogni fiera che ne separa l'uscita viene presentato un nuovo personaggio e una nuova ambientazione di gioco. Ecco che quindi dopo la scena di Mad Jack dello scorso E3 2009, abbiamo potuto provare qui a Colonia quella chiamata Hassan's Shop, che vede come protagonista il detective Shelby all'interno di un supermercato, impegnato a chiedere alcune informazioni sul famoso "Origami Killer".

Il killer ha le ore contate

L'inizio di questa sezione prevede il colloquio con il gestore, che ha perso il figlio e sembra restio a rilasciare informazioni, nel nostro caso specifico dopo aver ricevuto un due di picche (e non era una donna...) ci siamo aggirati alla ricerca di alcune medicine, quando all'improvviso è entrata una persona armata di pistola che ha intimato di consegnare l'incasso. A questo punto abbiamo provato a dirigerci alle spalle del malvivente cercando di impugnare una bottiglia, che però maldestramente abbiamo fatto cadere avvertendo il ladro. L'unica soluzione è diventata quindi quella di alzare le mani e tenerle ben salde in alto, mentre ci siamo dilettati in un dialogo per cercare di convincerlo a deporre l'arma ed andarsene, sfruttando il fatto di aver scoperto che possiede una figlia, e non sarebbe stato il caso di fare qualche mossa avventata rischiandone il suo futuro. La demo si è conclusa col ringraziamento da parte del gestore del supermercato, che ci ha infine rivelato le informazioni di cui eravamo alla ricerca. Come ripetuto più volte, lo scopo di Quantic Dream con Heavy Rain è quello di rendere l'esperienza di gioco immersiva e appagante, interattiva ed emozionale per l'utente, che si trova inoltre a dover prendere decisioni abbastanza rapidamente e saggiare la propria abilità di tempismo sul pad, che poi si riflette anche su cosa accade su schermo.
L'interfaccia priva di elementi che mostra unicamente un tasto da premere unicamente quando è possibile un'interazione rientra nello scopo di cui sopra, e probabilmente per la prima volta da quando abbiamo provato in prima persona Heavy Rain, siamo riusciti a capire l'idea di David Cage in tal senso. Nel mentre che aspettavamo il nostro turno siamo riusciti infatti a vedere come è possibile comportarsi in maniera differente all'interno della stessa situazione. Un altro giocatore ad esempio è riuscito a convincere il commerciante con le parole e ad ottenere subito le informazioni, un altro ancora si è fatto sparare e si è quindi ferito per non aver alzato le mani in seguito all'ennesima intimazione da parte del rapinatore. L'uso delle inquadrature inoltre, i dialoghi e il fatto di dover premere in alcune situazioni i tasti in maniera piuttosto rapida ci hanno tenuti sulle spine e curiosi di cosa sarebbe potuto accadere successivamente. Ricordiamo inoltre che nel titolo il controllo del personaggio principale avviene in maniera non convenzionale: col tasto sinistro analogico si muova la testa, con R2 si "accelera" e quindi cammina verso la direzione indicata dallo sguardo. Tecnicamente, infine, la demo di questa GamesCom 2009 ci è parsa migliorata rispetto alla precedente, con una maggiore pulizia grafica e fluidità, dettaglio dell'ambiente circostante e le più che ottime animazioni facciali. Certo, l'impatto non è più come quello iniziale avuto circa un anno fa, ma il comparto tecnico continua a rimanere interessante, soprattutto perché supportato da un ottimo livello artistico. Anche in questi caso tenete d'occhio la nostra scheda di Heavy Rain: nei prossimi giorni pubblicheremo un'intervista doppiata in Italiano a David Cage, con ulteriori informazioni sul titolo e i particolari trofei che verranno implementati!

CERTEZZE

  • Coinvolgente
  • Grandi dialoghi
  • Diverso dal solito

DUBBI

  • Poco interattivo
  • Potrebbe essere apprezzato da pochi