Poche settimane fa si è scoperto che negli ultimi tre mesi il numero di sottoscrizioni a World of Warcraft è calato ulteriormente; per la terza volta, nel corso dello stesso anno, il kolossal di Blizzard è sembrato decisamente arrancare, affaticato e accerchiato da ogni tipo di concorrenza, presente e futura. Sui forum dedicati e nella chat del gioco stesso l'argomento è praticamente all'ordine del giorno ed è quasi sintomatico il fatto che le gilde facciano più fatica del solito a reclutare nuovi giocatori interessati a raid e endgame. Per quanto si affermi che il calo di interesse nei confronti di World of Warcraft sia ormai fisiologico, sopratutto alla luce dei suoi ben sette anni di età, è pur vero che questa volta il team di sviluppo non si è giocato bene le sue carte, compiendo una serie di manovre che hanno deluso e indisposto gran parte dei giocatori.
Se il riciclo contenutistico offerto con la patch 4.1 era già stato il segnale di qualcosa che non andava, la successiva patch 4.2 ha mostrato una drastica inversione di rotta rispetto alla filosofia originale dell'espansione Cataclysm, rivelandosi non più che un mero riempitivo che, però, è finito col durare ben sei mesi, mettendo a dura prova perfino la pazienza dei giocatori più fedeli e motivati. Con il nuovo update, intitolato Hour of Twilight, Blizzard intende chiudere in grande stile un capitolo iniziato col botto e sgonfiatosi a poco a poco, ma per riuscirci occorre colpire direttamente al cuore ogni tipo di giocatore.
A spasso nel tempo
Dopo un filler da cartone animato giapponese con tanto di cattivo resuscitato e la cancellazione ufficiale di Abyssal Maw e dell'epilogo della vicenda di Neptulon, è un sollievo vedere tanta enfasi riposta su storia e narrazione con un trittico di dungeon che scavano profondamente nel lore del franchise gettando interessanti basi per il futuro del gioco. In pratica l'allegra combriccola degli Aspetti si è resa conto che l'unico modo per sconfiggere il fratellone pazzo consiste nell'utilizzare un artefatto che lui stesso aveva usato millenni prima per scacciare la Legione Ardente da Azeroth.
Il problema è che questo artefatto non esiste più e bisogna viaggiare nel passato per recuperarlo; peccato che qualcosa, o qualcuno, stia interferendo con i poteri di Nozdormu, il drago del tempo. I giocatori dovranno quindi avventurarsi prima in un futuro distopico in cui Azeroth e i suoi eroi sono in rovina (End Time) per poi viaggiare a ritroso nel tempo fino a uno dei momenti cardine dell'universo di Warcraft, la creazione del Maelstrom: in Well of Eternity ritroveremo dei giovani Illidan, Malfurion e Azshara alle prese con l'invasione della Legione Ardente. Finalmente in possesso della Dragon Soul, dovremo scortare Thrall attraverso Dragonblight per raggiungere il Wyrmrest Temple, difendendo il leggendario orco dagli attacchi dell'esercito di Deathwing in un dungeon, Hour of Twilight, che ricorda molto The Escape from Durnhold di The Burning Crusade.
La nuova trilogia di dungeon per cinque giocatori ha il merito di offrire un contesto diverso dal solito, riprendendo alcune storie lasciate in sospeso e chiudendo il cerchio per alcune di esse, motivando i giocatori con un'insolita pressione fondata sulla gravità della situazione. Le ricompense in questo caso sono davvero ghiotte: oggetti di livello 378, lo stesso dell'itemization del raid Firelands; da una parte questa scelta permette ai giocatori più casual di competere immediatamente con gli hardcore-players e, sopratutto, consente a chiunque sia tornato da una pausa più o meno lunga di aggiornare facilmente l'equipaggiamento per partecipare al nuovo raid-dungeon, tuttavia si tratta di un vero smacco nei confronti dei giocatori che si sono concentrati per mesi su uno dei raid-dungeon più discutibili di sempre e un vero e proprio dietrofront rispetto alla politica iniziale di Cataclysm.
Più epixx per tutti!
Nella filosofia originale di Cataclysm gli oggetti "rari" (quelli col nome blu, per intenderci) dovevano diventare il nuovo standard, riservando agli oggetti "epici" (nome viola) una ripristinata aura di solennità che non si vedeva dai tempi di The Burning Crusade.
Questa interessante politica è durata non più di tre mesi, rimpiazzata rapidamente dalle continue semplificazioni dei raid-dungeon, dalla pioggia di Valor Point distribuiti settimanalmente e dall'introduzione di epici acquistabili e dungeon per cinque giocatori veloci e remunerativi. L'opinione degli utenti in merito generalmente si spacca in due: è giusto offrire solo ai più tenaci ricompense degne di questo nome o tutti devono poter ottenere tutto? Non staremo qui a discutere l'etica del loot in un MMORPG, ma bisogna ammettere che entrambe le parti hanno ragione e, d'altro canto, per i giocatori hardcore sono state sviluppate appositamente le difficoltà Heroic dei vari boss. Con il nuovo raid-dungeon, Dragon Soul, si arriva forse al punto più alto di questa vecchia diatriba grazie all'introduzione di una nuova feature che ha già scatenato innumerevoli polemiche, il Raid Finder. Tramite questo semplice menù, del tutto simile al tipico Dungeon Finder, è possibile infatti trovare in modo rapido e indolore un posto in un raid-group composto a caso e affrontare il nuovo raid-dungeon a un livello di difficoltà inferiore al normale. Sebbene le ricompense siano di livello leggermente inferiore alla versione "regolare" di Dragon Soul, il Raid Finder offre un livello di sfida davvero demenziale che consente a tutti, ma proprio tutti, di racimolare qualche oggetto e vedere la conclusione del ciclo narrativo di Cataclysm.
Dragon Soul è infatti un raid-dungeon piuttosto atipico, ambientato quasi interamente a Wyrmrest Temple, sotto l'assedio delle forze di Deathwing: i giocatori dovranno proteggere gli Aspetti per poi affrontare l'immenso drago nero in una battaglia particolarmente originale che si sviluppa prima sul suo dorso, in volo, e poi in un epico faccia a faccia nei pressi del Maelstrom. Fino ad ora gli "scontri finali" di ogni espansione sono stati sempre preclusi ai giocatori più casual, il Raid Finder risolve questo problema garantendo a tutti quanti un posto in prima fila nella disfatta di Deathwing. Per chi voglia cimentarsi in una sfida più concreta c'è sempre e comunque la versione normale o Heroic da 10 o 25 giocatori in cui ottenere un loot più adeguato e magari la nuova arma leggendaria per i Rogue; tuttavia, l'introduzione del Raid Finder apre le porte da un lato a nuovi, interessanti risvolti nell'ambito dell'endgame presente e futuro, dall'altro potrebbe rappresentare il colpo di grazia alla longevità di un gioco che, sopratutto negli ultimi anni, si è basata sulla tenacia degli utenti e sulla difficoltà di raggiungere un determinato traguardo.
La fiera del vintage
Negli ultimi mesi i giocatori di World of Warcraft si sono trovati di fronte a un dilemma esistenziale che si riassume nella domanda: "cosa faccio questa sera su Azeroth?" Il limite di punti Valor acquisibili settimanalmente ha infatti inferto una stoccata sia ai giocatori casual, la cui tolleranza dei dungeon con i troll è venuta meno già svariati mesi fa, sia ai giocatori hardcore, che nel giro di un paio di sere completano Firelands e si ritrovano con il massimo dei Valor Point e nient'altro da fare.
Molten Front, il quest-hub introdotto dalla patch precedente, è diventato ridondante nel giro di qualche settimana, e non tutti hanno la forza di crescere un secondo personaggio e affrontare da capo l'iter appena esposto. In Blizzard si sono quindi resi conto che era necessario offrire ai giocatori qualcosa di nuovo da fare per ammazzare il tempo tra un dungeon e l'altro, rispondendo con una serie di aggiunte che, in un modo o nell'altro, potrebbero interessare un po' tutti i giocatori. La Darkmoon Faire rinnovata è la prima di queste: da anni limitata a un breve e piccolo evento nei pressi di una città a turno, la fiera "più pazza di Azeroth" si guadagna con la patch 4.3 un'intera area nuova di zecca, raggiungibile tramite appositi portali. Nella nuova isola i giocatori possono cimentarsi con una dozzina di mini-giochi e quest giornaliere con le quali ottenere oggetti di ogni genere, sopratutto di tipo "sociale" come inediti vanity pet, cavalcature e altre amenità.
A questo simpatico revamp e riempitivo si associa l'introduzione del tanto atteso Transmogrificator, un NPC che permette di cambiare l'aspetto del nostro equipaggiamento: si tratta sostanzialmente della risposta Blizzard alle critiche mosse al comparto artistico che si occupa dell'equipaggiamento e, in particolare, degli "armor set", il quale ultimamente non ha certo brillato per creatività, anche se con le armature legate a Dragon Soul si è fatto un passo avanti nella giusta direzione. Il Transmogrificator consentirà quindi ai nostalgici di trasformare il loro equipaggiamento più recente nelle armature apprezzate in precedenza: volete affrontare Deathwing vestendo il vostro sfavillante "tier 6" di The Burning Crusade? Adesso potete. Questa nuova feature incoraggia quindi anche i giocatori più recenti ad affrontare i vecchi dungeon per racimolare oggetti unicamente in virtù dell'estetica: si tratta insomma di un espediente un po' diabolico per offrire ai giocatori qualcosa da fare (o rifare) per settimane e mesi. Al Transmogrificator si associa anche il nuovissimo Void Storage, ovvero una banca addizionale per personaggio, costosa ma sicuramente utile.
La rotta per Pandaria
Con la patch Hour of Twilight la società di Irvine cerca di resistere all'avanzata della concorrenza spietata, anticipando l'imminente uscita del più diretto e minaccioso rivale Star Wars: The Old Republic e rispondendo a molte delle critiche avanzate dalla comunità negli ultimi mesi. Parliamoci chiaro e tondo, nell'ultimo trimestre World of Warcraft ha attraversato la più grande crisi della sua lunga carriera, a causa sopratutto di una gestione discutibile e forse eccessivamente superficiale dei contenuti che dovrebbero tenere incollati i giocatori, spingendoli a pagare la quota mensile.
L'aggiornamento 4.3 cerca di ribaltare la situazione, rivelandosi come uno dei più densi della storia del gioco, offrendo qualcosa a ogni tipo di giocatore e apportando delle modifiche, anche a livello meccanico, sicuramente meritevoli di interesse. Restano però delle perplessità circa le scelte di Blizzard, che potrebbero rivelarsi perfino un'arma a doppio taglio. Se il Raid Finder rappresenta un punto di svolta per la filosofia del gioco, strizzando l'occhio ai giocatori casual in particolare, bisogna ammettere che lo stesso concept può avere risvolti drammatici: considerando che questa è l'ultima major-patch prima del rilascio della nuova espansione, Mists of Pandaria, viene da chiedersi quanto possano essere interessati gli utenti a ripetere il nuovo raid-dungeon, settimana dopo settimana, a difficoltà normale o superiore per racimolare oggetti che diventeranno inutili non appena si supererà l'attuale level-cap. Molti utenti, sopratutto quelli più annoiati, preferiranno forse completare Dragon Soul in fretta e furia grazie al Raid Finder per godersi l'epilogo di Cataclysm e rivolgere la loro attenzione a qualcos'altro nell'attesa dei pandaren e dei contenuti endgame della prossima espansione. E' un futuro incerto, insomma, quello dei prossimi mesi di World of Warcraft, e non c'è nessun Nozdormu che ci possa permettere di dargli una sbirciatina in anticipo.