Immaginate di essere una ragazza giapponese nata alla fine degli anni '70, di amare i fumetti e di essere piuttosto brava a disegnare: fare strada in quel mondo non è sicuramente semplice, ma i precedenti illustri non mancano. Citiamo solo alcune delle autrici già celebri ai tempi: Kaoru Tada (Kiss Me Licia), Naoko Takeuchi e, soprattutto, Rumiko Takahashi, la cosiddetta "regina dei manga", creatrice di Lamù, Maison Ikkoku e Ranma ½. Immaginate quella stessa giovane che, durante l'adolescenza, viene introdotta dai fratelli al mondo dei videogiochi: esattamente come per i fumetti, più che come fruitore, si interessa al versante creativo del mezzo. E così, quando non ha ancora vent'anni, Aya Kyogoku decide che realizzare videogiochi non sarebbe stato poi così male: in questo ambito però, a differenza di quello fumettistico, le figure di riferimento femminili sono quasi inesistenti.
Oggi, a marzo 2020, dal suo profilo Instagram apprendiamo che è appena rientrata a Kyoto, dopo una lunga vacanza in Israele; una vacanza probabilmente successiva al completamento del suo ultimo progetto, e cioè Animal Crossing: New Horizons, in arrivo su Nintendo Switch il 20 marzo 2020. Nessuna corsa finale, nessuna consegna all'ultimo secondo: esattamente come era successo con Animal Crossing: New Leaf, lo sviluppo pare essere stato armonioso e senza strappi. Aya Kyogoku è la donna più importante all'interno di Nintendo, ed è stata la prima ad aver diretto un gioco della società. Tuttavia lei non è soltanto la principale mente creativa dietro a New Horizons, ma anche la manager del gruppo EPD numero 5, dopo che Nogami è stato promosso Deputy General Manager (come Aonuma): una carica assunta durante il 2019. Sta compiendo il classico cursus honorum dei migliori talenti Nintendo, portando con sé varie novità: delle scelte che evidenziano tutta la sensibilità generata dall'essere lungamente appartenuta a una minoranza.
Atlus e Animal Crossing
La prima compagnia in cui Kyogoku riesce a entrare è Atlus: siamo alla fine degli anni '90, e inizialmente collabora al planning di DeSPIRIA, un j-rpg per Dreamcast che viene pubblicato in Giappone, e da lì mai emigra, nell'anno 2000. Ben più importante è il lavoro successivo, e cioè la co-direzione, sempre per Atlus, di Wizardry: Tale of the Forsaken Land per PlayStation 2, uno spin-off della storica, e seminale, saga Wizardry. Il gioco esce nel 2001, quando la serie è già poco conosciuta, tuttavia ottiene una buona media Metacritic (70) e vende circa 100.000 copie in tutto il mondo.
Nello stesso periodo Nintendo si occupa del lancio giapponese di Animal Forest, un titolo molto strano, inizialmente previsto per 64DD, prodotto da Takashi Tezuka e diretto da Nogami ed Eguchi: quest'ultimo ne è anche l'ideatore, e il concept è derivato, come spesso accade, da un'esperienza personale. Eguchi non è nato a Kyoto, e così, nei primi anni di lavoro presso Nintendo, ha difficoltà a socializzare: quella sensazione di estraneità viene riproposta in Animal Forest, in cui il protagonista, un umano, è catapultato in un nuovo villaggio popolato da animali parlanti.
In Animal Forest non c'è un obbiettivo preciso, e il tempo scorre come nelle realtà (RTC, Real Time Clock): adesso può sembrare banale, ma nel 2001 non lo è di certo. La sovrapposizione tra i giorni del villaggio e quelli "veri", nonché la capacità del gioco di evolversi anche a console spenta, rendono Animal Forest qualcosa di unico. E infatti ottiene un grande successo, che spinge Nintendo a realizzarne un remake per GameCube, che stavolta viene venduto anche in Occidente, col nome di Animal Crossing.
Nel frattempo Aya Kyogoku fa domanda presso Nintendo, viene accettata, e messa subito al lavoro sugli script di due The Legend of Zelda: prima su quello di Four Swords Adventures (2004) e poi su Twilight Princess (2006). Tra i due, nel 2005, viene pubblicato il primo episodio portatile di Animal Crossing, e cioè Wild World per Nintendo DS, diretto da Nogami: ottiene un successo inatteso, e vende più di dieci milioni di copie. La tascabilità evidentemente fa bene alla serie, ma visto il successo è impensabile non portarla su Wii: volontà che si concretizza attraverso City Folk (2008), che rappresenta anche il primo incontro tra Kyogoku e Animal Crossing.
New Leaf, New Horizons
Questo gioco, diretto dalla coppia Nogami e Moro, vede impegnata Kyogoku come "sequence director", non in un ruolo primario quindi. City Folk non va come Nintendo avrebbe sperato: viene ritenuto un capitolo troppo passivo dal punto di vista creativo, e non viene premiato nemmeno dalle vendite, nonostante la grande base installata di Wii e la sua eterogeneità. In EAD sono convinti che serva una svolta, e così, esattamente come mesi dopo sarebbe successo alla saga di Zelda, il team di Animal Crossing inizia a ripensare, per utilizzare la loro terminologia, alle "convenzioni" della serie.
La principale incaricata di questo compito, aiutata dal producer Nogami e dal braccio destro Isao Moro, è proprio Aya Kyogoku, che così diventa la prima donna a dirigere un gioco Nintendo. Nella sua concezione della serie, Animal Crossing è uno "strumento di comunicazione": nonostante nel 2001 non esistano i social network, per Kyogoku, in era 3DS, è necessario tenerli in considerazione per capire appieno la saga. E Animal Crossing ne rappresenta una sorta di personificazione virtuale, in una declinazione ludica, moderata e dall'atmosfera serena. Fare un regalo a un amico (un oggetto o un vestito), spedirgli una lettera, sono tutte maniere di esternargli il vostro affetto, nonostante - o soprattutto? - sia filtrato da un mondo e dei personaggi cartooneschi.
Kyogoku è anche convinta, come dichiara in una conferenza alla GDC 2014, che la diversità dei membri del team sia una ricchezza da sfruttare. Proprio per questo, indipendentemente dal ruolo, accetta le idee di ogni collaboratore: in rete, ad esempio, potete trovare dei bozzetti che sono diventati dei personaggi di New Leaf, e non sono stati certamente realizzati da dei disegnatori professionisti. Magari sono stati fatti da programmatori, o sceneggiatori. Del tema principale della colonna sonora si occupa un'altra donna, Manaka Kataoka, che fa un lavoro talmente buono da essere selezionata come principale compositrice di Breath of the Wild. In ogni caso, il gioco si rivela uno straordinario successo, probabilmente la maggior killer application della console; ancora più sorprendentemente, Iwata scopre che la maggioranza degli utenti sono ragazze dai 19 ai 24 anni.
Kyogoku viene messa a lavorare, insieme a Moro, su degli spin-off. Prima che si metta a plasmare l'episodio per Switch, e a supervisionare quello mobile, Aya perde il suo principale collaboratore: Isao Moro, con una mossa del tutto inaspettata, lascia l'azienda. Se ne va da Kyoto e da Nintendo e, come scopriamo da 4gamer, si trasferisce in una località marittima (Okinawa) per assecondare la carriera della moglie (e farsi qualche bagno). Insegna programmazione ai bambini, con degli assistenti robot costruiti coi LEGO (non stiamo scherzando).
Kyogoku invece è stata promossa e, come dicevamo, il suo nuovo gioco sta per uscire. Non è una rivoluzionaria, ma la sua importanza non va sminuita: in una società gerarchica e conservatrice come quella nipponica, è stata la prima director della storia Nintendo, e ora è la prima manager di un team. Il tutto rivendicando, sempre con toni garbati, l'importanza della diversità in un team di sviluppo. Del resto quando ha iniziato, come racconta lei, era spesso l'unica donna. Le cose stanno cambiando, anche in Nintendo, e il suo contributo è stato sicuramente importante.