Esistono numerosi giochi di guida per i dispositivi mobile, ma nessuno può vantare la storia di Asphalt: la serie Gameloft, che ha fatto il proprio debutto nel novembre del 2004 su Nintendo DS e N-Gage, si è evoluta negli anni fino a diventare un punto di riferimento per il genere dei racer arcade su iOS e Android, ma non solo.
Se infatti è vero che fin dalla seconda metà degli anni '90 sono sempre stati i giochi di guida a consentire agli sviluppatori di mettere in evidenza le capacità grafiche di ogni nuova piattaforma, man mano che gli smartphone diventavano più potenti e versatili Asphalt ha fatto segnare sostanziali passi in avanti sul piano tecnologico.
I primi passi, da Asphalt: Urban GT a Elite Racing
Nella prima metà degli anni 2000 il mobile gaming come lo conosciamo oggi ancora non esisteva, e così meteore come il Nokia N-Gage, handheld consolidati come il Nintendo DS e naturalmente i dispositivi compatibili con le applicazioni J2ME si ponevano come le piattaforme di riferimento per chi voleva realizzare esperienze votate all'assoluta portabilità, semplici e veloci: in una parola, arcade.
È all'interno di questo contesto che ha fatto capolino Asphalt: Urban GT, nel novembre del 2004. Come molti giochi dell'epoca, il titolo Gameloft si presentava in due differenti versioni: una con grafica poligonale per i già citati N-Gage e Nintendo DS, mentre l'altra utilizzava un semplice raster per ovviare ai ben noti limiti dell'ambiente Java.
Lo studio francese, del resto, aveva posto le basi per il franchise proprio su questa piattaforma software due anni prima, con la riduzione di Speed Devils: nonostante l'esigenza di realizzare in pratica due prodotti diversi, l'ampia diffusione dei terminali compatibili con J2ME imponeva quel tipo di approccio, che è stato mantenuto fino ad Asphalt 4: Elite Racing del 2008.
Nella sua incarnazione tridimensionale, ad ogni modo, Asphalt era alla ricerca di una personalità precisa che gli autori immaginavano di legare proprio alla vocazione arcade dell'esperienza, caratterizzata da un modello di guida sempre più eccentrico e orientato verso la spettacolarità di nitro, salti e derapate grazie a cui era possibile percorrere qualsiasi curva a tutta velocità.
L'avvento di iOS e Android
Quando iPhone 3G e la prima versione di Android hanno fatto il proprio debutto, nel 2008, è stato chiaro che il panorama del mobile gaming sarebbe cambiato, assumendo finalmente dei connotati precisi e stabilendo alcuni importanti punti fermi. Gameloft non ha dunque perso tempo, portando Asphalt 4: Elite Racing sull'innovativo smartphone Apple e sperimentando sui terminali Android con il precedente episodio della serie.
All'arrivo di Asphalt 5, tuttavia, la situazione del mercato mobile era già ben consolidata e anche il franchise sembrava aver trovato una propria dimensione, puntando ancor più convintamente sul connubio derapata / boost per identificare il suo gameplay arcade e sfruttando le possibilità offerte dalle più recenti tecnologie in tema di controlli, grazie ai touch screen capacitivi e all'accelerometro.
Pur non riuscendo ancora a esprimere appieno la maturità visiva che sarebbe arrivata solo più tardi, il quinto episodio della serie introduceva numeri di tutto rispetto (oltre trenta vetture, dodici ambientazioni, sei tipologie di evento) e la novità del multiplayer online, che per quanto viziata da frequenti episodi di lag possedeva un chiaro potenziale in ottica futura.
Tutti elementi che Asphalt 6: Adrenaline ha provato a consolidare, aggiungendo al mix la novità dei bonus da raccogliere in pista, tipica dei più celebri kart racer, e arricchendo ancor di più una struttura che cominciava ad assumere connotati davvero importanti. Stiamo peraltro parlando dell'ultimo capitolo proposto su App Store e Google Play in formato premium a 5,49€, prima che il modello di business su mobile venisse rivoluzionato.
La parentesi console e il grande ritorno
Se è vero che iOS e Android rappresentavano ormai un punto di riferimento imprescindibile per il mobile gaming, i produttori di console non avevano ancora rinunciato al mercato degli handheld e così fra il 2011 e il 2012 Gameloft ha pensato bene di portare la sua serie anche su Nintendo 3DS e PlayStation Vita, rispettivamente con Asphalt 3D e Asphalt: Injection.
Non è andata benissimo: sulla console Nintendo il gioco era un concentrato di glitch, dotato di controlli macchinosi, di una grafica davvero modesta e di una fisica delle collisioni letteralmente ridicola, mentre su PlayStation Vita la situazione era migliore ma di poco e la stampa internazionale, con i suoi voti impietosi, lo ha fatto ben presente.
Tali risultati hanno spinto Gameloft ad accantonare per il momento qualsiasi idea di espandere il franchise su sistemi che non fossero quelli Apple, Google e Microsoft (sì, ai tempi c'era ancora Windows Phone), rilanciando proprio su queste piattaforme la saga con due capitoli assolutamente ottimi, ovverosia Asphalt 7: Heat nel 2012 e Asphalt 8: Airborne nel 2013.
Entrambi caratterizzati da un prezzo estremamente accessibile (appena 79 centesimi), che rivelava però l'adozione di un approccio fondamentalmente free-to-play, con la presenza di numerose microtransazioni (per fortuna opzionali), sia Heat che Airborne portavano avanti la progressione sul piano dei numeri, introducendo nel secondo caso situazioni ancora più spettacolari grazie alle acrobazie aeree.
Le variazioni sul tema e lo status di leggenda
Dopo aver spinto l'acceleratore con i già citati Heat e Airborne, la serie Asphalt aveva bisogno di respirare e così Gameloft ha cercato di capire se fosse possibile sfruttare l'ormai straordinaria popolarità del brand per dar vita a degli spin-off sempre ambientati nel mondo delle corse ma capaci di offrire un punto di vista in qualche modo differente.
Asphalt Overdrive ha provato a mettere in pratica tale proposito proponendo una sorta di endless runner con tanto di cambio di corsia ma controlli touch non abbastanza precisi, mentre Asphalt Street Storm si cimentava con l'allora piuttosto diffuso sottogenere dei drag racer, in cui non si controlla la vettura ma soltanto cambio e acceleratore nell'ambito di gare che si svolgono in rettilineo.
In mezzo a questi due prodotti abbiamo assistito al ritorno della formula arcade tradizionale con Asphalt Xtreme, sebbene il gioco fosse votato all'offroad e prendesse dunque nettamente le distanze dagli scenari urbani che hanno sempre caratterizzato la serie, preferendo appunto location estreme come distese innevate, rocciose o sabbiose, da affrontare rigorosamente al volante di veicoli di grosse dimensioni.
Il resto è storia recente e ancora attuale, con Asphalt 9: Legends che è uscito nel 2018 e ha spinto tutto quello che poteva spingere, incarnando l'idea del brand Gameloft nella maniera più convincente possibile e segnando finalmente quell'espansione verso le console che la casa francese aveva sempre desiderato.
A maggior ragione con la riedizione Legends Unite, ora disponibile su tutte le piattaforme: un sogno che si avvera per il team di sviluppo francese?