Cristiano Ronaldo sarà un nuovo personaggio giocabile di Fatal Fury: City of the Wolves, l'ultimo capitolo nella storica serie picchiaduro di SNK. In mezzo agli altri combattenti dall'aspetto sgargiante che se le suoneranno di santa ragione ci sarà anche lui, il cinque volte Pallone d'Oro e oggi attaccante del team saudita Al-Nassr, pronto a sfruttare una palla da calcio da evocare a piacimento per mandare KO personaggi storici come Terry Bogard e Mai Shiranui. A dirla tutta non sarà il solo a risultare quantomeno fuori posto, perché a fare il suo debutto sarà anche Salvatore Ganacci, DJ bosniaco che passerà dai palchi di festival musicali come il Tomorrowland al ring virtuale della serie Garou.
Che diavolo sta succedendo nella nostra linea temporale? Una domanda, questa, che il pubblico dei videogiochi è costretto a porsi sempre più spesso, come per esempio quando Fabio Rovazzi si è improvvisato come operatore nei confini della Warzone di Call of Duty. In questo caso, tuttavia, la situazione è parecchio più complessa e non si esaurisce assolutamente in una semplice operazione di marketing: che cosa ci fa, davvero, Cristiano Ronaldo in Fatal Fury? Esiste un metodo infallibile per ottenere la risposta corretta: è sufficiente seguire i soldi, nel caso specifico quelli del PIF, ovvero il fondo sovrano dell'Arabia Saudita.
Ronaldo entra nel cast di Fatal Fury
Ricevendo il comunicato ufficiale di SNK siamo rimasti storditi, all'inizio abbiamo fatto fatica a crederci: "Cristiano Ronaldo scenderà in campo a South Town in Fatal Fury: City of the Wolves". Visto il tempismo dell'annuncio, i dubbi riguardo un potenziale pesce d'aprile sono stati fugati solamente dalla pubblicazione del trailer dedicato che potete vedere qui sotto, con tanto di presentazione delle sue principali dinamiche di combattimento legate all'utilizzo di un pallone da calcio e soprattutto del celebre urlo: "Siu!" attraverso il quale, come prevedibile, il Ronaldo virtuale celebrerà la vittoria.
"Uno dei calciatori più forti del mondo. Nel tempo libero sceglie di visitare South Town, per mostrare le sue incredibili nuove skill calcistiche. Le diverse tecniche che ha sviluppato giocando a calcio lo rendono una forza inarrestabile, anche per i combattenti più esperti". Quella che avete appena letto è la biografia del nuovo combattente di City of the Wolves, nella quale si fa menzione del suo stile di combattimento unico denominato "calcio + arti marziali" che mette in scena doppi passi e palleggi di testa, nonché del suo smisurato amore per lo sport e per la famiglia.
Perché?
Shin Nihon Kikaku, oggi SNK, è stata una delle maggiori protagoniste della rivoluzione arcade che investì gli anni '80 e soprattutto i primi '90, specialmente in seguito all'introduzione del sistema Neo Geo MVS che di fatto stravolse il modello di business di numerose sale giochi. Fu proprio durante quell'epoca che videro luce alcuni dei suoi franchise più noti, su tutti quello di Metal Slug - che nel nostro paese ha conosciuto una fortuna straordinaria - ma anche picchiaduro come Samurai Shodown, The King of Fighters e la serie Garou, nota oltreoceano come Fatal Fury.
Ora, ripercorrere l'interezza della storia di SNK significherebbe tuffarsi in mezzo a iniziative fallimentari come la produzione della console Neo Geo Pocket, nonché analizzare le noiose questioni legate al dietro le quinte finanziario che da una parte hanno condotto la compagnia originaria alla bancarotta e dall'altra hanno portato i diritti delle proprietà intellettuali a passare di mano in mano. Il vero grande punto di svolta in seguito a oltre un decennio d'incertezza è arrivato solamente con l'acquisizione da parte della firm cinese Leyou nel 2015, che si è conseguentemente risolto nell'ingresso in scena di MiSK Foundation.
La MiSK Foundation è un'organizzazione non-profit riconducibile alla figura del primo ministro e principe saudita Mohammad Bin Salman che si è inizialmente limitata ad acquistare una partecipazione di minoranza in SNK, per poi spianare la strada all'intervento di Electronic Gaming Development Company, sua sussidiaria che molto di recente ha ottenuto la quota di controllo della compagnia alle spalle di Fatal Fury.
In seguito a questa scalata diversi appassionati e operatori del settore hanno espresso preoccupazioni per il futuro di SNK, temendo di assistere a interventi di gestione che potessero intaccare il fronte creativo: "L'acquisizione non avrà alcun effetto sullo sviluppo di videogiochi", dichiarava nel 2022 il produttore di Fatal Fury: City of the Wolves Yasuyuki Oda. Oggi, a soli tre anni di distanza da quell'intervista, la serie Garou si prepara ad accogliere nel roster di combattenti Cristiano Ronaldo, che di fatto è l'uomo immagine del campionato di calcio saudita e gioca nella squadra di Bin Salman, nonché Salvatore Ganacci, che stando ad alcuni report sarebbe particolarmente vicino alla famiglia reale e si è esibito nella cornice di diversi eventi del paese.
Gli investimenti sauditi nei videogiochi
Mohammad Bin Salman è un grande appassionato di videogiochi. Avido giocatore di Call of Duty, sembra aver sviluppato anche un interesse particolare verso picchiaduro come Fatal Fury, visto il coinvolgimento diretto della MiSK Foundation nell'acquisizione di SNK. Al di là di queste particolari quanto irrilevanti note di colore, è ormai qualche anno che l'Arabia Saudita e i suoi ricchissimi fondi d'investimento hanno iniziato a strizzare l'occhio all'industria videoludica.
Nel caso in esame EGDC ha preso il controllo di un franchise e non ha perso tempo nell'utilizzarlo come palcoscenico per promuovere interessi personali, ma si tratta solamente di un minuscolo tassello nel grande mosaico da oltre 38 miliardi di dollari di investimenti che stanno coinvolgendo il fondo sovrano e altre entità connesse. Di recente, per esempio, sono state consolidate o aggiornate le numerose partecipazioni di minoranza in tantissime società ai vertici dell'industria videoludica, come per esempio Take Two Interactive (proprietaria di GTA, della quale possiede il 6,8%), Electronic Arts (5,8%), Nintendo (7,5%), Capcom (5%), Nexon (10%) ed Embracer Group (8,3%).
Nel frattempo, tuttavia, si sono verificati movimenti decisamente più massicci attraverso Savvy Games Group, società finanziata dal PIF che vede come presidente del consiglio di amministrazione proprio Bin Salman e che ha iniziato da tempo a fare la spesa nel settore dei videogiochi, rivolgendo particolare attenzione al mondo degli esports. Nel 2023 Savvy ha acquisito l'enorme editore mobile Scopely per $4,9 miliardi, che a sua volta nel 2025 si è assicurato la divisione videoludica di Niantic per ulteriori $3,5 miliardi, ovvero la celebre casa produttrice di Pokémon GO. Inoltre, nel corso dell'estate 2023, era emerso che fosse in atto una trattativa (poi sfumata) con Embracer Group per una partnership da $2 miliardi, molto probabilmente incentrata sulle IP connesse a Il Signore degli Anelli.
A margine bisogna ricordare anche l'acquisizione per una somma complessiva di $1,5 miliardi delle piattaforme esport ESL e Faceit, oggi le organizzatrici de-facto della Esports World Cup. Questo enorme evento fisico e digitale che si tiene a Riyadh, e che si appresta ad alzare il sipario sulla seconda edizione proprio quest'estate, si è trasformato nell'epicentro del mercato competitivo globale mettendo in campo un montepremi da oltre $70 milioni sul quale tutti i principali attori internazionali non vedono l'ora di mettere le mani. Vale la pena menzionare anche il fatto che a partire da quest'anno la EWC alzerà il sipario anche su una competizione di scacchi talmente ricca da aver convinto giocatori del calibro di Magnus Carlsen e Hikaru Nakamura a firmare contratti temporanei con organizzazioni esports, con il solo scopo di ottenere un biglietto d'ingresso per la kermesse.
Alcune considerazioni
Le connessioni dirette fra gli investimenti sauditi e il mondo dei videogiochi stanno destando parecchie preoccupazioni, anche e soprattutto a causa del particolare storico relativo alle pratiche di distribuzione nel paese. Basti solamente pensare ai casi di videogiochi che vengono messi al bando in Arabia Saudita per le ragioni più disparate, come capitato a Final Fantasy XVI, a The Last of Us Part 2 e persino a Grand Theft Auto V, titolo nel catalogo di quel publisher Take Two del quale - lo ricordiamo giusto per completezza - il PIF possiede una quota importante. Se la lista appare così breve è perché la maggior parte delle produzioni vengono pubblicate solo in seguito alle operazioni di censura: Final Fantasy XVI, per esempio, è stato messo al bando solamente perché Square Enix si è rifiutata di censurare un bacio fra due personaggi gay, altrimenti sarebbe tranquillamente approdato sugli scaffali.
Esattamente come accaduto con gli sforzi nel mondo del calcio, che molti addetti ai lavori hanno denunciato come "sportswashing", altrettante voci del settore videoludico sostengono che ciò che sta succedendo costituisca una sorta di "gameswashing", ma è evidente che si tratta di una situazione ben più complessa. Se da una parte sembra chiaro che i fondi sauditi stiano cercando di mettere a frutto l'immensa quantità di denaro che hanno generato attraverso il petrolio scommettendo su mercati alternativi e in crescita, voci autorevoli come quella del professor Simon Chadwick sostengono che i videogiochi rappresentino un gancio indispensabile per entrare in contatto con i giovani del paese, in modo tale da tenerli lontani da potenziali radicalizzazioni politiche e religiose che possano incrinare la stabilità dell'attuale governo.
Sta di fatto che, agli occhi dell'industria, c'è voluto l'intervento del PIF per riportare in vita SNK e la serie Fatal Fury, dunque è inevitabile prendere in considerazione anche il rovescio della medaglia: in un periodo storico nel quale per gli sviluppatori di videogiochi è diventato estremamente difficile ottenere finanziamenti - per non parlare dell'esport, sul quale toccherebbe aprire una grande parentesi - queste operazioni finiscono per rivelarsi delle ancore di salvezza. Il caso più emblematico è proprio quello dell'Embracer Group di Lars Wingefors, che nella partnership con Savvy vedeva un salvagente essenziale e che negli ultimi anni ha chiuso studi di sviluppo e licenziato migliaia di dipendenti.
Insomma, Cristiano Ronaldo, il calciatore, e Salvatore Ganacci, il DJ, saranno i nuovi combattenti di Fatal Fury: City of the Wolves, e oggi ci siamo limitati a grattare la superficie della fitta ragnatela di dinamiche celata alle spalle di queste scelte. Diversi fan hanno espresso il proprio disappunto, eppure è altamente probabile che senza questi innesti il nuovo capitolo di Garou non avrebbe mai visto la luce del sole. Cosa ci riserva il futuro? Stefano Pioli nei panni di capopalestra su Pokémon GO? Karim Benzema in un futuro gacha game di Nexon? Ironia a parte, è una questione delicata che necessita di essere monitorata nei mesi e negli anni a venire.