Cyberpunk 2077 è finalmente approdato su PS5 e Xbox Series X|S con il tanto atteso aggiornamento next-gen, quello che CD Projekt RED pensava di lanciare nel corso del 2021 e che ha invece richiesto diversi mesi di lavoro in più: un rinvio che anche stavolta non ha mancato di scatenare le polemiche.
È chiaro che ci troviamo di fronte a una situazione inedita: un progetto per molti versi troppo ambizioso, tanto su PC quanto su console, che è stato dato in pasto al pubblico con un certo anticipo sui tempi, probabilmente perché lo studio polacco non poteva aspettare ancora per rientrare dei costi e chiudere il trimestre ampiamente in attivo.
Quella scelta ha però rappresentato per Iwinski e soci un vero e proprio patto col diavolo: dopo aver lanciato Cyberpunk 2077 su PS4 e Xbox One nelle condizioni che sappiamo, il team di sviluppo è passato dall'essere il beniamino delle folle al mentitore spudorato, e ancora risuonano nella mente le parole del CEO Adam Kicinski quando parlava di un titolo in grado di girare sorprendentemente bene sulle vecchie console.
Un anno e poco più dopo, eccoci qui a parlare di nuovo delle peripezie di V a Night City, in una situazione come detto anomala e un po' surreale. Tantissimi utenti hanno già ampiamente completato l'avventura creata da CD Projekt RED, l'hanno masticata, ingoiata e digerita. Altri hanno preferito attendere di poterlo giocare al meglio sulle console di nuova generazione: nell'analisi della versione next-gen per PS5 e Xbox Series X|S di Cyberpunk 2077 vediamo se è valsa la pena aspettare.
Cyberpunk 2077, un anno dopo
Ricorderete senz'altro la nostra recensione di Cyberpunk 2077, basata sulla versione PC e caratterizzata da una valutazione entusiastica, figlia da un lato della ricchezza dell'open world e della qualità della scrittura relativa a quest e comprimari, un elemento che CD Projekt RED ha sempre dimostrato di curare tantissimo, vedi anche la serie The Witcher; dall'altro di un comparto tecnico in grado di rappresentare al meglio le atmosfere di Night City, grazie in particolare al ray tracing.
Tecnologia al servizio della messa in scena, insomma, per dar vita e corpo alla storia di V, un mercenario determinato a farsi un nome proprio nella grande città. A seconda del percorso, il personaggio entra in contatto in maniera diversa con Jackie Welles, ma l'esito è lo stesso: i due diventano grandi amici e formano una coppia apparentemente imbattibile, almeno finché non arrivano Dex Deshawn ed Evelyn Parker con la loro missione ad alto rischio.
L'obiettivo è impossessarsi di un chip che scopriremo contenere l'anima e i ricordi di Johnny Silverhand, una rockstar che oltre cinquant'anni prima ha guidato un attacco terroristico al quartier generale della Arasaka. Per una serie di vicissitudini V si ritrova a ospitare nel proprio corpo questo ghost che minaccia di sostituire la sua coscienza. Come risolvere il problema? Si tratta solo di una delle questioni in ballo all'interno dell'ampia e sfaccettata struttura narrativa di Cyberpunk 2077.
Regolato da meccaniche rigorosamente RPG, con tanto di dialoghi a scelta multipla, bivi e finali alternativi, il gameplay trae spunto dalla tradizione degli open world per consegnarci una mappa piena di missioni da portare a termine e segreti da scoprire, eddie da riscuotere ed esperienza da guadagnare per ottenere svariate tipologie di potenziamenti e arricchire in questo modo un sistema di combattimento che può adattarsi alle nostre preferenze.
Potremo infatti optare per una crescita del personaggio orientata alla forza e all'azione, così da affrontare i nostri avversari ad armi spianate o sfruttando le capacità fisiche degli impianti cibernetici, oppure alla tecnica e allo stealth, restando nascosti ed effettuando l'hacking dei dispositivi e dei chip dei nostri stessi bersagli per confonderli, ingannarli o eliminarli senza neppure entrare in contatto con loro.
Tutto attorno a questo impianto troviamo Night City, con i suoi quartieri e le sue fazioni, i suoi palazzi e i livelli verticali, le sue strade da percorrere in auto o i vicoli in cui passeggiare, la sua decadenza e il suo malsano splendore, le parentesi di sole e le notti interminabili in cui qualsiasi cosa può accadere.
La patch 1.5
Disponibile da alcuni giorni per tutte le piattaforme, la patch 1.5 di Cyberpunk 2077 introduce il tanto atteso aggiornamento next-gen per PS5 e Xbox Series X|S, ma anche tutta una serie di novità che riguardano il gioco in generale. Si va dall'aggiunta di nuove armi agli appartamenti extra per V, dalle opzioni di personalizzazione estetica al bilanciamento del gameplay, dell'economia e del loot, passando per un set di reazioni più convincenti da parte dei PNG che incontreremo per strada.
La versione next-gen
Poco più di un anno fa abbiamo provato Cyberpunk 2077 su Xbox One S e Xbox Series S: ricorderete magari che il titolo risultava fondamentalmente ingiocabile sull'ex ammiraglia di casa Microsoft, mentre migliorava in maniera sostanziale sulla console next-gen economica, puntando a una risoluzione di 1080p e mantenendo un frame rate di 30 fps piuttosto stabili, il tutto accompagnato da caricamenti molto più veloci.
Dopo il lancio della patch 1.5 abbiamo provato l'esperienza per alcune ore su Xbox Series X, approfittandone per ricominciare la campagna da capo e compiendo scelte differenti. Sul piano visivo il passaggio da Series S appare netto, ma nella realtà dei fatti la versione Series X disponeva già in origine di due differenti modalità grafiche e dunque le novità tecniche dell'aggiornamento next-gen risultano più sfumate, meno impattanti.
Come detto, è possibile scegliere fra 4K dinamici con ray tracing e 30 fps oppure 4K dinamici senza ray tracing e 60 fps. In entrambi i casi viene utilizzato uno scaler che modifica la risoluzione istantaneamente, a seconda delle situazioni, ma il valore più frequente è lo stesso, ovverosia 1440p. A pesare sul frame rate, al punto da dimezzarlo, è dunque unicamente il ray tracing, che tuttavia è stato implementato nella sua versione meno suggestiva e interessante, quella relativa alle ombre.
La scelta di CD Projekt RED è stata probabilmente dettata dall'impatto sulle prestazioni, ma quando si pensa al ray tracing la prima cosa che viene in mente sono i riflessi e l'illuminazione, ed è chiaro che attivare quel tipo di effettistica (anche a bassa risoluzione) nell'ambito di uno scenario come Night City ci avrebbe regalato scorci estremamente evocativi, in particolare durante le ore notturne e con tutte le luci della città accese.
Intendiamoci: la "colpa" in questo caso è da imputare anche e soprattutto al fatto che né PS5 né Xbox Serie X|S dispongono ancora di tecniche come la Super Resolution di AMD, ovverosia un sistema di upscaling intelligente che consente di renderizzare la grafica a 1080p o finanche a risoluzioni più basse per ottenere un output di qualità più che buona a 4K. Non a caso anche su PC attivare il DLSS di Nvidia (una tecnica analoga al Super Resolution) è l'unico modo per poter godere dell'effettistica di Cyberpunk 2077 senza sacrificare la fluidità, anche con schede video potentissime.
Chiusa questa doverosa parentesi, c'è poco da fare: sebbene le ombre in ray tracing risultino più realistiche quando vengono proiettate sulle varie superfici, aggiungono troppo poco alla qualità dell'immagine perché abbia senso rinunciare ai 60 fps. Inoltre la modalità a 30 fps soffre su Xbox Series X di un input lag davvero difficile da ignorare, che richiede un adattamento faticoso e rende approssimative e caotiche le sequenze più movimentate, in particolare i combattimenti.
Considerando che la risoluzione effettiva è la stessa e che anche i miglioramenti in termini di screen space reflection non appaiono enormi, molto meglio dunque optare per la modalità prestazioni, che non evidenzia i medesimi problemi di input lag e si rivela consistente, sebbene si verifichi comunque qualche calo quando, ad esempio, ci si muove rapidamente in un ambiente affollato o durante le cutscene.
Osservare gli asset di Night City rivela che è stato fatto un lavoro di miglioramento anche su alcune texture, e girando per le strade si incontrano molti più passanti, cosa che contribuisce non poco a migliorare la resa generale di una città che dovrebbe essere sovraffollata e invece in alcuni contesti continua a essere quasi deserta. Peccato che basti camminare un po' per incontrare lo stesso PNG più e più volte, mentre permangono alcuni glitch in termini di compenetrazione poligonale.
Dai test emerge che i caricamenti del gioco su Xbox Series X sono sì rapidi ma meno rispetto a PS5, di un paio di secondi. Lo sfruttamento delle capacità dell'SSD in questa versione next-gen si estende tuttavia anche allo streaming dei materiali, e infatti il fastidioso effetto pop-up sugli oggetti in lontananza che si riscontrava in retrocompatibilità è stato quasi del tutto eliminato.
Purtroppo su Xbox Series S i miglioramenti tecnici si limitano a un modesto boost della risoluzione, che passa dal precedente picco dei 1296p agli attuali 1440p ma rimanendo ancorati ai 30 fps e chiaramente senza il supporto per un qualsiasi tipo di ray tracing, né la possibilità di optare per una definizione inferiore che tuttavia consenta di giocare a 60 fotogrammi al secondo: una feature che i possessori della console stanno chiedendo a gran voce.
In conclusione
Nonostante le tantissime polemiche, molte delle quali assolutamente legittime, Cyberpunk 2077 è sempre rimasto nella sua essenza un titolo di grande spessore, dotato di un comparto narrativo estremamente convincente e di una struttura enorme in grado di assecondarlo; ma al contempo un progetto troppo ambizioso rispetto alle attuali capacità di CD Projekt RED, come ampiamente dimostrato.
La patch 1.5 migliora molti aspetti dell'esperienza, pur senza fare miracoli, e conferma quanto appena detto: se il team polacco non ha probabilmente avuto bisogno di oltre un anno per introdurre queste funzionalità, tale tempistica si è rivelata necessaria per testare il tutto e assicurarsi che funzionasse a causa proprio di quella struttura enorme a cui abbiamo accennato poco fa.
Gli utenti PS5 hanno probabilmente fatto bene ad aspettare l'aggiornamento, mentre i possessori di Xbox Series X resteranno forse un po' delusi per un update che non trasforma il comparto visivo del gioco bensì si limita a ottimizzarlo, togliendo peraltro qualche opzione in termini di risoluzione pura in favore di un ray tracing limitato alle ombre di cui si può fare tranquillamente a meno.
Certo, c'è di buono che con la patch 1.5 si chiuda finalmente un discorso che si è protratto per troppo tempo: un tana libera tutti che consente di cimentarsi con l'esperienza di Cyberpunk 2077 nella sua versione migliore possibile, tutto considerato, e di poter parlare finalmente degli indubbi pregi e degli altrettanto indubbi difetti di questa produzione con cognizione di causa.