Diario del Capitano
Oggi un Diario Zen.
Quando un videogioco può essere definito arte a tutti gli effetti?
Le risposte sono tante, forse innumerevoli e sicuramente tutte sbagliate: almeno in parte. Del resto se l’arte visiva viene considerata – appunto - arte, se la musica è definita arte, se i film sono accostati all’arte perché i videogiochi che, nel loro “piccolo”, riescono a combinare ognuna di queste forme d’espressione – e non solo – non riescono ad annoverarsi questo aureo e deghettizzante appellativo?
La risposta più banale, quindi, vorrebbe associare tutti i videogiochi alla parola arte. Secondo me sarebbe una risposta cieca ed ingenua, proprio come quella di chi pensa che i giochini elettronici siano cose che fanno solo perdere tempo e diottrie.
Ma allora quando un videogioco è arte? Ovviamente quando riesce a stimolare le emozioni del videogiocatore indipendentemente dalle coordinate spazio-temporali in cui quest’ultimo si ritrova: ieri sera, per esempio, ho passato un paio d’ore con il buon vecchio Tetris: mi ha ennesimamente ipnotizzato senza alcuna via di scampo. Avessi giocato a Rebel Assault mi sarei divertito ugualmente? Non penso. Eppure anni orsono c’era gente che avrebbe venduto un rene per potersi comprare un lettore di CD-ROM e poter così provare i poteri della forza per la prima volta in un lussureggiante Full Motion Video.
In soldoni: Arkanoid è arte, Pacman è arte, Final Fantasy VII è arte. Wolfenstein 3D invece - tanto per prendere un altro nome a caso - rimarrà solo e sempre un videogioco: un videogioco storico ed epocale… ma pur sempre un videogioco. Arte, come disse qualcuno più illuminato di me, è “una parola che riassume la qualità della comunicazione”.
Proprio per questo un videogioco quando invece di rincorrere solamente gli ultimi ritrovati tecnologici, s’impegna per cercare di comunicare qualcosa di più che non sia solo il semplice “sense of wonder” riesce, quindi, ad evolversi trasformandosi, così, da semplice forma d’intrattenimento a vera e propria espressione artistica.
Paolo Matrascia, responsabile editoriale area PC.
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