Diario del Capitano
Non ricordo esattamente l'ultima volta che ho avuto l'occasione di occupare questo spazio, ma sicuramente è passato un bel po' di tempo.
In una domenica di partite, gran premio e ballottaggi avrei intenzione di guidarvi su una riflessione un po' più pesante, che ha fatto seguito alla serata di ieri. Mi trovavo in uno dei distaccamenti della Facoltà di Architettura della Sapienza di Roma, precisamente in Valle Giulia. C'era la festa organizzata dai ragazzi del corso, un'attività comune in questo periodo dell'anno. L'edificio era stato ordinatamente suddiviso in aree: mostre fotografiche, gallerie di arte sperimentale, pub ecc. Se la maggior parte dei lavori esposti erano il frutto di acerbe tecniche rappresentative, non mancavano comunque lavori dallo scheletro artistico ben più formato, soprattutto alcuni collage fotografici molto originali, tanto nella realizzazione che nell'idea. Ma tra le varie sale, un oggetto ha catturato particolarmente la mia attenzione: un piccolo televisore 14 pollici su cui lampeggiavano le immagini di una videocassetta. Si trattava di un documentario realizzato dalla lega antivivisezione che mostrava gli effetti delle trappole usate per la cattura di animali da pelliccia, in particolare le tagliole. Nel mare di attributi che hanno invaso la mia mente alla visione di quelle immagini, ne ho scelto uno: assurdo. Ermellini, volpi, piccoli roditori, perfino uccelli: con uno sguardo misto di terrore e stupore lottavano con l'ingenuità di un bambino contro la morte insensata che li stava per cogliere. Qualunque fegato sarebbe stato messo a dura prova, ma il piatto forte ancora non era arrivato. Gli ultimi fotogrammi della video cassetta riprendevano infatti tre (dico tre) uomini che si apprestavano, con tanto di tuta da lavoro, ad uccidere un ermellino con una particolare tecnica e con uno strumento appositamente pensato, studiato e realizzato (da chi?) affinché la pelliccia non venisse rovinata. Non c'è un modo per descrivere abbastanza efficacemente l'orrore della sequenza: è una cosa che va vista. In un momento in cui ci si infuria per capire se il grande fratello è o non è una trasmissione culturale, sarebbe forse il caso di occuparsi dei veri errori dell'uomo, e riflettere sulle perversioni della nostra specie che stanno a monte di tante azioni.
Un noto scrittore una volta disse: "Guarda negli occhi il tuo cane, e prova a dire che non ha un'anima".