Diario del capitano
E’ una lista che sembra quasi bramosa di allungarsi, come se provasse piacere a non terminare mai ed è così che ci troviamo anche oggi a scrivere, su quella lista, il nome di un altro pedofilo, di un altro mostro che altro piacere non ha, che quello di rubare la gioia, la purezza dagli occhi di un bambino. E’ qualcosa che semplicemente dà il voltastomaco, priva di qualsiasi attenuante. Milano, Palermo e da ultima Frosinone… è più forte di me, vorrei essere lì a salvare tutti quanti; purtroppo è un po’ come il cucchiaio di Matrix che non posso piegare perché è impossibile.
Ma c’è una cosa che posso fare, quella di farvi capire come non sia giusto abbinare la brutalità di una azione simile, al mondo dei videogiochi. Studenti che sparano sulla folla, pirati della strada e da ultimo pedofili che utilizzano come merce di scambio i videogames. Beh, in tutta questa storia io non capisco proprio cosa c’entrino i videogames. Regolarmente i nostri passatempo preferiti vengono tirati fuori e messi a bruciare su roghi dove secoli fa bruciavano innocenti, accusati di stregoneria. Certo la caccia alle streghe non è paragonabile a quel povero bambino violentato, ma ci fa capire come questo mondo sia proprio fragile.
Mi ricordo ancora quando tenevo in mano il mio primo scacciapensieri, forse nel tempo se lo sono dimenticati, ma noi con i videogiochi vogliamo solo divertirci un attimo, buttando alla spalle le schifezze che quotidianamente questa società ci propina. Per cui ora non venite a dirmi che vado male a scuola, che sono un potenziale terrorista, che non ho nessun amico, che non ho nessun Dio, che prendo sotto i pedoni per strada, che mi drogo, che non ho valori, che non leggo libri, che imbratto i muri, che non faccio sport, ecc. ecc. solo perché gioco. Sono tutti dei pregiudizi e come tali vanno classificati. Ed ora non mi resta che scusarmi della pesantezza di questo diario ma certe volte non ne possiamo proprio di continuare a mandare giù rospi.