Diario del capitano
Recentemente ho letto un'intervista a Peter Molyneux. Solitamente non le trovo interessanti, le interviste, o almeno non più di tanto. Non per colpa dell'intervistato, quanto dell'intervistatore, che se ne esce sempre fuori con domande assolutamente inutili, che non migliorano né chi fa le domande, né chi dà le risposte, tantomeno chi le legge. Quell'intervista conteneva però una domanda speciale a Molyneux. La stessa domanda che gli avrei fatto io quando lo incontrai all'ECTS ma che non ebbi voglia di fare: "Che fine hanno fatto i progetti "Black & White: The Gathering" e "Black & White Universe"?".
Eh, bella domanda. Chi ha seguito lo sviluppo del gioco fin dai suoi esordi, si ricorderà che uno dei progetti più grandi e più ambiziosi oltre la semplice avventura singleplayer, sarebbe stata la nascita di un mondo persistente online popolato delle creature "allevate" da noi durante il gioco, talmente avanzate come intelligenza artificiale da essere in grado di autogestirsi. A Londra, nel settembre 2000, durante una presentazione ai limite della commozione, Peter Molyneux disse che le creature avrebbero riflesso così fedelmente i tratti caratteriali dei loro padroni al punto da riconoscere gli amici online. Teoricamente, il Tamagotchi perfetto. Ed è stato anche su queste basi che Black & White è cresciuto, sia come gioco, sia come aspettative. Purtroppo, nella realtà, a meno di una semplice opzione multiplayer, tutti questi bei progetti sono rimasti sulla carta e Peter Molyneux, dall'alto dei suoi due milioni di copie di B&W venduti, ha dimenticato in fretta quelle parole.
La colpa tuttavia non è stata del padre creatore del gioco, quanto dei publisher, in primis di Electronic Arts, che non hanno creduto nel progetto, lasciandolo morire. In compenso la Lionhead, escluso Molyneux, sta lavorando su Creatures Island, un'espansione a pagamento che non farà altro che darci qualche altra ora in singleplayer. Niente di lontanamente simile a quanto detto sopra.