Diario del capitano
Settimana assai strana questa appena trascorsa, momenti intensi e momenti vuoti, appesa ad una connessione qui in redazione un po' saltellante. Poi ci si è messa l'Italia, che ci ha reso orgogliosi e ci ha delusi, ci ha fatto ridere e poi piangere. Dopo sei giorni di assenza, torno dunque da queste parti, nello spazio che tanto tempo fa fu battezzato prima "Appunti di viaggio" e, solo successivamente, "Diario del capitano".
L'amaro di martedì scorso si è ormai smorzato in mille discussioni fatte di volta in volta in bar, edicole, tabacchi e pressochè ovunque, in questa Italia di arbitri e allenatori.
Multiplayer.it non aveva mai vissuto il cosiddetto "effetto Mondiali" (il sito è nato pochi mesi dopo i mondiali del 1998), e se BasicNet, sponsor della nazionale, il giorno della sconfitta dell'Italia, ha perso il 40% in borsa, gli accessi di Multiplayer sono tornati invece a crescere, visibilmente e massicciamente, dopo venti giorni di riflettori puntati su Corea e Giappone, con le pause pranzo spese di fronte alla televisione.
Mentre l'attenzione del Trap si è dunque rivolta, tristemente e inevitabilmente, agli Europei di calcio del 2004, io mi sono già immerso negli impegni di metà estate, di cui dovreste vedere i frutti, se tutto va bene, già a metà luglio, giusto giusto per andare in ferie come si deve. Ma non posso scendere nei dettagli, ancora.
Un'altra notizia che mi preme commentare questa settimana, che ai più è passata completamente inosservata, è la morte per asfissia economica di Ebone, una delle società chiave in Europa che assicurava il transito di una gran quantità di bit. Navigando, siete passati per i server della Ebone molte più volte di quanto pensiate. Dobbiamo ringraziare il magnificus protocollo TCP/IP se riusciamo ancora a navigare nonostante il crollo di uno dei carrier paneuropei più importanti.
Del resto, in questi giorni, parlando con diversi rappresentanti dei maggiori provider italiani, è emerso chiaramente un quadro nero per le telecomunicazioni. Più d'uno è convinto che da qui a tre anni ci sarà un numero incredibilmente inferiore di operatori (che attualmente in Italia sono qualcosa come 250). Tra fusioni, acquisizioni e fallimenti, si sta dimostrando chiaramente che i margini di guadagno sono sempre più esigui, e la concorrenza sempre più forte. Dall'altra parte delle Alpi, per esempio, Deutche Telekom e France Telecom si stanno accapigliando per un pugno di euro. Questi sono segnali forti di un settore prossimo a drastici cambiamenti. E noi in mezzo, un po' spettatori, un po' vittime.