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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   03/08/2002

Diario del capitano

Ho ragionato a lungo su quale sarebbe stato il tema adatto per questo primo sabato di agosto. Sebbene abbia avuto un'intera settimana per trovare l'argomento giusto, mi sono ridotto all'ultimo minuto - un classico - per la decisione finale. Lo spunto me l'ha dato l'ennesima email spazzatura che, una volta tanto, mi ha raccontato qualcosa di interessante. L'email in questione, di Buongiorno.it, puntava il dito sul primo caso rilevato di "pericolo alla privacy in rete". A Cagliari infatti la Guardia di Finanza è risalita al titolare di una licenza Microsoft non originale attraverso l'ADSL e l'accesso per l'aggiornamento del software dell'utente al sito Microsoft.
In altre parole: un utente, uno come tanti, dotato di ADSL, è acceduto al sito di Microsoft adibito all'aggiornamento automatico del Sistema Operativo e del pacchetto Office. Senonché Microsoft ha rilevato che il codice di registrazione del prodotto non era "uno e unico" e ha sporto denuncia alle Fiamme Gialle. L'utilizzo di un abbonamento ADSL, che concede un IP fisso e un nominativo di registrazione certo, ha fatto il resto. Il signor A.R. di Cagliari si è visto arrivare una pattuglia della Guardia di Finanza che ha emesso un bel multino di 34.000,00 euro (mica ciccia e brufoli), per la mancata registrazione di Office 2000 e detenzione generica di software non originale, tra cui una bella raccolta di MP3 (il signor A.R. ignorava che per un MP3 si può finire male).
Di per sé il fatto non dovrebbe destare particolari allarmi: se usi software pirata sei un potenziale "criminale" e quindi soggetto a potenziali "punizioni" (pecuniare in questo caso). Il problema dunque non è il "perchè" della vicenda, ma il come. L'ADSL da una parte ci ha dato, dall'altra ci ha tolto. Ci ha dato velocità e il sogno di una vita connessa a internet ventiquattrore al giorno a prezzi accettabili, ci ha tolto la privacy e la sicurezza dell'anonimato. Difficile giudicare un atto del genere. Alla fine se Internet rimane economicamente debole è per la cronica abbondanza di informazioni (intese nel senso più ampio) con un bassissimo, per non dire nullo, costo di accesso. Ti serve un software costosissimo? Non c'è problema: una ricerca nel motore giusto ti potrà aiutare a risparmiare un po' di soldini. Ti piace un brano musicale? Condividilo con un amico che lo condivide con un altro amico e così via. E' il solito discorso che ritorna. Il bisogno di legalità legato indissolubilmente al desiderio di privacy. Bisogna solo trovare il modo di coniugare i due concetti che online paiono stridere inevitabilmente.
Senza mandare la Guardia di Finanza la mattina presto a casa dell'ignaro cittadino.