Diario del Capitano
Non so se anche per voi è lo stesso, ma ogni volta che abbandono un gioco senza averlo finito, così come succede per un libro, è un pò come se mi sentissi tradito. Anche se non capita molto spesso, quando mi imbatto in un titolo che ad un certo punto smette di interessarmi, vuoi perchè frustrante o semplicemente noioso, provo una sensazione di amarezza che fa fatica a scomparire: a memoria l'ultima volta che è successo, prima di oggi, è stato con Soul Reaver, che con il suo sistema di salvataggi aveva esaurito la mia pazienza prima della metà dell'avventura. Il fenomeno si è ripetuto in questi giorni, è il colpevole è un gioco decisamente particolare, che è stato capace di spezzare giudizio di critica e pubblico al momento della sua uscita: Metal Gear Solid 2.
Per quanto mi riguarda, non posso dire di essere rimasto insoddisfatto dal rapporto filmati/ore di gioco, decisamente a favore dei primi, bensì dalla mancanza di continuità di azione, con quelle locazioni che si ripetono all'infinito e spezzano ogni volta il ritmo dell'esperienza. Sono conscio del fatto che non sto parlando dell'ultimo platform di una semisconosciuta Software House, ma di uno dei titoli che ha contribuito al successo del Monolite di casa Sony, e ricordo che avevamo anche dedicato a Metal Gear Solid 2 uno speciale scritto da Mauro Licciardello. La mia amarezza non diminuisce alla luce di queste considerazioni: anzi, se possibile, aumenta. Quindi per ora MGS 2 verrà riposto nel cassetto in attesa di un'altro momento, quando troverò nuove motivazioni per provare a finirlo.
L'unica consolazione - cit. "da console" - che mi rimane, è che fino a quando Winning Eleven 6 continuerà a girare sulla console Sony, Solid Snake può continuare a dormire sogni tranquilli...
#I1#