Diario del Capitano
Non so descrivere cosa provai quando per la prima volta vidi il cabinato, caratterizzato dai due monitor sovrapposti, che faceva girare un gioco di nome Dragon’s Lair. Molto probabilmente è quello che qualche anno prima qualche ragazzino, della mia stessa età, ebbe vedendo per la prima volta Asteroids, o quello che, molti anni prima, qualche studente universitario provò vedendo qualche puntino bianco su un monitor nero che davano vita ad un gioco chiamato Space War.
So solo dirvi che ancor oggi mi sento quasi a disagio… come se mi fossi trovato davanti a qualcosa che il mio cervello non riuscisse ad immaginare come potesse essere stato realizzato. Era un miracolo, un vero e proprio miracolo digitale. Era Dragon’s Lair!
Poi seguì Tandem (Frizzi in pantaloncini corti!) e le mie vacanze estive passate la sera, in devozione, nelle sale-giochi Riminesi consigliando le mosse corrette ai fortunati che potevano spendere 1.000 Lire (no dico, 1000 Lire… quando per giocare a Galaga, per esempio, me ne bastavano 250) giocando la maggior parte delle volte solo per pochi, idilliaci, minuti.
Anno domini 2002. Qualche giorno fa, rovistando noiosamente nell’angolo delle occasioni di un centro commerciale delle mie parti, potete immaginarvi cosa provai quando lessi questo nome: Rick Dyer. Chi è Rick Dyer?
Semplice è l’uomo che diede vita a titoli come Dragon’s Lair, Space e Ace e Hologram Time Traveller. Strano che molti ricordino il nome di Don Bluth (il disegnatore) e pochi quello del buon Dyer.
Potete anche immaginare il mio stupore leggendo il nome di un gioco che, devo ammettere la mia beata ignoranza, non avevo mai sentito in vita mia: "Kingdom: The Far Reaches - Book One". Non potevo non comprarlo.
Che cos’è? Beh semplice: uno pseudo Laser disc.
Cosa penso del gioco? Dalle mie parti, in questi casi, di solito si dice: “Hanno voluto farla fuori dal vaso”. In poche parole dovrebbe trattarsi di una sofisticata avventura grafica, ma alla fin fine sono solo una serie di filmati quicktime più o meno sconnessi tra loro dove ogni tanto bisogna cliccare con il mouse su qualche punto dello schermo e sperare che succeda qualcosa sbloccando qualche nuova situazione.
A questo punto qualcuno di voi potrebbe chiedermi: ma le avventure grafiche, dopotutto, non sono tutte così? Siete fortunati che per oggi abbia scritto fin troppo… ma prossimamente ritornerò sicuramente su questo scottante argomento.
#I2,1#