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Forbidden Siren 2 - Hands on

Il canto della sirena ci annuncia il ritorno del survival horror più originale della storia.

ANTEPRIMA di David Falzarano   —   13/06/2006
Forbidden Siren 2
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Il canto della sirena

La formula del primo Forbidden Siren era a grandi linee questa: settandadue ore di tempo per scoprire cosa, tre giorni dopo un forte terremoto, avesse risvegliato le forze del male in una piccola cittadina rurale della periferia giapponese, dove gli abitanti seguono la misteriosa religione Mana. Dieci diversi personaggi dal destino incrociato per dieci differenti prospettive di gioco collegate misteriosamente tra loro (roba da far concorrenza agli sceneggiatori di “Lost”). In questa seconda incarnazione il dramma si consuma nell’isola di Yamijima, che ventinove anni prima fu, guardacaso, teatro di una misteriosa tragedia: dopo un black-out tutti gli abitanti svanirono nel nulla senza lasciare tracce. Poco prima di arrivare sull’isola, una barca di turisti viene sorpresa da una tempesta che, accompagnata dal canto spettrale di una sirena, colora di un tetro rosso sangue le acque del mare e fa naufragare l’imbarcazione. Molti di loro si salvano, ma quella che potrebbe apparire la fine di un incubo è in realtà solo l’inizio…

Forbidden Siren 2 - Hands on
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Nulla di nuovo all’orizzonte?

La prima impressione che si ha giocando la preveiw-build messa a nostra disposizione è che i programmatori abbiano deciso di seguire il motto “squadra che vince non si cambia”, poiché possiamo segnalare solo pochi e marginali cambiamenti rispetto al prequel. Il gioco è nuovamente strutturato in missioni numerose e brevi, che non seguono un ordine cronologico bensì sono sfalsate nella linea temporale e devono essere affrontate con ben sedici personaggi diversi (a differenza dei “soli” dieci del primo capitolo). L’apposito menu chiamato “navigatore”, limitatamente agli sviluppi della trama, permette di scegliere quali missioni affrontare: ciò rappresenta un elemento chiave del gameplay, perché spesso sarà anche utile giocare nuovamente un livello già completato per arricchire di particolari la trama o completare missioni secondarie segrete. Caratteristica peculiare del survival horror Sony, sono ancora gli “shibito” (termine misterioso che all’epoca ha ottenuto una certa popolarità fra i giocatori, ma che letteralmente significa solo “persona morta”) sottospecie di zombie che sembrano memori della loro vita passata e continuano dopo la morte ad eseguire, limitatamente, mansioni un tempo abituali come falciare l’erba, martellare lamiere o zappare i campi.

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Nulla di nuovo all’orizzonte?

Se infastiditi, gli shibito possono usare utensili (ad esempio torce elettriche o coltelli) e rincorrere il malcapitato giocatore per grandi distanze, al fine di farlo a pezzi. In questa missione disperata dove il solo farsi notare può essere letale, arriva però in aiuto la caratteristica del gameplay più affascinante ed innovativa che il primo Forbidden Siren ha avuto il merito di introdurre: il cosiddetto “sightjack”, che consiste nel “sintonizzarsi” telepaticamente con nemici o alleati per vedere dai loro occhi in prima persona. Ciò permette al giocatore di controllare costantemente le mosse degli shibito, memorizzare i percorsi che essi seguono ed individuare in anticipo degli oggetti utili al prosieguo dell’avventura nonché i migliori percorsi per passare inosservati.

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Estate rosso sangue

Esattamente come il prequel, Forbidden Siren 2 sembra voler puntare su un pubblico di nicchia, offrendo un prodotto oltremodo affascinante ma adatto solo ai veri appassionati del genere che non si infastidiscano troppo di fronte a cose come difficoltà elevata, ritmi particolarmente lenti e mancanza di salvataggi intermedi all’interno delle missioni. Non che personalmente mi dispiaccia in modo particolare, ma tutto sembra ricalcare quanto già visto due anni fa; l’unico cambiamento davvero degno di nota, a parte piccolezze come il poter lanciare oggetti per distrarre i nemici, sembra essere quello delle armi: in Forbidden Siren 2 dovrebbe esserci più spazio per le armi da fuoco, cosa che potrebbe comportare una maggiore dose di azione (anche se parlare di “azione” relativamente a questo titolo sembra veramente un azzardo) e andare quindi a modificare leggermente la giocabilità. Forbidden Siren 2 è previsto per inizio estate, vi rimandiamo dunque a presto per la recensione completa.

Era la primavera del 2004 quando Keiichiro Toyama, il creatore di Silent Hill, diede vita ad un particolarissimo survival horror in esclusiva per Playstation 2, prodotto direttamente da Sony. Lontano anni luce dai budget hollywoodiani della serie targata Konami, Forbidden Siren fu un titolo realizzato a basso costo che aveva però dalla sua delle atmosfere incredibilmente efficaci e, soprattutto, l’introduzione nel gameplay di elementi fino a quel momento inediti, che hanno fatto leccare i baffi ai giocatori dal palato più fine. Dopo due anni Sony si è finalmente decisa a sfornare un sequel: riuscirà ad essere all’altezza del predecessore, diventato una sorta di cult per gli appassionati più “hardcore” del genere?