Le premesse sono più che buone
Con grosso rammarico, non ho avuto l'occasione di provare Splinter Cell in occasione delle fiere di settore. Tanta era la curiosità per un gioco che, a giudicare dalle premesse, ambisce a portare su XBox ciò che forse neanche Hideo Kojima era riuscito a portare su PlayStation 2, la sensazione di realismo, di trovarsi in situazioni rischiose e di viverne le emozioni attraverso un pad. Potete quindi immaginare con quale entusiasmo ho accolto l'arrivo di una versione non definitiva del gioco e con quale rapidità ho inserito il prezioso disco dentro la mia console. Nonostante la versione in questione presenti numerosi aspetti tutt'altro che definitivi e difetti che Ubi Soft ci ha assicurato che verranno sistemati nella versione finale, credo che quanto ho potuto provare e vedere su schermo sia piuttosto indicativo di ciò che potrete giocare voi stessi tra un mese esatto. La localizzazione appare ancora incompleta e il doppiaggio in Italiano non è ancora stato implementato. La voce del protagonista Sam Fisher, sarà quella di Luca Ward, già noto per avere dato la parola a Keanu Reeves e Russell Crowe rispettivamente in "The Matrix" e "Il Gladiatore", indubbiamente un valore aggiunto che contribuirà a donare spessore e personalità ad un personaggio che si trova di fronte al difficile compito di far dimenticare Solid Snake.
Vi presento il capitano Sam Fisher
Un lungo, ma necessario, tutorial ci permette di prendere confidenza con i controlli e di conoscere tutte le azioni a disposizione del protagonista, il capitano e agente dell'NSA (agenzia per la sicurezza nazionale) Sam Fisher. Concluso l'addestramento, il nostro eroe viene inviato a Tibilisi, capitale della Georgia, ad indagare sulla misteriosa scomparsa di altri due agenti dell'NSA. La prima cosa da sottolineare è che l'unica tattica possibile in Splinter Cell sia quella di nascondersi nell'ombra, di celare la propria presenza agli occhi umani e a quelli artificiali delle telecamere. Non credete quindi che sarà tanto facile cavarsela altrimenti, magari facendo affidamento sulla potenza di fuoco delle armi che si rivelano sì utili ma quasi mai risolutive. Laddove sia impossibile approfittare dell'oscurità, è d'obbligo fermarsi un attimo a pensare ad una soluzione alternativa che non metta a rischio l'esito della missione. Si scopre quindi che il nostro Sam Fischer è in grado di arrampicarsi più o meno su qualsiasi superficie o di sparare verso riflettori, lampadine, telecamere o verso quant'altro possa rivelare la nostra presenza. Nella parte inferiore destra dello schermo è presente un rilevatore di luce che indica costantemente, in tempo reale, quale sia il nostro livello di esposizione alla luce e quindi la nostra copertura o l'efficacia di un nascondiglio. E' quindi molto importante fare riferimento a questo indicatore che in molti casi riuscirà a salvarci la vita. Non è però solo sufficiente celarsi agli occhi altrui, in quanto dovremo stare anche molto attenti a non far giungere alle orecchie dei nemici i rumori dei nostri passi o delle nostre azioni. E' consigliabile quindi di procedere con passo felpato (mediante pressione tasto B), accucciati e stando attenti a non calpestare superfici insidiose o rumorose.
Tanti modi di...
In situazione spesso scomode, si rileva fondamentale l'utilizzo di un dispositivo per la visione notturna, il classico visore ad infrarossi, che ci consentirà di muoverci con agilità anche nella più profonda oscurità. Nel corso dell'avventura potremo disporre inoltre di un visore termografico in grado di rivelare il calore dei corpi e quindi la presenza di uomini persino oltre i muri più spessi. Vi assicuro che è tutto molto bello ed estremamente realistico! Lo svolgimento della trama è piuttosto lineare anche se tutt'altro che lineare si rivelerà il raggiungimento degli obiettivi. Sarà infatti possibile ottenere in numerosi differenti modi il medesimo risultato, utilizzando il nostro equipaggiamento, sfruttando i consigli dei nostri superiori oppure raccogliendo oggetti da terra, apparentemente insignificanti ed invece utilissimi in alcuni casi. Potrete inoltre sfuggire di tanto in tanto all'oscurità, passare di muro in muro, strisciando o eseguendo capriole, prosegure accucciati ed infine sorprendere, silenziosamente, alle spalle, i malcapitati nemici che, impotenti, ci riveleranno informazioni utili pur di salvare la pellaccia. In altri casi potremo invece costringerli a darci il via libera a zone protette da dispositivi di riconoscimento della retina, proprio come avveniva in una scena di MGS2. Tante parole, spese per farvi capire che Splinter Cell promette di essere un gioco (forse è riduttivo chiamarlo solo "gioco") dannatamente realistico, emozionante e soprattutto vario.
Luci, ombre e oscurità...
Dal punto di vista tecnico, il più sembra essere già stato fatto. Nonostante alcuni difetti di scorrimento della telecamera e il frame rate alquanto instabile, Splinter Cell colpisce per numerose chicche che forniscono un'esperienza visita piuttosto appagante. Per risolvere i difetti grafici ci sarà ancora un mese di tempo, nel frattempo posso già anticiparvi che il gioco presenta una gestione di luci ed ombre assolutamente fenomenale ed è davvero uno spettacolo assistere alla rifrazione della luce attraverso finestre, tapparelle oppure osservare le ombre dinamiche che in tempo reale prendono vita nelle situazioni di semi-oscurità. Le ambientazioni sono nella maggior parte dei casi molto vaste, ricche di dettagli e rivestite da texture di buona fattura ma non certo miracolose. Il modello poligonale del protagonista, estremamente dettagliato e realistico, prende vita con animazioni molto "umane", movenze tipiche dei migliori agenti segreti ammirati nelle pellicole hollywoodiane. Insomma, la scelta e la realizzazione di Sam Fisher sembra essere proprio azzeccata. Del sonoro, ancora incompleto, vi parleremo in fase di recensione, ma credo che anche in questo caso non dovremmo trovarci di fronte a spiacevoli sorprese.
Il treno che porta al successo
Splinter Cell sembra avere tutte le carte in regola per prendere il treno che lo condurrà verso la gloria: un personaggio misterioso ma carismatico, una trama avvicente, giocabilità finalmente davvero "stealth" e una realizzazione tecnica di sicuro impatto. Non mancano certo i difetti ma sono sicuro che non ne troveremo traccia nella versione commerciale del gioco che, a meno di imprevisti, dovrebbe debuttare nei negozi europei tra circa un mese. In occasione dell'uscita di Splinter Cell vi proporremo una recensione completa del gioco che, sono pronto a scommettere, diverrà una delle più preziose armi a disposizione di Microsoft in vista delle festività natalizie.
Stealth-Action, non più solo Metal Gear
Esiste un genere di giochi che per quasi tre anni ha avuto un unico interprete di grido, un unico titolo in grado non solo di essere identificato con lo stesso genere ma anche di divenire simbolo della console per cui è uscito. Sto ovviamente parlando del genere stealth-action e di Metal Gear Solid. Confesso di avere amato tanto il primo MGS apparso ormai parecchio tempo addietro su PSX e di avere avuto una reazione quasi opposta allorchè mi sono trovato di fronte a MGS2, acclamatissimo seguito non apparso però in grado di raccogliere la pesantissima eredità del predecessore. Per carità, MGS2 è sicuramente un ottimo titolo ma che manca di quella personalità, di quell'evoluzione che invece ci saremmo aspettati di trovare nel degno seguito di un capolavoro. Non c'è stato tempo di smaltire la parziale delusione per MGS2 che sulle scene ha fatto la sua prima apparizione un nuovo rappresentante del medesimo filone stealth/action. A provarci è questa volta Ubi Soft con Splinter Cell, ambizioso progetto nato sulla scia del successo del più noto gioco di Konami di cui non solo ambisce a diventare il rivale ma che addirittura si prepara a superare, forse più nel risultato finale piuttosto che nella fama.