Karma
La mia attenzione, passeggiando, è stata catturata da un monitor al plasma in cui un soldato futuristico sparava contro un carrarmato, con una discreta quantità di effetti luce e poligoni. Essendo naturalmente portato verso giochi action mi sono gustato tutti e cinque i minuti dell'intro. Accanto a me, l'amministratore delegato della società, disponibilissimo a spiegarmi qualche cosa su Karma, il gioco in questione. Entrambi abbastanza frenati da un inglese zoppicante (il suo più del mio, evvai!), abbiamo parlato di question "3D Action Militare RPG", ambientato sia durante la Seconda Guerra Mondiale, sia in un mondo futuristico in cui umani e robot si combattono.
Nel gioco controlliamo una squadra di soldati nazisti, che in seguito ad un misterioso programma chiamato "Programma Genoma Umano", si ritrovano clonati e proiettati nel futuro remoto a combattere contro robot e altri cattivacci simili. Quindi il gioco di fatto è diviso in due giochi completamente diversi, tranne che nel gameplay: un gioco che si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale e uno nel futuro remoto. La grafica molto curata ci vedrà comandare la squadra in terza persona (un po' come in Project Eden), switchando da un personaggio all'altro.
Un'altra caratteristica che mi ha colpito è l'eccessiva componente gore. Se vedrete il filmato del gioco, potrete osservare come le morti siano volutamente truculente, con sangue, etc etc.
Da quanto dichiarato da Chul-Woo Park, il CEO della software house, il gioco uscirà all'inizio del prossimo anno, e se farà il debito successo in Corea, ce lo ritroveremo anche in Europa, importato da qualche distributore volenteroso.
Un po' di foto
Per verificare quanto detto, oltre al filmato, vi consiglio di guardarvi queste foto, che, in effetti, danno il massimo.
Un po' di foto
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Mamma i Coreani
E3 e ECTS hanno in comune due cose. La prima, trattano entrambi di videogiochi. La seconda, in entrambi erano pesantemente presenti software house coreane. Fino a qualche tempo fa mi sono chiesto perchè in Corea sono concentrate così tante software house, a tal punto da invadere letteralmente interi padiglioni delle fiere più importanti del mondo. La risposta è presto arrivata: il governo coreano supporta le software house anche finanziariamente, un po' come gli aiuti ai settori svantaggiati in Italia (anche se l'informatica non è certo un settore svantaggiato in Corea, ma questo fa pensare come sia differente la mentalità dei due Paesi). La Dragonfly, la software house di cui ci occupiamo in questo articolo, ha addirittura vinto un premio del Ministero della Cultura e del Turismo, nel 1997, per il "Migliore gioco dell'anno". Il ministero che premia per un videogioco, ci pensate?