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La Leggenda di Zelda, Parte Quarta: Ritorno al Passato

Passano gli anni, e arriva la tecnologia che Miyamoto aspettava: l'unica comparsa di Link su Super Nintendo è di quelle che restano negli annali...

APPROFONDIMENTO di La Redazione   —   13/01/2003
The Legend of Zelda: The Wind Waker
The Legend of Zelda: The Wind Waker
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The Legend of Zelda: A Link To The Past (1991)

Per il nuovo Zelda, dunque, era necessaria una tecnologia che permettesse finalmente a Miyamoto di creare qualcosa di nuovo senza dover forzatamente sconvolgere la struttura del primo titolo. Questa tecnologia fu trovata con l’allora nascente Super Famicom, SNES per gli occidentali: su questa nuova creatura di mamma Nintendo, Miyamoto (con la solita fiducia dell'onnipresente Yamauchi) e il suo team lavorarono per numerosi mesi nel tentativo di sfornare killer applications degne di questo nome e capaci di mettere in difficoltà una Sega che col Mega Drive si presentava rampante e nel meglio dei suoi anni. Da tutto ciò sbocciarono tre fiori, Super Mario World, Pilot Wings e F-Zero, seguiti un annetto dopo circa da una gemma, Zelda No Densetsu: Kamigami no Triforce ("Il Triforce degli dei"), meglio conosciuto da noi come The Legend of Zelda: A Link To The Past con evidente gioco di parole tra il Link protagonista del gioco e la parola inglese che sta per "collegamento", "legame". Le attese per il gioco diventarono spasmodiche quando le prime immagini e dichiarazioni circolarono in giro per il mondo: infatti Miyamoto era tornato alla vecchia prospettiva “a tre quarti” del primo Zelda, ricompariva Ganon e il sottotitolo lasciava presagire una trama decisamente interessante e più articolata delle precedenti.
A Link To The Past fece presto a diventare uno dei titoli più amati del 16-bit Nintendo, accompagnato inoltre dalle lodi della critica e della stampa: circa 4 milioni e mezzo di persone hanno giocato a questo capolavoro indiscusso, saziando la loro fame di Zelda dopo due episodi consecutivi e quattro anni di astinenza. Il titolo è tuttora considerato uno dei migliori della serie e, da qualche malinconico retrogamer, il migliore in assoluto.

La Leggenda di Zelda, Parte Quarta: Ritorno al Passato
La Leggenda di Zelda, Parte Quarta: Ritorno al Passato
La Leggenda di Zelda, Parte Quarta: Ritorno al Passato

The Legend of Zelda: A Link To The Past (1991)

Il triangolo tra Zelda, Link e Ganon è nuovamente protagonista, così come il Triforce, di questo gioiello per il Super Nintendo. Come il titolo stesso illustra, la storia di A Link To The Past è legata ad avvenimenti accaduti nel passato, più precisamente ad un episodio ricordato come "La guerra dell'Imprigionamento": la conclusione di questa guerra vide infatti l'imprigionamento di Gannondorf (persona malvagia, arsa dal desiderio di possedere il Triforce e realizzare i suoi empi desideri) nella Golden Land, la dimensione parallela in cui è custodito anche il Triangolo Sacro agli dei, da parte di sette saggi. Chiuso in questo mondo, Ganon (la parte malvagia di Gannondorf) comincia la sua inevitabile opera di corruzione e ben presto riesce a trasformare questa dimensione nel suo Dark World, esatto opposto del mondo per così dire "normale", chiamato Light World.
Fin qui, però, la terra di Hyrule rimaneva comunque salva: quello che portò allo stravolgimento della situazione fu l'ostinazione dello stregone Agahnim, riuscito ad avere accesso al castello mostrando tutte le sue buone intenzioni nei confronti del re. Buone intenzioni ovviamente false, infatti non appena può Agahnim rinchiude prigioniere le sei fanciulle discendenti dei sette saggi: la settima, Zelda, riesce ad avvertire telepaticamente Link, giovane ragazzo successore dei Cavalieri di Hyrule che vive con suo zio, cavaliere anch'esso. I due si precipitano al castello, ma solo Link rimarrà vivo e porterà Zelda in salvo in un Santuario. Quindi il giovane parte alla ricerca del saggio Sahasrahla, il quale indica a Link la via per ottenere la Master Sword, spada forgiata durante la "Guerra dell'Imprigionamento" e usata per battere Gannondorf. Concluse le sue avventure per l'acquisizione della Master Sword, Link viene a scoprire che Agahnim ha trovato Zelda e ha rinchiuso pure lei nel Dark World: a questo punto le vicende si fanno più intense, portando Link ad attraversare il mondo della Luce e quello dell'Oscurità nel tentativo di liberare le sette fanciulle, eliminare una volta per tutte lo stregone e lo stesso Ganon e far ritornare quindi la Golden Land al suo antico splendore, usando il potere del Triforce.

La Leggenda di Zelda, Parte Quarta: Ritorno al Passato
La Leggenda di Zelda, Parte Quarta: Ritorno al Passato

The Legend of Zelda: A Link To The Past (1991)

La prima differenza che balza agli occhi è dunque la trama: più vasta, più complessa, più profonda. Essa si evolve durante il gioco, i protagonisti hanno una propria personalità e agiscono autonomamente (progresso notevole rispetto ai personaggi di Zelda II) anche mentre il giocatore è all'oscuro di tutto impegnato nell'avventura, così da renderla ricca di colpi di scena e ancora più interessante. In secondo luogo l'esplorazione viene arricchita da una concezione più profonda che, oltre alla libera ricerca già vista nei precedenti episodi, rende necessaria anche un'osservazione più accurata, a causa dei continui collegamenti tra i due mondi paralleli: il concetto in sé non è nuovo in ambito videoludico, ma prima d'ora non si erano mai visti due mondi contemporaneamente così vasti e curati nei minimi dettagli. La mappa (visualizzata in un primissimo Mode 7 che qualche anno dopo sarebbe diventato protagonista in Super Mario Kart) lasciava intravedere numerosissimi ambienti, alcuni dei quali recuperati dai due precedenti Zelda (vedi la Death Mountain e la Lost Wood), mentre altri del tutto nuovi (come Kakariko Village e il lago Hylia). Il Light World ruotava intorno al castello di Hyrule, al contrario il Dark World aveva al centro l’oscura Piramide della Potenza: per andare dal primo al secondo si utilizzavano dei teletrasporti, mentre per tornare ad Hyrule si poteva in ogni momento usufruire uno specchio magico portatile.
I combattimenti, come già spiegato prima, erano tornati ad essere spogli di qualsiasi riferimento agli RPG di cui era invece denso Zelda II: niente punti esperienza, azione immediata senza cambiamenti di visuale, indicatori di vita nuovamente con i classici cuori. Da segnalare la capacità di Link di lanciare ancora una buona quantità di magie (bastoni lancia fiamme o ghiaccio, cappelli che rendono invisibili, bacchette che creano blocchi utili per alcuni enigmi...) e il solito arsenale vastissimo, tra cui spicca la comparsa del famoso Hookshot (per superare baratri o altri pericoli attaccandosi a dei massi particolari). Un armamento ampio e completo, per affrontare i seguaci del male e i più di dieci dungeon: questi erano i primi a comparire veramente su più livelli (in Zelda II, a causa del particolare artificio grafico, non si potevano considerare del tutto a più piani); la loro struttura è a dir poco ottima, di difficoltà crescente e a tratti immensi, tanto da rendere quasi più complesso l'orientarsi in essi che la risoluzione degli enigmi che contengono. E' inoltre il primo Zelda in cui compaiono le famigerate chiavi speciali necessarie per entrare nella stanza del boss.
Tecnicamente parlando il gioco non offriva niente di particolare. Sì, la grafica era più che positiva, ma si era anche visto, e soprattutto si sarebbe visto in futuro, di meglio: ciononostante è a dir poco ottima la resa effettiva che tale grafica dava in funzione del gioco, ricreando brillantemente non uno, ma ben due mondi ricchi di dettaglio. Splendida infine la colonna sonora, curata in ogni particolare e che sfrutta pienamente l'imbattibile chip sonoro prodotto da Sony di cui era dotato il Super Nintendo.

La Leggenda di Zelda, Parte Quarta: Ritorno al Passato
La Leggenda di Zelda, Parte Quarta: Ritorno al Passato

The Legend of Zelda: A Link To The Past (1991)

Dunque, dicevamo, A Link To The Past per molti il più bell’episodio della saga, per alcuni addirittura il più bel gioco della storia, per tutti sicuramente un capolavoro. Semplicemente EAD ha realizzato con questo gioco uno dei capisaldi del game design 2D, un titolo che deve assolutamente essere nel bagaglio culturale di ogni giocatore, critico e designer, perché si tratta di un fulgido esempio di programmazione: cura maniacale per il dettaglio, menti pensanti al servizio completo del gameplay, il tutto graziato da una vicenda appassionante e ricca di evocatività. Questo è ciò che ha reso grande Nintendo, e A Link To The Past ne è uno degli emblemi più luminosi.

PS: The Legend of Zelda: A Link To The Past sarà incluso nell’imminente The Legend of Zelda: The Four Swords per GameBoy Advance; quale occasione migliore per rispolverare, o avvicinarvisi per la prima volta, un tale classico?

Speciale La Leggenda di Zelda:

Parte Prima: Un Uomo Chiamato Shigeru
Parte Seconda: Intuizione, Creazione e Rivoluzione
Parte Terza: Le Avventure di un Link Diverso
Parte Quarta: Ritorno al Passato
Parte Quinta: L'Isola dove si Vedono i Sogni
Parte Sesta: L'Ocarina del Tempo
Parte Settima: La Maschera di Majora
Parte Ottava: I due Oracoli
Parte Nona: Altri Zelda
Parte Decima: La Struttura
Parte Undicesima: Fonti d'Ispirazione
Parte Dodicesima: Il Merchandising
Kaze no Takuto, la Leggenda Prosegue

La Leggenda di Zelda, Parte Quarta: Ritorno al Passato