Un occhiata al gioco.
nFusion Interactive ha dotato il gioco di un motore grafico completamente nuovo, in grado di ricostruire con dettaglio elevato le complesse ambientazioni delle sterminate giungle Vietnamite. La folta vegetazione è una delle protagoniste principali del gioco ed imparerete presto a convivere con la sua doppia funzione di riparo per voi, o per i vostri agguerriti nemici. Giocato in una stanza buia con le cuffie alle orecchie LOS: Vietnam è capace di regalare emozioni veramente uniche, e di far salire il ritmo del vostro battito cardiaco alle stelle. La struttura di gioco rimane quella di sempre. Dovrete portare a termine la missione assegnatavi (e se ne siete in grado anche quelle secondarie) senza lasciare compagni caduti sul campo dietro le vostre spalle, attraversando le missioni più disparate durante le quali vi saranno richieste prestazioni da killer, sabotatore, recupero ostaggi ed esplorazione. Non passerete il resto dei vostri giorni da soli però; col passare delle missioni vi troverete a dover guidare veri e propri commando composti da più elementi, per gestire i quali vi verrà richiesto un notevole sforzo di coordinazione ed abilità strategica. Come già accade nei numerosi titoli concorrenti avrete a disposizioni alcuni tasti utili per le comunicazioni strategiche con i vostri compagni, in modo da poter gestire elementari operazioni anche da remoto. Le vostre competenze in armi da fuoco vi porteranno a trovarvi di fronte a situazioni sempre nuove con armi diverse, magari sottratte al cadavere dell’ultimo “Charlie” fatto fuori. Come non citare inoltre l’ovvia importanza dell’arma da fuoco che state usando: tenete sempre d’occhio il livello di munizioni nel caricatore, perché quei pochi secondi che vi serviranno per ricaricare potrebbero essere decisivi.
Un occhiata al gioco.
La visuale doppia in prima e terza persona si adatta alle più disparate esigenze di gioco, peccato non si possa cambiare scelta durante l’azione di gioco (non se ne capisce veramente il motivo). Ad una prima occhiata l’AI dei nemici pare afflitta da bug che a volte impediscono il normale riconoscimento dell’avversario e ci lasciano completamente invisibili agli occhi a mandorla delle milizie Vietnamite. Una patch però è già pronta a mettere le toppe alle falle del gioco. Le tattiche con cui l’AI muove tutti i personaggi non controllati dal giocatore (alleati e non) si rifanno a strategie realmente utilizzate dalle due fazioni durante la guerra in Vietnam e dovrebbero garantire un elevato (e nel caso dei nemici, pericoloso) livello di realismo nei combattimenti e nella gestione degli eventi. Dunque difficlmene vedrete un nemico rimanere imbambolato di fronte ad un attacco al suo plotone o soldati fermi come gazzelle nella savana aspettando l’avvento del leone, ogni evento scatenerà una reazione totalmente realistica (o così si spera). Nonostante le missioni sia solamente una dozzina ognuno di esse richiede da un minimo di un’ora ad un massimo di due per essere completata, la qual cosa, unita alla possibilità di gioco in multiplayer, fanno di questo titolo un gioco dotato di una soddisfacente longevità. Sono previste per questa modalità quattro stili di gioco che aggiungono ai noti Deathmatch, Cooperative e Cattura la bandiera il nuovo “Mission Mode” che vi permetterà di mettere i bastoni fra le ruote ad un team avversario che tenta di portare a termine la propria missione.
L'arsenale.
La dotazione in armi potrebbe fare invidia al più agguerrito degli Schwarzenegger. Sono infatti disponibili ben 17 diverse armi, riproduzioni fedeli delle originali che accompagnarono le US Army nella guerra del Vietnam e di quelle sovietiche in dotazione all’esercito Vietnamita. Il gioco vi porterà a vivere situazioni critiche, e ben presto prenderete confidenza con le armi del nemico, sottratte magari a qualche cadavere bucherellato da una vostra incursione. Come sempre non manca l’interno carnet di armi che comprendono mitragliatori a ripetizione, bombe a mano, lancia razzi anticarro, fucili, pistole e carabine di precisione (le famigerate armi da “sniper”), tutte dotate di doppia modalità di sparo o di utilizzi speciali, come nel caso classico della modalità “mirino” per lo sniper shooting, in grado di garantire anche la visione ad infrarossi durante le missioni notturne. E proprio in occasione dei notturni vale la pena di citare le splendide atmosfere create dai giochi di luce ambientale che conferiscono un aura davvero spettacolare all’ambientazione, come nel caso della giungla al crepuscolo o dei campi illuminati dal plenilunio. Se c’è una cosa di cui si sente però la mancanza sono i veicoli, grandi assenti di questo gioco, che potrete vedere solo in funzione di elementi di scena e mai in funzione o come arma da utilizzare, un vero peccato.
Versalità.
Chi fosse particolarmente terrorizzato dall’idea di doversi avvicinare ad un titolo apparentemente così difficile non deve disperare affatto. Nonostante LOS: Vietnam nasca come uno shooter strategico molto vicino alla simulazione di guerra reale, piuttosto che allo sparatutto classico e per così dire “giocoso”, la struttura del gioco permette un adattamento incredibile alle esigenze del videogiocatore meno esperto o semplicemente in cerca di emozioni più dirette e meno complicate. Attraverso il menu opzioni vi sarà infatti permesso di adattare non solo il livello di difficoltà, ma di scalare ad uno ad uno tutti quegli accorgimenti esasperatamente realistici che potrebbero farvi perdere le staffe, come l’assegnazione realistica dei danni da arma da fuoco (in pratica il morire sul colpo dopo un colpo in testa o perdere solamente qualche punto salute), il ricaricamento manuale del fucile o la reazione dei nemici al rumore. Giocando con questi parametri il gioco cambierà totalmente impostazione passando dall’ hardcore ad un modello decisamente più vicino all’arcade.
Per concludere.
In attesa di un'analisi più completa del gioco possiamo già evidenziare pro e contro di questo titolo. LOS: Vietnam è un titolo inaspettatamente versatile per quanto riguarda il target di utenti e si rivolge sia agli amanti della strategia lenta basata sullo stealth , sia a coloro che volgiono passare qualche ora spensierata di gioco sufficientemente disimpegnato. Detto questo due sono i maggiori problemi legati alla versione provata: il primo (legata presumibilmente ad un bug) risiede nel comportamento a volte inspiegabile dell'AI dei personaggi (problema che si spera verrà sanato dalla patch); il secondo è legato alla natura del titolo, che si appoggia ad un genere ultimamente molto gettonato, il rischio è quello di incappare nel solito "clone" incapace come nella maggior parte dei casi di fornire esperienze di gioco realmente originali.
Intro.
Atari si appresta a far sbarcare sui nostri lidi questo nuovo FPS sviluppato dall' nFusion Team, Software house affezionata al genere degli sparatutto ad ambientazione storica. Si tratta di un genere piuttosto in voga nell'ultimo periodo, in grado di attirare numerosi appassionati e di far affiorare il lato oscuro di molti videogiocatori, sicuri di appartenere alla sponda pacifica dell'universo videoludico. L’ambientazione (quasi scontata) ci catapulta in uno degli scenari più navigati per quanto riguarda il tema delle guerre. In effetti il Vietnam fornisce gli elementi migliori per la costituzione di un titolo “slow-moving stealthy tactical shooter”. Ma andiamo a gustare in anteprima le features promesse dal titolo.. Il titolo prevede un doppio orientamento, che al single player affianca il multiplayer, nella sua più classica forma. Il gioco ci vedrà impegnati a vestire i panni di un membro dei berretti verdi, e più precisamente di un membro del SOG, organizzazione militare che si occupa di tastare il terreno e spianare la strada in vista dell’imminente arrivo delle forze alleate. Un lavoro per pochi dunque, un lavoro da eroi. Il vostro gruppo è alle dipendenze di uno staff di eccezione che prende ordini dai cinque principali comandanti delle forze in Vietnam, dal Pentagono e dallo stesso Presidente. Le vostre missioni sono coperte dal segreto di stato e siete stati addestrati a resistere a condizioni estremamente dure.