La trama di Loki è abbastanza semplice: tutto inizia, come documentato dal filmato di presentazione, con il risveglio del dio egizio Seth per mano di un suo sacerdote, in seguito al quale la malvagia divinità decide di prendere possesso del mondo intero. Per fare ciò il suo piano prevede la soggiogazione degli dei di tutte le principali mitologie esistenti, vale a dire, oltre a quella egizia, anche la nordica, precolombiana e greca, mitologie da cui provengono anche i 4 personaggi selezionabili per prendere parte all’avventura, ognuno dei quali ovviamente contraddistinto da caratteristiche e stili di combattimento diversi: nella versione in nostro possesso abbiamo avuto modo di provare il gioco con la figura proveniente dal mito nordico, per intenderci la classica figura votata al contatto fisico ed alle mazzate nude e crude, piuttosto che all’utilizzo della magia, anche se per effettuare alcuni colpi viene fatto comunque ricorso alla riserva di mana, che quindi sarà bene non trascurare. In uno stile molto vicino al sistema di talenti di WoW, ogni eroe ha a propria disposizione dei punti da spendere ad ogni avanzamento di livello all’interno di un albero diviso in 3 aree principali, ognuna delle quali legate ad una diversa divinità appartenente alla mitologia da cui il personaggio proviene, simboleggiando così il proprio favore per il dio corrispondente e, di conseguenza, anche per il tipo di arte ad egli associata, per cui andremo a spendere i nostri punti preghiera. Anche il sistema di combattimento ricorda molto da vicino quello classico degli MMORPG, con una barra contenente tutte le abilità acquisite dal nostro personaggio, da utilizzare per richiamare particolari attacchi o bonus come l’incremento temporaneo della quantità di rage o altri effetti benefici.
La potenziale longevità di Loki risiede soprattutto nella generazione casuale delle varie aree componenti la mappa di gioco, similmente a quanto capitava proprio all’interno di Diablo: il percorso tra una zona ed un’altra non sarà quindi mai identico alla volta precedente, dando al giocatore la possibilità di esplorare nuovamente l’area oppure utilizzare una pietra speciale, in grado di teletrasportarlo presso qualsiasi altro territorio precedentemente visitato. In piena linea con il genere a cui appartiene, in Loki non mancheranno equipaggiamenti di tutti i tipi, tra cui pozioni di recupero o bonus ed armature in grado di offrire benefici anche alle caratteristiche del proprio personaggio; proprio per queste ultime Cyanide ha introdotto un’interessante novità che prevede la possibilità di recarsi presso un fabbro per effettuare una sorta di riciclo dell’arma, per poi combinarne i pezzi con quelli provenienti da altre al fine di creare spade, asce e quant’altro in maniera personalizzata. Nonostante il sistema a scorrimento per l’inventario non sia proprio immediatamente utilizzabile senza alcun impiccio, ci viene incontro la possibilità di definire dei set di armature da cambiare tramite un semplice tasto del mouse o della tastiera, evitando così il fastidioso processo di cambio dell’equipaggiamento.
Dal punto di vista tecnico, pur mostrando evidenti segni d’incompletezza nella quantità d’animazioni e nell’ottimizzazione del motore grafico, realizzato da Cyanide appositamente sulla base di Gamebryo, la versione di Loki in nostro possesso ci ha permesso di apprezzare l’assoluta gestibilità della telecamera, che può zoomare dalla visuale classica ad una posizione dell’inquadratura posta immediatamente alle spalle del nostro personaggio, oltre alla completa facoltà di roteare a proprio piacimento la posizione della ripresa. A tutto ciò Cyanide ha accoppiato un livello di dettaglio di tutto rispetto per garantire così la possibilità di godere a pieno di tutte le potenzialità offerte dal proprio motore 3D, al momento ancora un po’ appesantito ma che verrà sicuramente migliorato all’interno della versione definitiva del gioco. Non potendo contare su Diablo 3 per un periodo di tempo che sarà abbastanza lungo, Loki si pone all’orizzonte come possibile erede del titolo targato Blizzard, con il giusto mix di ambientazioni epiche, azione ed effetti grafici che potrebbe dichiararne il successo sugli altri hack&slash usciti di recente, che comunque possono essere contati sulle dita di una mano.
Il genere degli hack&slash si potrebbe definire un caso particolare all’interno dell’industria videoludica, in quanto pur essendo amato da una schiera tutto sommato abbastanza folta di persone, non vede al suo interno una gran varietà di esemplari, soprattutto negli ultimi anni. Ci hanno provato di recente Silverfall e Titan Quest, ottenendo anche risultati incoraggianti, ma lo spettro di Diablo aleggiante su tutti coloro che vogliano provare ad insidiarne lo scettro è duro da sconfiggere. Tutti quanti speravano in un terzo capitolo del titolo di Blizzard sono tra l’altro rimasti con un palmo di naso proprio in questi giorni, in seguito all’annuncio di StarCraft 2 per il 2008, che a questo punto, contando l’impegno che la software house ha costantemente anche con World of WarCraft, potrebbe far slittare un eventuale Diablo 3 a non prima del 2010. In questo scenario capita dunque “a fagiuolo” Loki, primo esperimento nel mondo degli hack&slash da parte di Cyanide, team famoso più per la serie Cycling Manager che per titoli di questo genere, in cui, pur non essendone esperti, gli sviluppatori francesi hanno dichiarato di voler dare alla luce l’erede di Diablo 2.