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Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots

L'ultimo grande capolavoro di Kojima arriverà nel prossimo futuro su PlayStation 3. Un approfondimento su tutte le informazioni disponibili fino a questo punto!

APPROFONDIMENTO di Andrea Ranaldo   —   21/05/2007
Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots
Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots
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Les Enfants Terribles

Nel 1970 nasce ufficialmente il progetto “les enfants terribles”. Lo scopo prefissato era tra i più affascinanti per i governi mondiali: la creazione del soldato perfetto. Forte e intelligente, con una naturale predisposizione per le battaglie: erano queste le doti richieste. Venne quindi clonato il miglior soldato mai esistito: Big Boss. Degli 8 cloni creati, soltanto 2 avrebbero avuto la possibilità di perfezionarsi al meglio: Solid e Liquid; al primo andarono i geni recessivi, mentre al secondo quelli dominanti. Tuttavia, nel secondo capitolo compare un terzo gemello, chiamato Solidus. Cresciuto allo stesso modo dei suoi fratelli, ha avuto fin da subito uno stile di vita ben più “visibile”: egli non è altri che…il Presidente degli Stati Uniti! L’esperimento si può dire riuscito, sebbene non manchino le complicanze: i cloni soffrono di vecchiaia precoce. Ecco perché in questo quarto capitolo Solid Snake appare vecchio, nonostante siano passati solo 6 anni dalla sua ultima missione.

E’ guerra planetaria

Collocato nel 2015, esattamente sei anni dopo le vicende narrate in Sons of Liberty, Guns of the Patriots segna un taglio netto con il passato. Se è vero che Metal Gear ha da sempre la guerra come cornice, è altrettanto vero che mai Solid Snake si era ritrovato invischiato in un vero e proprio campo di battaglia. L’ambientazione non poteva essere più contemporanea: il nostro eroe, logorato dai conflitti e tremendamente invecchiato a causa degli effetti della clonazione, si ritrova ad agire in una non ben identificata nazione del Medio Oriente. Per Solid Snake si tratta dell’ultima missione prima di abbandonare un mondo che ha tentato, invano, di migliorare: gli restano infatti soltanto 6 mesi di vita, e prima di dover presenziare al suo funerale si propone di fermare i criminali piani di Liquid Ocelot che, forte di una potenza militare devastante, intende trasformare il pianeta nell’utopistica Outer Heaven.

Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots
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Outer Heaven

Letteralmente, “paradiso esterno”. E’ il tentativo di fondare una nazione indipendente e con libera informazione. La sua prima apparizione corrisponde al primo capitolo della saga, in cui un giovanissimo Solid Snake sgomina il pericolo rappresentato dalla cittadella e da chi l’ha ideata. Sembra proprio che anche in questo quarto capitolo saremo chiamati a fermare gli utopistici sogni di Liquid Ocelot.

No place to hide

La trama, che sarà sicuramente affrontata con la consueta dovizia dagli amati/odiati filmati in FMV, porta inevitabili stravolgimenti nel gameplay. Le varie fazioni di soldati che troveremo sulla nostra strada non saranno necessariamente amici o nemici; starà dunque al giocatore, e al suo senso tattico, aiutare uno schieramento oppure opporsi ad un altro, in modo tale che la vigilanza dei militari sia più o meno attenta a braccare Snake. "Vorrei provare a sfidare le potenzialità del processore di PlayStation 3 non solo per quello che possiamo vedere, ma anche per i contrasti psicologici che potrebbero interferire nel gameplay", ha affermato Kojima, senza dare molte spiegazioni al riguardo.

Tuttavia, sebbene lo scenario offra coperture meno sicure che in passato, la natura Stealth del titolo non è stata certo abbandonata: la nuova tuta in dotazione, denominata OctoCam, è infatti in grado di mimetizzarsi con qualsiasi sfondo entri in contatto, rappresentando dunque l’evoluzione tecnologica del sistema di mimetiche introdotto dal terzo capitolo della serie. Il “no place to hide” ("nessun posto per nascondersi") deriva dal fatto che, mentre in passato era possibile nascondersi dietro una cassa, certi che questa si trattava di un elemento statico, ora ogni edificio può crollare in qualsiasi istante, obbligando il giocatore a mantenere sempre alto lo stato di allerta.

Snake è inoltre entrato in possesso di nuove tecniche di combattimento. Ad esempio, sarà in grado di strisciare sulla schiena; questa possibilità permetterà addirittura di fingersi morti per poi sorprendere i nemici alle spalle. O ancora, potrà intrufolarsi dentro a dei barili e rotolare contro le sentinelle per travolgerle con un pirotecnico strike di bowlingiana memoria. Il nostro eroe potrà anche servirsi del Close Quarter Combat (sistema già apprezzato in Snake Eater) per affrontare corpo a corpo i suoi avversari, e conterà tra i suoi gadget la presenza del robot MK-II, un piccolo automa creato da Otacon manovrabile in remoto e dotato di un braccio in grado di afferrare oggetti e rilasciare stordenti scariche elettriche.

Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots
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Niente Rumbe, è la volta del Tilt-Sensor…

Come dimenticare lo scontro con Pshyco Mantis? Nel 1999 il duello con il “ladro dei sogni” lasciò intendere la genialità di Kojima. Durante la cut-scene che anticipava il combattimento, invitava il giocatore a posare il joypad per terra, e lo faceva vibrare a suo piacimento. Inoltre, era addirittura in grado di leggere la memory card, e simulava un’anomalia al televisore. Grazie alle due doti telepatiche, poteva anticipare le mosse del giocatore: l’unico modo per sconfiggerlo era quello di scollegare il controller dalla porta 1 ed inserirlo nella 2; in questo modo, non era più in grado di leggere il pensiero, e diventava facile preda del Fa-Mas di Snake. Un’esperienza extra-sensoriale che, specie per i tempi, rappresentò un’autentica rivoluzione. Proprio per questo, Kojima lamenta l’assenza del rumbe-pack nel nuovo pad Playstation; tuttavia, siamo certi che saprà come sfruttare le potenzialità del tilt-sensor del Sixaxis.

Metal Gear e figli

Il nome della saga deriva dai Metal Gear, mech giganti dalle inquietanti connotazioni animali, che hanno sempre minacciato il mondo dall’alto della loro potenza nucleare. Nessun indizio porta alla presenza di un nuovo Metal Gear da sabotare (anche se la sua assenza potrebbe rappresentare un autentico shock) tuttavia, sarebbero sicuramente ben avvicendati dai Gekkou, piccoli mech diventati ormai i veri combattenti di tutti i conflitti mondiali. Come i loro predecessori, anch’essi sono dotati di peculiarità tipicamente animali: barriscono spaventosamente, sanguinano sotto i colpi di arma da fuoco e, quando necessario, si concedono persino la pausa-bisognino. I Gekkou sono sicuramente l’ennesima rimostranza di Kojima, da sempre accanito pacifista, che con i suoi giochi (sempre incentrati sulla guerra) ha sempre cercato di dimostrare l’inutilità e la sterilità di ogni tipo di conflitto.

Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots
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Chi non muore si rivede...

I trailer mostrati negli ultimi mesi dimostrano il gradito ritorno di molti personaggi presenti nei precedenti Metal Gear Solid. Oltre al colonnello Campbell, torneranno in scena Naomi Hunter, Meryl Silverburg (anzi, Campbell…) e Raiden, anche se del biondo e discusso protagonista di Metal Gear Solid 2 rimane ben poco. Probabilmente per controbattere alle critiche ricevute per un personaggio così poco carismatico, Kojima l’ha ridisegnato da zero consegnandoli un look chiaramente ispirato a Gray Fox (più comunemente ricordato come “il ninja”). La sua forza è davvero straordinaria, e chissà che non venga rivalutato da noi videogiocatori…

Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots
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Kojima si appresta a stupire il mondo per l’ennesima volta. Questo quarto capitolo promette di essere la definitiva consacrazione del brand, sia per un gameplay più profondo, che per le tematiche drammatiche e “auliche” che affronta. Come sempre, al pathos enigmatico verrà abbinata la solita dose di umorismo, che incorona l’ironico Kojima come uno dei più grandi artisti di sempre.

Anche i migliori possono sbagliare. E’ il caso di Hideo Kojima, uno dei più geniali game designer della storia, oggi considerato dai suoi innumerevoli fan un autentico guru. Eppure, la sua avventura in Konami non era iniziata nel migliore dei modi. Dopo aver lavorato come assistente regista a Penguin Adventure, nel 1986 sviluppò autonomamente Lost World, un platform game incentrato sulla guerra con protagonista una lottatrice di wrestling mascherata. Il gioco, tutt’altro che indimenticabile, verrà presto cancellato e non vedrà mai la luce. Il primo titolo targato Kojima ad affacciarsi sul mercato fu dunque Metal Gear per MSX. Era il 1987, anno che segnò l’entrata in scena di un mito. La consacrazione è stata lenta ma inesorabile: 1999, Metal Gear Solid per Psx cambierà per sempre una delle maniere di intendere il Videogioco. Un successo planetario bissato dal suo seguito, realizzato nel 2001 per Ps2, che nella testa di Kojima avrebbe dovuto chiudere la saga. Tuttavia, il richiamo della sua opera Omnia è stato troppo forte, e complice anche la critica, divisa nel giudicare Sons of Liberty un capolavoro o una delusione, Kojima dedicò anima e corpo nello sviluppo del terzo capitolo, un prequel con Big Boss come protagonista.

Ora, a vent’anni dalla sua nascita, Metal Gear è pronto a congedarsi definitivamente. Almeno nelle intenzioni del suo creatore: “E’ difficile uccidere un eroe”, ammette Kojima “ma ad essere onesti vorrei farlo. Voglio svelare tutti i segreti e chiudere la saga. Per quanto mi riguarda, MGS4 offrirà tutto ciò che ho sempre desiderato”. Ciò nonostante nessuno, forse nemmeno lui, ci crede veramente…