Zombie e co-op vanno a braccetto ormai da tempo immemore. Senza cercare chissà quali progenitori del genere, Left 4 Dead nel 2008 gettò le basi di una formula di gameplay che sarebbe poi stata ripresa, con opportune modifiche, anche da esperimenti più recenti come World War Z e Back 4 Blood.
In quel periodo d'oro per gli amanti dei non morti, schematicamente racchiuso negli anni che vanno dal 2005 al 2015 circa, ci fu un altro gioco che tentò di inseguire la mania ulteriormente scatenata dal successo della serie TV di The Walking Dead, proprio rifacendosi al già classico di Valve. L'originale No More Room in Hell, pubblicato inizialmente come mod gratuita di Half-Life 2 il 31 ottobre del 2011, pur non inventandosi nulla, seppe comunque attirare intorno a sé una community sufficientemente folta e attiva da consentire al progetto di sopravvivere fino ad oggi tramite espansioni e puntuali aggiornamenti.
Il futuro della serie, tuttavia, ha le forme e le fattezze di No More Room in Hell 2, sequel che nelle intenzioni degli sviluppatori farà tesoro dei suggerimenti raccolti grazie all'originale, ma che ne ripercorrerà a grandi linee il ciclo vitale. Il gioco, difatti, debutterà in accesso anticipato il prossimo 22 ottobre, a cui seguirà una lunga serie di aggiornamenti ed espansioni già pianificate dal team di sviluppo.
Abbiamo provato in anteprima No More Room in Hell 2, scoprendo un action in prima persona dalle tinte horror e focalizzato sulla cooperazione intrigante, ma ancora acerbo sotto tanti fronti.
Come in un film apocalittico
Prima ancora di poter avviare la prima partita siamo stati avvisati: ciò che avremmo provato, sarebbe stata una versione tecnicamente meno solida di quella che farà il suo debutto in accesso anticipato. Non è stato specificato nel dettaglio quali migliorie possiamo aspettarci nella nuova versione, ma quanto testato ci ha effettivamente lasciato con più di qualche dubbio sul fronte tecnico e, di rimando, anche su quello ludico. Ma partiamo dalle basi.
No More Room in Hell 2 è un gioco apocalittico sugli zombie in cui la collaborazione è fondamentale. Gli sviluppatori hanno voluto sottolineare come, al contrario di molti prodotti dello stesso tipo, il tempo storico non è quello di una fine del mondo già avviata e ormai irreversibile. Nei panni di un membro più o meno addestrato di un'organizzazione di cui si sa ancora poco, verremo incaricati di completare una serie di missioni, tutte protese alla riattivazione di determinate strutture, all'ottenimento di risorse o alla riconquista di determinati territori, in una lotta contro gli zombie ancora in corso e le cui sorti non sono ancora state decise.
Il clima che si dovrebbe respirare in No More Room in Hell 2 è proprio quello di un film horror, in cui ognuno controlla il suo personaggio, che potrà progressivamente personalizzare tentativo dopo tentativo, con specifiche abilità e caratteristiche. Non si tratta di una pellicola con il lieto fine garantito. Gli otto eroi che si uniranno alla spedizione hanno un solo tentativo a testa per riuscire nel compito assegnatogli. Non ci sono respawn, secondi tentativi, oggetti in grado di resuscitare i morti, a parte quelli che già infestano gli scenari s'intende. Se si viene messi al tappeto, il massimo che ci si può concedere è di fare il tifo per il resto del team.
All'inizio della partita, altra interessante particolarità, ogni giocatore inizierà in solitaria, immerso nel buio, male armato e con solo una piccola torcia a fendere l'oscurità minacciosa. Non ci saranno indicatori a segnalare la direzione da seguire per aggregarvi al resto del gruppo, né mappe generose di dettagli sul sentiero da battere per raggiungere le zone cerchiate di giallo, unica concessione sulla meta imprescindibile per completare le missioni affidatevi.
L'idea, insomma, è quella di immergere il videogiocatore in un clima di palpabile e costante tensione, un'atmosfera pesante e asfissiante che solo il ricongiungimento con i propri compagni può almeno parzialmente alleviare.
Dalla fuga, alla carneficina
No More Room in Hell 2, difatti, è anche un gioco tendenzialmente difficile e impegnativo. Ce ne accorgiamo immediatamente, avviata la prima partita di prova. Già dopo pochi passi siamo stati circondati da famelici non morti, capendo al volo come la fuga sia la prima delle strategie possibili, se non l'unica. Il sistema di combattimento, difatti, restituisce i contorni di personaggi grossomodo impacciati, poco a loro agio con le armi, dal fiato corto. Bastano un paio di colpi di mazza o con un tubo di ferro per finire l'energia. Mirare con la pistola, sacrificando i pochissimi proiettili disponibili inizialmente, è tutt'altro che intuitivo, una difficoltà resa ancora maggiore da un problema della versione di prova che spesso impediva di allineare correttamente le mani con il mirino.
Sulle prime, insomma, sfruttare la maggior velocità del nostro alter ego è l'unico vantaggio che vi consentirà di non terminare immediatamente la partita. Esplorare un piccolo edificio è un'opportunità per reperire risorse, ma vi espone anche al rischio di ritrovarvi la strada sbarrata non appena girate l'angolo. Gli zombie, difatti, si muovono di continuo nello scenario e compaiono anche dove prima non ce n'era traccia, altra caratteristica che al momento non possiamo essere sicuri non si trattasse di un difetto della versione di prova.
Lo scenario in cui ci muovevamo, per lo più boscoso, mostrava il fianco a fenomeni di pop up costanti. L'intera esperienza, inoltre, è stata influenzata da una fluidità incostante, problematica che rendeva ancora più difficile calcolare correttamente le distanze dai nemici, con conseguenti colpi a vuoto o proiettili sprecati.
Nonostante le noie riscontrate, tuttavia, si percepisce come No More Room in Hell 2 abbia un suo stile, un carattere che certamente lo porta a orbitare attorno a Left 4 Dead, ma con una progressione tutta sua. Le continue fughe, che corrispondevano all'avvicinarci all'obiettivo della missione, ci hanno infine condotto a ritrovare altri tre compagni presenti nello scenario, sui sette totali. Qui il gioco ha conosciuto il suo primo cambiamento. Grazie alla chat vocale di prossimità, finalmente attiva, e alla collaborazione nelle fasi di combattimento, affrontare gli sparuti gruppi di zombie è diventato molto più fattibile, persino necessario per recuperare prezioso equipaggiamento, operazione ci ha costretti alla risoluzione di alcuni enigmi. Tra leve da attivare e trasformatori da recuperare, la cooperazione viene declinata in modo parzialmente originale quando si trovano dei documenti che riportano dei codici numerici da inserire in terminali posti a pochi metri di distanza. Se un giocatore ha la memoria abbastanza buona, può anche digitare la stringa in autonomia, ma è estremamente più efficiente, e anche divertente, farselo dettare dal proprio compagno, l'uno capo chino sul documento, l'altro di fronte allo schermo, a poca distanza tra loro.
Riunita l'intera truppa, non prima di aver attraversato correndo un ponte zeppo di creature dal differente livello di agilità e mobilità, ci siamo ritrovati alle porte di una gigantesca centrale elettrica. Armati di tutto punto, grazie ai fucili e pistole rinvenute esplorando attentamente le zone circostanti, No More Room in Hell 2 ha mostrato la sua terza natura.
Forti del gruppo numeroso e delle tante cartucce in possesso, l'irruzione nella struttura è stata accompagnata da tanto, tanto piombo. Qui il gioco si è accostato maggiormente a Left 4 Dead e Back 4 Blood, seppure comunque ben lontani dagli stessi livelli d'intensità, adrenalina e utilizzo delle armi da fuoco. L'azione è comunque più ragionata, la pressione del grilletto è accorta, la fuga è ancora una strada percorribile e in certi casi preferibile.
Dentro l'edificio l'obiettivo era quello di riattivare la centrale, cercando i codici necessari e inserendoli nei terminali di riferimento. Anche in questo caso, senza una perfetta coordinazione, non sarebbe stato possibile portare a casa la pelle. Solo comunicando agli altri le proprie intenzioni, si può ricoprire il ruolo più utile alla causa, che sia la difesa del centro di controllo, l'abbattimento degli zombie che si avvicinano troppo ai giocatori intenti a leggere e comunicare i codici, oppure inserire in prima persona gli input richiesti.
Al termine della missione, insomma, ci siamo ritrovati divertiti e soddisfatti di quanto appena esperito.
No More Room in Hell 2 si preannuncia un action cooperativo in prima persona a base di zombie dal retrogusto atipico. L'inizio della partita in solitaria, il cambio di ritmo a mano a mano che ci si riunisce con gli altri compagni, la difficoltà nell'eliminazione degli zombie, amplificano e solidificano le ambizioni horror e survival del gioco. Collaborare con gli altri, sfruttando la chat di prossimità, regala soddisfazioni, soprattutto a fronte di un livello di difficoltà tendenzialmente alto, dovuto all'alto numero di zombi e alla scarsità di risorse reperibili in giro. Peccato che la versione di prova che abbiamo testato soffrisse di innumerevoli magagne tecniche. Esteticamente il gioco non è nemmeno così pessimo, ma tra glitch di varia natura, un frame rate zoppicante e un pop up onnipresente, l'augurio è che la versione che debutterà in accesso anticipato il prossimo 22 ottobre sia profondamente diversa e più performante. Ancora qualche giorno di attesa e vi sapremo dire come è andato il debutto di questo pur intrigante multiplayer cooperativo.
CERTEZZE
- Iniziare totalmente soli infonde vero terrore
- La chat di prossimità è una caratteristica notevole
- Partite molto varie tra di loro
DUBBI
- Tecnicamente molto indietro
- Da valutare con quante mappe si presenterà il gioco al debutto