27

Anche Discord è accusato di favorire la pirateria: si difende dietro il primo emendamento

Discord si oppone a un mandato di comparizione che la obbliga a rivelare informazioni sugli utenti accusati di pirateria, sollevando nuovamente questioni sulla privacy e il Primo Emendamento USA.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   17/10/2024
Il logo Discord

Una controversia legale tra Discord e Nexon, editore di videogiochi come MapleStory, sta mettendo in luce il delicato equilibrio tra la lotta alla pirateria e la tutela della privacy degli utenti online. Nexon accusa Discord di non aver ottemperato a un mandato di comparizione emesso da un tribunale federale del Texas, che richiede la divulgazione di informazioni sugli utenti sospettati di condividere illegalmente copie pirata di videogiochi, inclusi quelli di Nexon.

Discord, dal canto suo, sostiene che il mandato sia eccessivamente ampio e che la rivelazione di tali informazioni violerebbe i diritti degli utenti garantiti dal Primo Emendamento, in particolare la libertà di parola e l'anonimato. L'azienda ha dichiarato di aver già fornito a Nexon informazioni di base su 64 utenti, ottenute tramite un precedente mandato di comparizione nell'ottobre 2023.

La difesa di Discord

Ma cosa contesta Discord nello specifico? La piattaforma di comunicazione ritiene che Nexon stia ora cercando di ottenere informazioni su un numero maggiore di utenti per la violazione dello stesso copyright, tentando di "rinegoziare un accordo già raggiunto e adempiuto". Discord ha inoltre avvertito Nexon che la sua richiesta potrebbe costringere alla divulgazione di materiale protetto dal Primo Emendamento, mettendo a rischio l'anonimato degli utenti.

Il mandato di comparizione per Discord
Il mandato di comparizione per Discord

Nexon, al contrario, sostiene che il rifiuto di Discord di collaborare le impedisce di perseguire legalmente coloro che violano la sua proprietà intellettuale. L'azienda fa leva sul DMCA (Digital Millennium Copyright Act), che consente alle aziende di ottenere un mandato di comparizione per richiedere a un fornitore di servizi informazioni sugli utenti sospettati di violare il copyright.

La questione rinnova importanti interrogativi sul ruolo delle piattaforme online nella lotta alla pirateria e sulla tutela della privacy degli utenti, già emersi durante il caso Telegram, con i dodici gravi capi di imputazione contro il fondatore Pavel Durov. Da un lato, infatti, sembra scontato il diritto di proteggere i diritti d'autore e contrastare la diffusione illegale di contenuti protetti. Dall'altro, è altrettanto importante garantire la privacy e l'anonimato degli utenti, diritti che negli Stati Uniti sono considerati fondamentali e sono sanciti dal Primo Emendamento.

Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, è tutt'ora al centro di un importante caso giudiziario
Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, è tutt'ora al centro di un importante caso giudiziario

Il caso Discord contro Nexon, a differenza di quello Telegram, che è rimasto per ora limitato alla Francia, potrebbe avere implicazioni significative per il futuro di internet e per il modo in cui le piattaforme online gestiscono le richieste di informazioni sugli utenti da parte delle autorità e delle aziende. La decisione del tribunale potrebbe stabilire un precedente importante, definendo i limiti della collaborazione tra piattaforme e detentori di copyright nella lotta alla pirateria online, senza compromettere i diritti fondamentali degli utenti.

Voi che cosa ne pensate? Chi ha ragione tra Discord e Nexon? Diteci la vostra nei commenti qua sotto.