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Nostalgia, nostalgia coniglia

Prima di tornarsene a casa, i Rabbids fanno una fermata a Colonia.

PROVATO di Fabio Palmisano   —   22/08/2009
Rabbids Go Home
Rabbids Go Home
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Nostalgia, nostalgia coniglia

Presentato per la prima volta all'E3 di Los Angeles, Rabbids Go Home è tornato a farsi vedere alla GamesCom, sicuro di non passare inosservato vista la cronica mancanza di titoli per la console Nintendo presenti in fiera. Rispetto al nostro hands-on precedente, questa nuova build del prodotto Ubisoft offriva un livello nuovo, ambientato in una specie di discarica. Il gameplay era invece inalterato, e vedeva dunque l'utente impegnato a guidare un carrello della spesa spinto da un Rabbid, alla ricerca del maggior numero possibile di cianfrusaglie: ricordiamo infatti che il demenziale scopo del gioco è quello di accumulare roba per permettere così ai coniglietti di costruire un'enorme montagna che li riporti sul suolo natio della Luna. Sistema di controllo e struttura ludica si sono riconfermati all'altezza, rendendo Rabbids Go Home un titolo davvero simpatico e piacevole da giocare, che potrebbe interessare in particolar modo gli appassionati di Katamari Damacy, viste le analogie con l'opera Namco Bandai. Ubisoft non sembra però essersi limitata a confezionare una trascurabile esperienza mordi-e-fuggi, vista la notevole quantità di contenuti che sembra circondare lo story mode principale. Al di là di una modalità multiplayer che purtroppo non ci è stato concesso di provare, Rabbids Go Home sembra puntare molto sulla modalità "In The Wiimote" (che abbiamo ampiamente descritto nel precedente articolo), un vero e proprio parco giochi senza nessuno scopo se non quello di divertirsi alle spese del povero Rabbid su schermo. Questo secondo playtest con Rabbids Go Home ha confermato la sensazione che l'ultimo nato in casa Ubisoft potrebbe far compiere ai coniglietti un significativo step qualitativo: che i personaggi fossero estremamente divertenti l'avevamo già capito con i party game usciti negli ultimi anni, ma la discriminante sta in un gameplay più generoso nei confronti del single player.

E3 2009

Storicamente una tra le software house third-party più attive su Wii, Ubisoft non ha fatto mancare nemmeno a questo E3 il consueto appuntamento con i Rabbids: partiti come semplici comprimari di Rayman, i conigli psicopatici hanno assunto personalità ed importanza sempre maggiori, al punto da dare luogo ad un brand a sé stante. Tuttavia, invece di proporre un'ennesima compilation di minigiochi simile ai precedenti Rayman Raving Rabbids, la software house francese ha preso tutta un'altra direzione con questo Rabbids Go Home.

Tutti a casa

Le premesse narrative di questo nuovo capitolo sono fedeli alla tradizione del franchise, e si risolvono dunque in un plot assolutamente demenziale: i Rabbids hanno infatti deciso di di ritornare sulla Luna e cominciano ad accumulare roba allo scopo di costruire una pila così alta da raggiungere il satellite terrestre. Tradotto in termini ludici, ciò significa che l'utente deve guidare due coniglietti armati di carrello della spesa all'interno di varie ambientazioni, scorrazzando in lungo e in largo alla ricerca di ogni oggetto utile alla causa (cioè praticamente tutto ciò su cui si può posare lo sguardo). Il gameplay è sicuramente in debito con Katamari Damacy per quanto riguarda il concept alla sua base, ma l'esecuzione è fondamentalmente diversa, come ha ampiamente dimostrato il nostro piacevole playtest con la demo presente sullo showfloor. Ma prima di gettarci nell'azione vera e propria, abbiamo apprezzato una sezione tanto fine a sé stessa quanto esilarante: intitolata "In the Wiimote", tale modalità vede un rabbid inquadrato all'interno di quello che dovrebbe essere il Remote che l'utente sta impugnando, e infatti le sollecitazioni operate con lo stesso si riflettono sullo schermo. Scuotendo o ruotando il controller si vede il coniglio rimbalzare su tutte le pareti, mentre la pressione di uno dei tasti richiama la sua attenzione e gli fa produrre dei ridicoli versi in quantità direttamente proporzionale alle volte in cui si agisce sul pulsante stesso. Il rabbid protagonista di questa inutile ma divertentissima sezione poteva poi essere personalizzato con stravaganti capi d'abbigliamento (presumibilmente sbloccabili nel corso dell'avventura principale), e le sue stesse fattezze potevano essere modificate servendosi di improbabili strumenti. Passando al gioco vero e proprio, Rabbids Go Home si è dimostrata un'esperienza certamente non eleborata, ma ben realizzata e coinvolgente: si comanda il carrello con lo stick analogico, mentre una scossa del Remote permette di attaccare i nemici o di attivare il turbo nel momento in cui questo diviene disponibile.

Nostalgia, nostalgia coniglia

Lo stage oggetto della demo era ambientato in un supermercato, e ci siamo decisamente divertiti nel raccogliere tutta una serie di oggetti sfrecciando lungo le corsie e sfruttando le pedane per prodursi in vertiginosi salti. A quanto detto dagli sviluppatori, il prodotto finale dovrebbe garantire alcune variazioni sul tema utili a diversificare maggiormente l'azione: un esempio è venuto dalla seconda parte della demo, nella quale alla normale raccolta di oggetti si è aggiunto l'obiettivo di inseguire un bovino in fuga e catturarlo prima della fine del countdown. Impreziosito da una realizzazione grafica dai toni cartooneschi decisamente piacevole, Rabbids Go Home potrebbe rivelarsi un'inaspettata sorpresa al momento della sua uscita. Staremo a vedere.

CERTEZZE

  • Tante missioni e scenari diversi
  • Minigiochi per spezzare l'azione

DUBBI

  • Rischia di essere un po' facile e ripetitivo