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Persona 3 Reload, abbiamo provato l'atteso remake di uno dei Persona più amati

Abbiamo avuto l'occasione di testare per poco più di un'ora Persona 3 Reload, attesissimo remake di Persona 3. È davvero ciò che i fan dell'originale desideravano?

PROVATO di Aligi Comandini   —   16/01/2024
Persona 3 Reload, abbiamo provato l'atteso remake di uno dei Persona più amati
Persona 3 Reload
Persona 3 Reload
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Il fatto che i Persona siano diventati praticamente un cult nel curioso panorama dei GDR giapponesi non dovrebbe sorprendere. L'estetica da manga shonen è da sempre il cuore pulsante della serie, e non tanto per la chiara ispirazione tematica o l'ambientazione scolastica, quanto per l'incredibile capacità del Persona Team di prendere quella cifra stilistica e farla propria meglio di chiunque altro. I Persona riescono a dare freschezza e unicità a elementi che dovrebbero risultare visti e stravisti grazie a una direzione artistica incredibile, e il bello è che questa "apparenza" viene comunque accompagnata da solide basi meccaniche, dato che lo scheletro di base è a tutti gli effetti una peculiare mutazione dei granitici fondamentali degli Shin Megami Tensei. Aggiungete al pacchetto personaggi riuscitissimi, una narrativa che fa spesso centro (con qualche tiro completamente fuori bersaglio, ma tant'è) e un po' di sano elemento relazionale che piace tanto sia all'utenza nipponica che a quella nostrana, e avrete per le mani inevitabilmente un cocktail eccezionale, la cui popolarità è forse esplosa persino più tardi di quando avrebbe dovuto.

Sul fronte occidentale, peraltro, il gioco che con ogni probabilità ha iniziato a far diffondere a macchia d'olio la serie è stato proprio Persona 3. Dopotutto già al lancio fu un'esperienza capace di far discutere, con il suo immaginario strettamente legato a temi come il suicidio o la depressione. Già il fatto che l'evocazione dei Persona avvenga con un colpo di pistola alla tempia aveva provocato parecchi scompensi e, si sa, quando i telegiornali e i buonisti impazziscono davanti a cose che non comprendono, di solito, quel gioco diventa un successo garantito.

La popolarità di Persona 3 non è però così duratura solo per via del "fattore shock", comunque. Se il titolo ancora oggi è così amato dai fan lo si deve alla sua narrativa e ai protagonisti ben più sfaccettati della media dei GDR in generale. Che Atlus abbia scelto proprio questo capitolo per un remake totale, dunque, abbia perfettamente senso... ma c'è un problemino: per quanto stilisticamente e narrativamente Persona 3 sia invecchiato bene, lo stesso non si può dire per la sua struttura, piagata da modelli e soluzioni ormai superate in buona parte dei JRPG moderni. Gentilmente invitati proprio da Atlus e da Plaion, siamo quindi volati nella campagna londinese, per provare una demo di Persona 3 Reload e parlare con i suoi creatori. Ecco le nostre prime impressioni, a un passo dalla recensione.

Style Uber Alles

Sìssignora, agli ordini signora
Sìssignora, agli ordini signora

Una primissima precisazione è d'obbligo: Persona 3 Reload non è un remake "a basso budget", qui siamo davanti a un rifacimento completo del Persona 3 originale, che non solo modifica del tutto l'intero comparto tecnico, ma va a rimaneggiare in modo significativo anche i sistemi del gioco e i suoi contenuti. Seppur privo dell'epilogo extra noto come The Answer, e di alcuni dei contenuti della versione Portable (in primo luogo la protagonista femminile, che se selezionata andava a modificare alcuni elementi della storia), Reload ha praticamente tutta la storia del gioco base, con una discreta serie di aggiunte contenutistiche che dovrebbero portare un GDR già tutt'altro che breve ad allungarsi ulteriormente.

Per la cronaca, il restyling è assolutamente incredibile. Reload non è solo esteticamente comparabile a Persona 5, è addirittura superiore a quel gioco in molti aspetti e, se da una parte siamo perfettamente consapevoli che ormai sono passati anni, è impossibile non restare a bocca aperta davanti al lavoro degli artisti di Atlus su ambientazione, personaggi e interfacce. Queste ultime, in particolare, sono al solito stratosferiche, per via di transizioni a dir poco perfette tra le scene 3D e i menu, e di un look generale che dà le piste a qualunque altro JRPG rivale. Certo, alcuni elementi un po' goffi non sono ancora stati superati (tra cui l'immancabile pattinamento sul posto dei personaggi durante alcune delle scene che ne richiedono il movimento), ma il colpo d'occhio complessivo rimane da manuale.

Se a questo si aggiungono scene d'intermezzo animate completamente rifatte, una colonna sonora di qualità mostruosa, e un doppiaggio del tutto rinnovato - peraltro molto più completo rispetto al gioco originale, che era in larga parte muto - si ottiene uno dei remake più "cool" di sempre. Persona 3 d'altro canto resta ricco di stile anche nella sua forma originaria, il team si è solo assicurato che tutto il carisma dell'opera originale qui arrivasse a livelli da pelle d'oca.

Ancora uno, grazie

In Persona 3 Reload sarà ancora fondamentale usare le debolezze di ogni nemico per dominare gli scontri. La difficoltà generale però sembra calata per via dei cambiamenti al sistema
In Persona 3 Reload sarà ancora fondamentale usare le debolezze di ogni nemico per dominare gli scontri. La difficoltà generale però sembra calata per via dei cambiamenti al sistema

L'avvicinamento a Persona 5 comunque non è avvenuto solo dal punto di vista stilistico: chiaramente spinti dal successo di quel gioco, gli sviluppatori di Reload hanno deciso di modificare le meccaniche fondamentali del loro ultimo pargolo per farle risultare quasi identiche al capitolo più moderno della serie, tanto da arrivare a scardinare alcuni dei sistemi originali. La trasformazione non è di quelle apocalittiche, dato che la base è pur sempre il cosiddetto "One More System" - un sistema di combattimento che deriva in parte dal Press Turn dei Megami Tensei, che permette di dominare le battaglie stordendo i nemici con attacchi fisici o elementali a cui sono deboli - e il focus degli scontri resta sempre l'uso oculato delle proprie abilità in base agli avversari affrontati; Reload però migliora sensibilmente gli scontri dando subito la possibilità di controllare tutti i personaggi manualmente (ci dovrebbe essere ancora la possibilità di farli controllare dall'IA come nell'originale, ma non è consigliabile) e inserendo nel gioco una abilità chiamata Shift che è a tutti gli effetti l'equivalente del "Baton Pass" del 5, ovvero la semplice capacità di passare a un personaggio a scelta quando si stordisce un nemico con l'attacco giusto (seppur qui non sembrino esserci potenziamenti dopo il passaggio). Curiosamente, però, non ci sono state semplificazioni particolari nel danno corpo a corpo, che in questo Persona resta di tre diverse tipologie e va a sua volta considerato quando si studiano le debolezze di chi si incontra.

Gli attacchi Teurgia sono particolarmente devastanti, e forse persino troppo abusabili. Davvero spettacolari, comunque
Gli attacchi Teurgia sono particolarmente devastanti, e forse persino troppo abusabili. Davvero spettacolari, comunque

E fin qui va tutto benone: l'One More è un sistema di combattimento consolidato che ci piace sempre e funziona alla grande; in Persona 5 però funzionava perché legato a doppio filo al mantenimento delle risorse durante l'esplorazione dei palazzi, e la demo di Persona 3 Reload da noi provata non ci è parsa enfatizzare in egual modo tale aspetto. In particolare, in questo remake è del tutto scomparso l'affaticamento: un fattore da tenere in considerazione durante l'esplorazione del dungeon primario, che non permetteva di combattere all'infinito e costringeva a fare un discreto planning durante le settimane dell'immancabile calendario degli eventi. Ora che i compagni non si stancano più, l'unica cosa da mantenere sembrano essere gli SP - i punti necessari all'uso delle abilità - e i loro punti vita... entrambe cose che nella prova da un'oretta da noi affrontata non abbiamo avuto problemi a gestire. Certo, ci sono difficoltà più alte, e Persona mantiene comunque un po' dell'anima dei Megaten, quindi una sbagliata mossa o un colpo di sfortuna possono portare a una morte improvvisa del protagonista con relativo game over; eppure l'assenza di affaticamento pare aver facilitato un pochino il gioco, anche perché non è l'unica aggiunta a dir poco utile di questo nuovo sistema.

La velvet room sarà comunque il caso di visitarla con una certa costanza in Persona 3 Reload. Migliorare e cambiare i Persona è fondamentale non solo per potenziarsi, ma anche per i social link
La velvet room sarà comunque il caso di visitarla con una certa costanza in Persona 3 Reload. Migliorare e cambiare i Persona è fondamentale non solo per potenziarsi, ma anche per i social link

L'altra grossa chicca, su cui era in parte incentrata la nostra demo, sono gli attacchi Teurgia: in pratica delle "supermosse" caricabili a disposizione di ogni personaggio, la cui barra si riempie più velocemente se si utilizzano azioni in linea con il carattere di chi ne fa uso (Yukari, ad esempio, la riempie velocemente curando i compagni). Queste mosse ci mettono un po' a caricarsi, ma restano disponibili a piacere se non le si utilizza, e risultano devastanti perché aggirano le resistenze nemiche. Da quanto abbiamo visto, se le si conserva prima di una battaglia difficile, la si facilita in modo incredibile sparandole tutte in serie, senza contare che persino la "navigatrice" del gruppo, Fuuka, ne possiede una e può potenziare tutto il team in modo a dir poco eccessivo. La speranza è che, considerati questi nuovi strumenti, alcune delle battaglie più dure siano state potenziate in modo significativo per offrire un po' di sana sfida extra. Anche perché la mancanza peggiore del gioco originale non era tanto il sistema base, quanto il dungeon principale della campagna, ovvero il Tartaro: un enorme labirinto procedurale su più piani, che risultava a dir poco ripetitivo.

Il tartaro tra i denti

La grafica del gioco è completamente rinnovata, e anche location come il centro commerciale ora hanno tutto un altro fascino
La grafica del gioco è completamente rinnovata, e anche location come il centro commerciale ora hanno tutto un altro fascino

Ecco, in questo remake il Tartaro è rimasto forse un po' troppo simile a sé stesso. Durante la prova lo abbiamo affrontato per una ventina di minuti e, nonostante anche qui il suo nuovo design sia di tutto rispetto, le mappe dei vari piani del labirinto ci sono sembrate pressoché identiche a quelle originali, al di là della presenza di qualche obiettivo più interessante e di un buon numero di oggetti distruggibili con consumabili all'interno. La formula sopra descritta e il mantenimento delle risorse di Persona 5 non rendono altrettanto bene in mappe così spoglie e limitate, e il timore è che la ripetitività degli scontri sul lungo andare renda l'esperienza un po' troppo tediosa per chi si è ormai abituato alle evoluzioni recenti della serie. Ciò detto, la formula nel complesso sembra funzionare ancora benone: tolti i problemi di ripetitività, che vengono comunque in parte appianati dal sistema di combattimento modificato, l'elemento social del gioco va sempre fortissimo, e la vera strategia sta nel riuscire a gestire tutti gli eventi del calendario già citato per massimizzare le relazioni con tutti i personaggi che si incontrano. Questi incontri, chiamati Social Link, vanno gestiti con furbizia, e sono ormai da tempo uno degli elementi più unici e apprezzati dei Persona; in Reload quindi il team non solo li ha ritoccati e migliorati in larga parte, ma ha aggiunto persino eventi nuovi chiamati Social Episodes, che aggiungono ulteriore caratterizzazione a certi personaggi (e dovrebbero offrire anche premi di qualche tipo).

L'aggiunta dei Social Episodes dovrebbe portare a un planning ancor più accurato delle attività, ma il remake sembra molto meno punitivo del gioco originale
L'aggiunta dei Social Episodes dovrebbe portare a un planning ancor più accurato delle attività, ma il remake sembra molto meno punitivo del gioco originale

Il loop delle attività giornaliere e serali sembra essere ancora una volta perfettamente integrato nella campagna, ed è molto plausibile che il gioco offrirà anche più giorni e tempi più allargati per completare tutto. Sì, insomma, messe in conto le debolezze appena descritte, gli altri elementi del gioco dovrebbero esser più che sufficienti a rendere Persona 3 godibilissimo anche oggi per appassionati e non. Resta solo da valutare quanto questi nuovi Social Episodes amplieranno storia e personaggi e quanto influenzeranno le scelte strategiche del giocatore, dato che, oltre a scegliere attentamente con chi uscire e parlare ogni giorno, è anche pressoché obbligatorio buttarsi in varie attività per migliorare le proprie statistiche sociali (o si rischia di "bloccare" per periodi prolungati alcuni dei Link). Gli sviluppatori, dal canto loro, ci hanno detto di aver tenuto attentamente in considerazione anche spin off e progetti transmediali come l'anime nel ritoccare la narrativa, quindi siamo piuttosto fiduciosi. Il fatto che sembrino essersi concentrati invece sull'accessibilità per quanto riguarda le fasi di combattimento ci preoccupa un po' di più quando si passa alla progressione generale, ma stiamo comunque parlando di Atlus, e quindi crediamo sia il caso di rimanere fiduciosi sulla gestione del livello di sfida.

Persona 3 Reload è chiaramente un progetto su cui Atlus ha investito molto tempo e risorse: un remake stilisticamente incredibile, che rimaneggia quasi in toto uno dei titoli più affascinanti e amati della serie, e potrebbe riproporne la notevole narrativa in salsa completamente rinnovata. L'unico problema rimane il Tartaro, un dungeon strutturalmente vecchiotto che rende inevitabilmente ripetitive parti delle fasi di battaglia del gioco. Dalla nostra prova, purtroppo, non sembra ci siano stati stravolgimenti tali da eliminare questa debolezza, ma siamo comunque molto positivi per quanto visto, e crediamo che il loop dei Persona abbia il potenziale per funzionare alla perfezione anche in questo progetto. Non manca molto comunque, ancora qualche giorno e avremo tutte le risposte.

CERTEZZE

  • Sprizza stile da tutti i pori
  • Il loop di gameplay sembra funzionare ancora benone
  • I cambiamenti al sistema di combattimento

DUBBI

  • Il Tartaro resta un dungeon ripetitivo e basilare
  • Il livello di sfida, senza affaticamento, sembra essersi abbassato