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Sea of Thieves, alla scoperta dell'ottava stagione per passare un Natale ai Caraibi

Novità, spirito natalizio e un gradito ritorno caratterizzano l'ottava stagione di Sea of Thieves, il sempre sorprendente gioco di Rare.

SPECIALE di Francesco Serino   —   28/12/2022
Sea of Thieves, alla scoperta dell'ottava stagione per passare un Natale ai Caraibi
Sea of Thieves
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Dopo essere diventato un pirata leggendario e dopo aver passato un altro centinaia di ore a sfoggiare abiti e navi di un certo spessore, ero arrivato al punto che il solo pensiero di ricaricare Sea of Thieves per l'ottava stagione mi annoiava. Negli ultimi giorni è successo però un miracolo: con quattro anni di ritardo e complice il GamePass, i miei amici più stretti hanno finalmente scoperto le meraviglie di questo gioco offrendomi su un piatto d'argento una scusa per superare quella che era diventata una vera e propria sindrome di rigetto. E così eccomi qua, con un altra dozzina e passa di ore tra le onde di un titolo che continua a crescere e a migliorare, rimanendo in fondo sempre lo stesso progetto forse un po' stortignaccolo, ma comunque unico nel suo genere.

Vomitando in riva al mare

Sea of Thieves: nuove maledizioni, nuovi set, nuovi soprannomi e soprattutto nuove avventure!
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Tra vomitate in riva al mare, rocambolesche esplosioni a catena, battute puerili a ripetizione e parolacce in tutte le lingue, grazie a Sea of Thieves quello in corso si è rivelato essere un Natale ai Caraibi di prim'ordine, volutamente assonante al classico cinepanettone di Neri Parenti che da quelle parti girò lo scoreggiante Vacanze ai Caraibi del 2015, con l'immancabile Christian De Sica. Ci siamo divertiti? Un mondo. Ma prima di ogni altra cosa siamo stati insieme, abbiamo suonato davanti ai migliori tramonti, chiacchierato in attesa che gli altri caricassero i cannoni di fuochi d'artificio, pescato beatamente su uno sgangherato molo delle Wilds in quell'ora che separa lo "sto staccando, ciao a tutti" dall'ultimo pesce venduto. Questo perché prima di essere un bel gioco, Sea of Thieves continua ad essere un bel posto in cui ritrovarsi, il pub più vicino a casa, un luogo dove vivere mille avventure.

Figuratevi cosa vuol dire, dopo tante ore, farlo insieme al gruppo storico, quello con il quale andavamo a seminare caos per la città. Per molti di voi sarà la prassi, per me e per noi è stata una cosa nuova. Ma di novità ne ho trovate anche nel gioco vero e proprio che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, ha deciso di affrontare le festività ponendo l'accento sul PVP che ora può avvenire in modo organico come sempre, oppure attraverso una clessidra magica posizionata all'interno di ogni nave. In pratica, Rare è riuscita a inserire nel gioco vero e proprio quella che prima era un'entità a parte chiama modalità arena, e lo ha fatto in un modo a dir poco superbo. Girando la clessidra potremo scegliere quali delle due fazioni rappresentare (Custodi della Fortuna o Servitori della Fiamma?), mentre attivandola daremo inizio a un matchmaking praticamente invisibile e alquanto spettacolare: come invasori la nostra nave si immergerà nell'oceano per tornare in superficie, come solitamente fanno gli equipaggia scheletrici, nei pressi della ciurma invasa.

Il sistema spesso crea anche un momento di tensione perché i due equipaggi sanno cosa sta accadendo, ma non riescono ancora a localizzarsi a vicenda; altre volte invece lo scontro inizierà subito, con le due navi a portata dei rispettivi cannoni. Tranquilli, non si può essere invasi senza farne richiesta esplicita alla clessidra. Non sottovalutate però questa opzione perché può portare a ricompense molto speciali, incluse nuove zone esplorabili e altre divertenti amenità per caratterizzare personaggio e nave.

Un seguito o no?

Sea of Thieves: chi non ha mai giocato al gioco Rare o non la fa da diverso tempo, si ritroverà davanti a tantissimi contenuti tra cui scegliere
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Il Natale di Sea of Thieves è stato naturalmente caratterizzato da locande addobbate a tema, diversi drop su Twitch tra l'altro ancora in corso, una caccia al tesoro per sbloccare una lanterna magica particolarmente bella, nuovi pacchi regalo da raccogliere e consegnare (anche se questa volta non alle altre ciurme, che peccato!), una nuova avventura legata alla sempre più ricca lore. Ma forse la cosa che più ha colpito un veterano come me, è stato ritrovarmi all'avamposto Golden Sands per la prima volta dopo così tanto tempo: l'isola composta da tre dune di sabbia con altrettante casupole sopra, si è trasformata in una piccolo villaggio di mattoni con una taverna enorme e con un vero palcoscenico all'interno. Golden Sands si è praticamente trasformata nella Tortuga di Sea of Thieves, su cui speriamo di trovare in futuro nuove meccaniche social esclusive delle sue caratteristiche stradine. Un cambiamento del genere mostra e dimostra che Sea of Thieves ha ancora tantissimo potenziale inespresso, anche se dopo tanto tempo cominciamo ad avere dei dubbi che la struttura di gioco attuale sia in grado di sorreggerlo. Quanto Sea of Thieves ci separa da Sea of Thieves 2 può saperlo solo Rare, ma tra quel che doveva essere prima e quel che è diventato oggi questo progetto si porta dietro una confusione di fondo che non rende facilissimo seguirlo in tutto quello che oramai può offrire.

Sea of Thieves: la clessidra del Pvp... ne troverete una in ogni imbarcazione
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La sensazione è che la storia di questo gioco, nonostante gli oramai quasi cinque anni di attività, sia ancora all'inizio. Dove ci porterà in fondo non è così importante: parliamo di Sea of Thieves, dove il viaggio è sempre più importante della meta...