L’omicida…di se stesso!
Dimenticate la crudeltà della Yakuza moderna, perché quattro secoli prima era anche più spietata. Ne saremo diretti testimoni in Yakuza: Kenzan! , che a sorpresa sarà ambientato nel Giappone feudale del periodo Edo, precisamente nell’anno 1605. Una scelta indubbiamente gradita, dato che il Medio Evo giapponese è un periodo tanto affascinante quanto poco sfruttato, e che soprattutto darà la possibilità a tutti i giocatori di respirare fin da subito l’incredibile atmosfera della saga anche senza aver mai provato i primi due capitoli.
Chi ha trovato in Kazuma un personaggio splendidamente caratterizzato non deve però disperare: il nostro nuovo alter ego, tale Kazumanosuke Kiryu, non è altro che la versione “medioevalizzata” del cinico sicario impersonato in precedenza.
La vicenda con cui inizierà la nostra avventura è quantomeno curiosa: il nostro eroe, rinomato mercenario che si guadagna da vivere prestando servizi da guardia del corpo nella cittadina di Gion, viene avvicinato da una ragazza chiamata Haruka, che lo assolda per freddare l’assassino dei suoi genitori.
Di primo acchito apparirebbe normale routine, se non fosse che l’omicida, Miyamoto Musashi, altri non è che la vecchia identità con cui era conosciuto il nostro Kiryu prima di essere uscito sconfitto dalla battaglia di Segikahara!
Gli appassionati di cultura orientale avranno sicuramente riconosciuto in Musashi il più noto spadaccino della sua epoca, la cui figura, oggi, è ancora più leggendaria per via della sua opera, “Il libro dei cinque anelli”, che è la sintesi di tutta la sua esperienza, sia di guerriero (all’attivo ben 62 duelli vinti), che di studioso.
La cultura zen del suo protagonista avrà dunque anche una matrice moralizzante, come sottolineano le parole di Nagoshi: ““Come nel precedente filone, anche in Yakuza 3 la trama sarà matura ed allo stesso tempo istruttiva. Se la morale una volta era ‘ Vivere non è fuggire dai problemi ‘, ora verterà sul proprio destino. Ognuno, qualunque sia l’estrazione sociale, deve seguire il proprio cuore, percorrere il proprio sentiero, tentare con tutte le proprie forze di trasformarsi in quello che si vuole e non in quello che vogliono gli altri.”
8-9-3… Ya-Ku-Za!
Ambientazione a parte, il concept di gioco è rimasto pressoché invariato: ancora una volta potremo esplorare liberamente la città, che a sua volta condurrà la sua vita noncurante della nostra presenza. E così, ci troveremo di fronte persone che vanno al lavoro, altre che giocano d’azzardo nelle vie più malfamate, o, cosa assai più gradita, a procaci ragazze pronte a tutto pur di soddisfare le nostre esigenze. D’altra parte, è o non è il lavoro più antico del mondo?
A seconda del vostro stile di gioco, potrete dedicarvi esclusivamente allo svolgimento delle missioni richieste dalla storia principale, oppure immergervi nelle piccolezze che rendono Yakuza così “unico” (o così simile a Shenmue…): perchè, quindi, non fare un break tra una missione secondaria e l’altra (promesse più di 100 side quest!) nella taverna più vicina, a farsi un boccalino di birra? Oppure che ne dite di una bella sosta nei sopraccitati bordelli, in cui rinvigorire corpo e spirito in un colpo solo? Le opportunità sono veramente infinite, e passeranno, ovviamente, anche dai più classici dei minigiochi: scontatissima la presenza del gioco d’azzardo, prima e vera conquista della Yakuza, da cui oltretutto prende anche il nome, e confermato dalle immagini un interessante sottogioco basato sul tiro con l’arco.
Onimusha? No, Yakuza!
Molto più limitati saranno invece i combattimenti. Sono state accantonate (ma non del tutto eliminate) le scazzottate alla Bud Spencer, in favore di un più onorevole scontro all’arma bianca. Saranno tre le tipologie di lama presenti: la katana singola, la doppia katana e lo “spadone” a due mani. Ovviamente immancabili le tecniche finali, sfruttabili però solo dopo aver caricato l’apposita barra, e che non saranno più indottrinate da spocchiosi sensei, bensì verranno apprese dalla vita comune. Parola a Nagoshi: “Ad esempio un contadino, con tanto di bandana rossa al braccio, ara il suo terreno come nella più classica delle sue giornate tipo. La sfortuna ha però voluto che uno dei suoi tori, scappato dal recinto, è innervosito oltre misura da quel maledetto foulard, e si lanci con veemenza verso il suo padrone. L’onesto lavoratore sarà quindi scagliato in orbita con indubbia violenza, prima di schiantarsi al suolo assolutamente privo della benché minima integrità ossea. Kiryu, assistendo alla scena, ha così il lampo di genio per una nuova mossa speciale!”
Sembrerebbe a dir poco geniale. Quel che è certo, è che, a differenza del passato, i combattimenti avverrano esclusivamente al di fuori di Gion, il che si traduce nella più assoluta tranquillità nelle fasi esplorative. Quelle, insomma, che stuzzicano maggiormente il palato dei giocatori.
Onimusha? No, Yakuza!
Previsto per i primi mesi del 2008 (perlomeno per il mercato giapponese), Yakuza 3 si appresta a consacrare definitivamente una saga che, per colpa anche della mancata localizzazione del secondo episodio (in arrivo nei prossimi mesi), è passata immeritatamente inosservata alla maggior parte dei giocatori europei. Sega, conscia di avere tra le mani un prodotto di qualità assoluta, sembra quindi voler farsi perdonare questi anni di indubbio squallore regalando, a tutti suoi fan, un gioco finalmente all’altezza delle aspettative.
Yakuza 3 sarà disponibile per Playstation 3.
In pochi lo avrebbero pronosticato: il fallimento hardware di Sega, datato 2001 e successivo al parziale insuccesso di una delle migliori console della storia, il Dreamcast, ha anche dato inizio ad un evidente declino per quel che riguarda il semplice sviluppo di software, campo in cui la casa di Osaka si è sempre distinta come primissima della classe, seconda, forse, solo al genio “differente” di Nintendo. Oggi, dobbiamo constatare come in casa Sega/Sammy si stia riuscendo nel difficile compito di infangare una casa che annovera, nel proprio curriculum, capolavori assoluti del calibro di Shenmue, Sonic e Virtua Fighter.
Fortunatamente, l’appannamento di idee non sembra aver colpito l’intera azienda: e così, nel torpore generale, ecco uscire dal cilindro di Toshihiro Nagoshi una saga che, pur con evidenti limiti, è riuscita a risvegliare nel giocatore quelle vecchie sensazioni che soltanto la lungimirante Sega del passato era riuscita a regalare.
E’ con sommo gaudio, quindi, che apprendiamo l’annuncio del terzo capitolo di Yakuza, che per certi versi avrà poco in comune con i precedenti episodi (a partire dall’ambientazione), e che soprattutto, in virtù della sua esclusività per Playstation 3, potrebbe essere l’attesissimo traino per smuovere le flemmatiche vendite della console Sony in Giappone.