Alcuni sviluppatori di Aliens: Colonial Marines hanno svelato una serie di dettagli relativi alla travagliata genesi del titolo. La volontà di rendere tutto più chiaro deriva dalle colpe attribuite a TimeGate e dal desiderio di attribuire a SEGA le responsabilità che ha nella faccenda.
A quanto pare uno dei problemi più grandi è stato l'impegno di Gearbox con Borderlands 2. La software house si era impegnata, nel 2006, con Aliens, ma il successo di Borderlands ha cambiato le priorità rallentando i lavori e innervosendo SEGA. TimeGate, però, è stata chiamata in causa molto più tardi e ha iniziato a lavorare su Aliens: Colonial Marines solo nel novembre del 2010. Due anni di sviluppo, in ogni caso, non sono così tanti, con un motore e gran parte degli asset già pronti, per portare a termine un progetto. Ma secondo le voci provenienti da TimeGate, Gearbox ha lasciato il progetto nel caos, senza uno script definito, senza direttive e senza feedback.
Anzi, quando i feedback ci sono stati sono stati negativi, confusionari e, secondo le rivelazioni, hanno visto anche SEGA chiedere un gameplay con più umani e più simile a Call of Duty. Emerge chiaramente un quadro confusionario e gestito malamente da tutti gli attori coinvolti, che è peggioranto quando è venuta fuori la questione tecnica. Secondo le fonti che hanno rilasciato questa nuova mandata di informazioni, nessuno ha dato dei limiti tecnici per la creazione della demo che è stata sviluppata per stupire e per girare su un PC di fascia alta. Ma durante lo sviluppo TimeGate ha dovuto addirittura tagliare texture ed effetti rispetto a quanto fatto da Gearbox, vista la pesantezza del motore, e quando Gearbox ha ripreso il progetto, per completare la campagna, ha mantenuto gran parte del lavoro fatto da TimeGate.
Fonte: Eurogamer