John Gibson di Tripwire interactive, cui dobbiamo la serie Red Orchestra, questa volta non l'ha mandata a dire, affermando che la serie Call of Duty ha bruciato il cervello di un'intera generazione di videogiocatori. Il nostro se n'è accorto conducendo dei focus test su dei fan hardcore di COD.
"La situazione attuale degli sparatutto multiplayer è davvero scoraggiante. Mi dispiace fare nomi, perché potrebbe apparire come una forma d'invidia per il loro successo, ma credo davvero che Call of Duty abbia rovinato un'intera generazione di gocatori di FPS. So che si tratta di un'affermazione forte, ma non mi va di lanciare il sasso e nascondere la mano."
"Quando stavo sviluppando la modalità Action (per Red Orchestra 2 NDR), l'ho testata su un gruppo di persone che sapevo essere dei giocatori hardcore di Call of Duty. Il mio obiettivo ea di creare qualcosa che fosse abbastanza accessibile da fargli piacere il gioco, non di farlo diventare COD, ossia di creare qualcosa che fosse abbastanza causal, pur mantenendo lo stile di gameplay di Red Orchestra. Abbiamo fatto molti tentativi, ma ascoltando le loro assillanti e pedanti lamentele, abbiamo capito che non saremmo mai riusciti a fargli piacere il gioco. Quindi ho rinunciato. Call of Duty ha rovinato un'intera generazione di videogiocatori."
Di cosa si lamentavano i coddari? Dell'accelerazione richiesta per scattare, della debolezza delle armi e di come si usavano. Praticamente tutto ciò che non era Call of Duty li faceva impazzire.
Una delle colpe di Call of Duty, secondo lui, è l'aver ridotto il gap tra le skill dei giocatori, perché per farlo gli sviluppatori hanno dovuto inserire troppi elementi casuali e un sacco di armi che non richiedono nessuna skill per essere usate, così da non permettere ai giocatori più esperti di triturare i novizi.
Ok, non fate polemiche e parlate civilmente, ci raccomandiamo... scherzavamo.
Fonte: PC Gamer